CIQ, Oracle e SUSE fondano la Open Enterprise Linux Association: così continua la polemica contro Red Hat

CIQ, Oracle e SUSE fondano la Open Enterprise Linux Association: così continua la polemica contro Red Hat

CIQ, Oracle e SUSE riuniscono i propri sforzi per offrire un riferimento unico relativo ai sorgenti dei cloni di Red Hat Enterprise Linux: se Red Hat non intende fornirli liberamente e pubblicamente, lo farà (polemicamente) OpenELA

di pubblicata il , alle 14:41 nel canale Innovazione
OracleSuseLinuxOpen Source
 

La decisione di Red Hat di limitare l’accesso ai sorgenti di Red Hat Enterprise Linux, la sua distribuzione che è lo standard de facto nel mondo aziendale, ha scatenato molteplici reazioni nel mondo Linux. L’ultima conseguenza di questa decisione arriva da una coalizione inaspettata fatta da CIQ, Oracle e SUSE: le tre aziende si sono infatti riunite nella Open Enterprise Linux Association, una neonata associazione che ha lo scopo di offrire un unico punto di accesso a sorgenti compatibili con RHEL.

CIQ, Oracle e SUSE si riuniscono sotto la Open Enterprise Linux Association

Le conseguenze della decisione di restringere l’accesso ai sorgenti di RHEL si vedrà entro un anno, secondo quanto ci ha detto in occasione di un evento per la stampa Giorgio Galli, Manager Sales Specialist & Solution Architect Team in Red Hat Italia. Ma molte di queste conseguenze iniziano a vedersi già ora.

La prima è quella di un’alleanza tra CIQ (che sostiene Rocky Linux), Oracle e SUSE che hanno fondato insieme la Open Enterprise Linux Association, od OpenELA in breve. L’intento è quello di avere un riferimento unico per il codice sorgente di RHEL, visto che Red Hat ne ha ristretto l’accesso e la diffusione.

Le tre realtà collaboreranno per mettere a disposizione i sorgenti di RHEL da un unico punto, dal quale attingeranno loro stesse per le rispettive distribuzioni; lo scopo è quello di non sprecare risorse e di condividere, invece, l’infrastruttura, gli strumenti e le procedure. In altri termini, contenere i costi e fare fronte comune.

L’obiettivo dichiarato è di offrire supporto per RHEL 8 e 9, con la possibilità di estendere tale supporto anche alla versione 7.

Non senza una certa vena polemica nei confronti di Red Hat, il sito della OpenELA recita “nessun abbonamento. Nessuna password. Nessuna barriera. Gli scrocconi sono i benvenuti.” Chiunque può infatti ottenere accesso liberamente al codice sorgente pubblicato sul sito di OpenELA.

Non manca una certa ironia, invece, nel vedere Oracle difendere la sua offerta di un clone 1:1 del software di Red Hat. L’ironia sta nel fatto che Oracle ha per anni difeso in tribunale l’idea che le API siano coperte dal copyright e che, pertanto, creare dei cloni sia illegale.

“La collaborazione è critica per promuovere l’innovazione, che è il motivo per cui invitiamo tutti a prendere parte a questa associazione e ad aiutarci a sostenere degli standard aperti per la comunità”, ha affermato Thomas Di Giacomo, CTO e CPO presso SUSE. “SUSE crede fermamente nel rendere le scelte possibili. Insieme con la comunità open source ridefiniremo cosa vuol dire davvero essere aperti e daremo un futuro più forte a Enterprise Linux.”

“L’annuncio di oggi segna l’inizio di una nuova era per Enterprise Linux”, ha affermato Gregory Kurtzer, CEO di CIQ. “Con OpenELA, CIQ, Oracle e SUSE uniscono le forze con la comunità open source per assicurare un futuro stabile e resilient alle comunità sia upstream che downstream per sfruttare Enterprise Linux.”

“Molte grandi organizzazioni ci hanno contattato per esprimere l’importanza di avere sorgenti guidati dalla comunità per Enterprise Linux che possa fungere da punto di partenza per le distribuzioni compatibili”, ha detto Wim Coekaerts, capo dello sviluppo di Linux in Oracle. “OpenELA è la nostra risposta a quest’esigenza e rappresenta un impegno ad aiutare la comunità open source a continuare a sviluppare distribuzioni compatibili con Enterprise Linux.”

3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
ciolla200511 Agosto 2023, 19:26 #1
RHEL vuole fare una brutta fine...

Ma i padroni IBM dell'open non se ne fanno niente
Rubberick12 Agosto 2023, 08:46 #2
tutte ste ditte se non esisteva il software open manco ci starebbero oggi...
destroyer8513 Agosto 2023, 12:55 #3
Alla fine credo che RedHat raggiungerà il suo obbiettivo, liberarsi degli scrocconi e con scrocconi si intendo proprio le aziende di cui sopra che fino ad ora si sono fatte belle con il lavoro degli altri.
Per i piccoli rimane comunque la possibilità di utilizzare RHEL ed avere fino a 16 licenze che possono essere usati anche in piccoli ambienti di produzione.

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^