Chips Act: l'Ue investe 43 miliardi di dollari sulla produzione di semiconduttori
di Alberto Falchi pubblicata il 19 Aprile 2023, alle 18:21 nel canale InnovazioneL'UE vuole potenziare lo sviluppo e la produzione di chip nel Vecchio Continente, con l'obiettivo di raddoppiare la quota di mercato dell'Europa, portandola dal 10% al 20%
La dipendenza da altri Paesi, in particolare dalla Cina, per l'approvvigionamento di materie prime e per la produzione di chip si sta rivelando un problema da non poco. Lo abbiamo visto negli ultimi due anni, quando i problemi lungo la supply chain hanno messo in crisi le nostre industrie, in particolare quella dell'automotive. Problemi che hanno portato al rallentamento della produzione e all'incremento dei costi.
Riportare la produzione nel Vecchio Continente in tempi brevi non è semplice, ma è necessario limitare la nostra dipendenza da altri Paesi. Per questo motivo il Parlamento Europeo ha approvato il Chips Act, decidendo di investire ben 43 miliardi di euro per raddoppiare la sua quota di mercato nell'ambito dello sviluppo e produzione di semiconduttori, portandola dall'attuale 10% al 20% nell'arco di 10 anni.
"Questo accordo è di massima importanza per la transizione verde e digitale, e garantisce la resilienza dell'UE in questo periodo complicato", afferma Ebba Busch, Swedish Minister for Energy, Business and Industry e Deputy Prime Minister. "Le nuove regole rappresentano una vera rivoluzione per l'Europa nel settore chiave dei semiconduttori. Una rapida attuazione dell'accordo odierno trasformerà la nostra dipendenza in leadership di mercato, la nostra vulnerabilità in sovranità, le nostre spese in investimenti. Il Chips Act mette l'Europa in prima linea nelle tecnologie all'avanguardia che sono essenziali per la transizione verde e quella digitale".
I tre pilastri del Chip Act
Per raggiungere gli obiettivi prefissati dal Chip Act, l'Unione Europea ha elaborato una strategia in tre punti:
- la "Chips for Europe Initiative", che mira a sostenere lo sviluppo di capacità tecnologiche su larga scala;
- un framework per garantire l'approvvigionamento di materie prime e la resilienza, sviluppato per attrarre investimenti
- un sistema di monitoraggio e di risposta alle crisi per anticipare i problemi nella catena di approvvigionamento e reagire rapidamente in caso di crisi
Lo scenario
Secondo i dati presentati dall'UE, la domanda di chip è destinata a raddoppiare entro il 2030, fatto che porterà il mercato dei semiconduttori globale a valere 1.000 miliardi di dollari, sempre nel 2030. Attualmente l'UE produce circa il 10% dei microchip, e l'obiettivo è di raddoppiare questa percentuale nell'arco di 10 anni.
Per l'Europa, si tratta di una grande opportunità. Il Chips Act, infatti, permetterà non solo di ridurre la dipendenza da altri Paesi in un settore strategico come quello dei semiconduttori, ma anche di sviluppare nuove competenze in un ambito chiave come quello della tecnologia, oltre che di stimolare l'occupazione.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'UE produce il 10% dei semiconduttori nel mondo ? Ma dove ? E soprattutto di quale PP stiamo parlando ?
L'UE produce il 10% dei semiconduttori nel mondo ? Ma dove ? E soprattutto di quale PP stiamo parlando ?
tutto sopra i 10nm
ci sono tante facbbriche in auropa di Infineon, Bosch, TDK-Micronas, X-Fab, Texas Instruments e GlobalFoundries.
queste sono solo le principali
I semiconduttori sono una risorsa fondamentale, forse la più fondamentale di tutte ormai, su cui si basa la civiltà occidentale.
E negli ultimi 30 anni siamo stati così furbi che ne abbiamo esternalizzato la produzione in paesi esotici, fuori dal nostro controllo, o addirittura come nel caso di Taiwan, stati non riconosciuti(neanche da noi) a rischio guerra.
Un asset così importante deve essere prodotto in occidente.
E i leader occidentali che negli ultimi decenni hanno promosso questa follia globalizzatrice, dovrebbero subire un processo in stile Norimberga.
ci sono tante facbbriche in auropa di Infineon, Bosch, TDK-Micronas, X-Fab, Texas Instruments e GlobalFoundries.
queste sono solo le principali
Senza dimenticare ST Microelectronics, che ha (e vado a memoria, dunque potrei sbagliarmi) due impianti in Italia: uno ad Agrate Brianza e l'altro a Catania.
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