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L'UE punta forte sull'IA e mette 200 miliardi sul piatto. Basteranno per competere con USA e Cina?

di pubblicata il , alle 16:04 nel canale IA business L'UE punta forte sull'IA e mette 200 miliardi sul piatto. Basteranno per competere con USA e Cina?

L'UE deve correre sull'IA, sotto ogni profilo: la costruzione di data center, ma anche lo sviluppo di competenze. E lavorare sul trattenere i talenti ed evitare la fuga dei cervelli. Secondo John Gazal, Vice Presidente Sud Europa e Brasile di OVHcloud, "servono impegno, collaborazione e visione"

 

Gli USA hanno dato il via alla rivoluzione dell'IA generativa, e continuano a dominare questo settore in costante crescita. La Cina, pur con forti limitazioni (non ha accesso ai chip NVIDIA più potenti), sta inseguendo, e la distanza dagli Stati Uniti non è poi così grande. E poi c'è l'Europa che, come spesso accade, preferisce guardare e attendere prima di investire. 

Ora, però, anche l'UE ha capito che è necessario sviluppare sistemi di IA sovrani, così da ridurre la dipendenza dall'estero e non venire tagliati fuori per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico. All'atto pratico, secondo l'Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, l'UE sta investendo circa 200 miliardi nel'IA, costruendo data center di classe Gigawatt e acquistando 2 milioni di GPU NVIDIA. Anche l'Italia fa la sua, con un investimento di circa 1,2 miliardi

Ma come dovranno essere investiti, esattamente, questi fondi? Se lo chiede John Gazal, Vice Presidente Sud Europa e Brasile di OVHcloud.

L'Europa a un punto di svolta nella corsa all'AI: il punto di vista di OVHcloud

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"Come si potrà concretizzare un’iniziativa di intelligenza artificiale di queste dimensioni? Quale potenza di calcolo sarà necessaria? Che tipo di infrastrutture dovranno essere messe in campo? Quali casi d’uso prenderanno vita? E soprattutto, come verrà regolamentato l’impiego dell’IA?". Sono le domande che si pone Gazal, e alle quali cerca di dare una risposta.

Il primo nodo è relativo ai consumi energetici e al relativo impatto ambientale. "La rivoluzione dell'IA aumenterà drasticamente l'impatto ambientale dell’IT, la sfida è sforzarsi per cercare di contenerlo a tutti i costi", afferma Gazal, sottolineando che è dai data center che bisogna partire per elaborare una strategia per l'IA che sia anche rispettosa dell'ambiente e in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'UE. Sotto questo profilo, c'è una buona notizia: il nostro mix energetico è relativamente "green", e di conseguenza, ci sono i presupposti per aumentare significativamente la potenza di calcolo e il numero di data center senza impattare troppo sull'ambiente. 

Non solo: secondo Gazal, "l'Europa è sulla strada per sviluppare un ecosistema più coeso, sia per le politiche di innovazione sia per le iniziative tra i vari Paesi. Possiamo fare affidamento su progetti europei e globali, come la recente Coalizione per un'IA Sostenibile, alla quale abbiamo aderito per incoraggiare iniziative che utilizzano l'IA a beneficio dell'ambiente, come la decarbonizzazione delle economie e la salvaguardia della biodiversità".

Questo non significa che possiamo ridurre gli sforzi sulla riduzione del consumo energetico, che devono proseguire. Puntando sul raffreddamento ad acqua e sul riutilizzo del calore in eccesso per il riscaldamento delle comunità locali. E anche gli utenti devono fare la loro parte, secondo Gazal, "richiedendo e scegliendo servizi che riducano al minimo la loro impronta di carbonio".

L'IA non sono solo gli LLM

Il grande boom dell'IA generativa ha portato a considerare questa tecnologia come l'unica forma di IA. Ma non è così: "l'IA si riferisce anche ad applicazioni e sistemi di machine learning, ad agenti di IA, a piattaforme di ricerca accelerate, e a quelle di inferenza che consentono di costruire applicazioni e servizi", spiega il manager. Sottolineando che è necessario comprendere e mappare come viene usata, così da comprendere i reali bisogni di consumo da parte dell'industria. 

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E, opinione condivisa da tutti gli attori del settore, serve accelerare sulle competenze. "Oggi non basta più creare consapevolezza: è arrivato il momento di spiegare con chiarezza cosa l’Intelligenza Artificiale può davvero fare — e cosa no —, definendo al contempo un quadro di riferimento etico, come quello delineato dall’AI Act, e illustrando i diversi ambiti di applicazione dell’IA", dice Gazal. Che aggiunge: "la democratizzazione dell'AI sarà anche affrontata attraverso la popolarizzazione e l'informazione su altri tipi di applicazioni, l'apertura di vari servizi e data center e nuovi casi d'uso per GPU o acceleratori dedicati. La diversità è la chiave per sposare il potere dell'IA e avere un approccio più sostenibile".

A oggi abbiamo in UE qualcosa come 120.000 professionisti dell'IA. Ma non bastano: il 75% delle imprese europee fatica a trovare esperti del settore. Bisogna accelerare sulla formazione, ma anche allinearsi agli standard internazionali in termini di benefit e retribuzioni. Perché altrimenti il rischio è quello che i "campioni" europei preferiscano emigrare e mettere le loro competenze a disposizione di chi può pagarli (molto) di più.

"Abbiamo campioni europei di riferimento come Mistral.AI, Aleph Alpha in Germania, LightOn o anche HuggingFace e, naturalmente, i cloud provider che sono leader in Europa. Questo è un primo e solido ambiente da sfruttare per sviluppare e attrarre nel lungo periodo", sottolinea Gazal. Che conclude: "l'Europa deve credere nel proprio potenziale, non sminuire i propri punti di forza, non negare i successi passati, non arretrare di fronte alla concorrenza. Ma non possiamo sottovalutare il percorso da compiere: non basta investire. Servono impegno, collaborazione e visione – non solo investimenti. La nostra è una missione che va oltre le parole. C’è ancora molto da fare, ma la direzione è chiara: ridurre l’impatto ambientale dell’AI, offrire un ecosistema completo di servizi, e trattenere talenti e imprese in Europa. Solo così l’Europa potrà davvero conquistare un ruolo da protagonista nella corsa all’intelligenza artificiale. O puntiamo in alto con tutte le nostre forze, o resteremo indietro".

3 Commenti
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AlexSwitch16 Luglio 2025, 16:23 #1
200 MLD... Praticamente lo sforzo finanziario che Meta da sola ha annunciato per il prossimo futuro del suo progetto AI.
Axios200616 Luglio 2025, 17:57 #2
La corsa alla tecnologia l'Europa l'ha persa 30 anni fa... non investendo, delocalizzando e tassando... Altro che 200 miliardi...
Hiei360016 Luglio 2025, 19:34 #3
Trattandosi dell'Europa, di 200 miliardi 100 saranno bruciati in marche da bollo, 50 in studi / ricerche / consulenze preliminari, e se va bene burocrazia permettendo tra 5/10 anni una volta sbrigate tutte le pratiche i restanti miliardi saranno effettivamente spesi

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