Auto connesse e privacy: le Federal Trade Commission proibisce a GM di condividere dati con le assicurazioni
di Alberto Falchi pubblicata il 20 Gennaio 2025, alle 11:43 nel canale InnovazionePer anni, GM ha condiviso con le compagnie assicurative informazioni sulla posizione, sullo stile di guida e altri dati sensibili (fra cui durata del viaggio e orari in cui è stato effettuato) alle compagnie assicurative. Ora la FTC ha bloccato l'adozione di queste pratiche
Le vetture più recenti non si distinguono solo per le nuove motorizzazioni, gli accessori tecnologici, l'aerodinamica o altri aspetti. Al centro ormai c'è l'elettronica e, di conseguenza, i dati. Le vetture più recenti acquisiscono una quantità impressionante di queste informazioni, a livelli di quelle raccolte dalle scatole nere date in dotazione dalle assicurazioni per abbassare il costo della polizza.
Ma come vengono utilizzate queste informazioni? Non sempre c'è trasparenza sotto questo profilo, soprattutto oltreoceano, dove le leggi sulla privacy sono più blande rispetto a quelle vigenti in Europa. Ma anche negli USA si stanno iniziando a porre il problema, tanto che la FTC, La Federal Trade Commission, ha imposto a General Motors di interrompere la condivisione di queste informazioni con aziende assicurative come LexisNexis.
FTC impone a GM di interrompere la condivisione senza il consenso dei dati di guida
Il tema, almeno negli USA, non è nuovissimo. Circa un anno fa, infatti, alcuni clienti di General Motors avevano scoperto che l'azienda cedeva dati sensibili, fra cui informazioni di geolocalizzazione, stile di guida e altro ad aziende assicurative come LexisNexis. Il tutto senza avvisare le persone coinvolte. In pratica, era come se il produttore condividesse senza avvisare e senza ottenere l'autorizzazione i dati ricavati dalle black box, molto usati dalle compagnie assicurative per abbattere i costi delle polizze, sacrificando un po' di privacy.
La differenza è che in Europa sono i guidatori a scegliere se farsela installare o meno, e in ogni caso il contratto specifica bene come e quando questi dati possono essere utilizzati dall'assicuratore. Al contrario, GM passava queste informazioni alle compagnie assicuratrici sena avvisare i propri clienti. Che, giustamente, non l'hanno presa bene e hanno fatto sentire la propria voce, spingendo l'azienda a tornare sui propri passi e interrompere la condivisione di tali informazioni.
L'impatto, infatti, non era da sottovalutare: le compagnie assicurative, infatti, decidevano il costo della polizza anche sulla base di questi dati, proponendo condizioni meno favorevoli a specifici guidatori.
Aver cessato questa pratica, però, non è bastato all'FTC, che ha proibito a GM e la controllata OnStar di offrire questo tipo di informazioni alle consumer reporting agency, categoria che include tutte quelle aziende che "raccolgono o valutano informazioni sul credito dei consumatori o altre informazioni sui consumatori al fine di fornire rapporti sui consumatori ad altre parti e che utilizza qualsiasi mezzo o struttura di commercio interstatale per preparare o fornire tali rapporti".
Interessante notare come FTC non si limiti a negare la condivisione non autorizzata di informazioni come la posizione GPS, l'entità di frenate o accelerate, l'accelerazione laterale in curva, il corretto uso delle cinture di sicurezza e la guida a orari notturni. Sono esplicitamente proibite anche le condivisioni dei dati sulle stazioni radio sui cui si sono sintonizzati i guidatori, la durata dei viaggi e molto altro.
Oltre a non poter essere ceduti, gli utenti dovranno anche avere la possibilità di bloccare interamente la raccolta di queste informazioni.
C'è solo una, comprensibile, esclusione: in caso di incidente, i sistemi informatici della vettura potranno intervenire per mandare un segnale di emergenza e la posizione del veicoli ai soccorritori per facilitare il loro compito.
Questo episodio evidenza come la questione della privacy sia un tema ben lungi dall'essere risolto. Qualsiasi tecnologia, anche la più semplice, a partire dalle app, raccoglie una quantità di informazioni impressionante. E, spesso, nemmeno ce ne accorgiamo. Se con le applicazioni per smarthone c'è una maggiore sensibilità e soprattutto trasparenza sulle autorizzazioni concesse a ogni produttore, in altri settori - come appunto l'automotive - l'attenzione è stata fino a ora più bassa. E come dimostrano simili accadimenti, è fondamentale non abbassare mai la guardia quando si tratta di privacy.
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