È arrivato il momento di investire nel 5G per far crescere il mercato
di Raffaello Rusconi pubblicata il 11 Novembre 2021, alle 15:01 nel canale InnovazioneQual è il grado di copertura e diffusione della rete 5G sul territorio italiano? Una ricerca pubblicata dall'Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano ha svelato come il nostro Paese sia ancora indietro
Durante il convegno “5G: è il momento di investire”, l'Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano ha presentato i risultati di una ricerca che ha condotto sullo sviluppo della nuova rete mobile.
La diffusione del 5G nel Bel Paese è in aumento e siamo ormai giunti al 10% per quanto riguarda il "5G Non Standalone" (la connessione 5G si appoggia alla rete 4G sottostante), una copertura che sale al 95% attraverso la condivisione dinamica dello spettro (Dynamic Spectrum Sharing) che utilizza soprattutto le frequenze 4G. Il mercato consumer è decollato con le vendite di terminali e sottoscrizioni 5G, mentre quello business è finalmente partito grazie a una serie di progetti commerciali e iniziative sviluppate attraverso finanziamenti europei o co-investimenti con le telco in diversi settori.
Il 43% delle aziende ICT sta sviluppando nuovi progetti con il 5G
A far la differenza è soprattutto la miglior conoscenza delle caratteristiche del 5G da parte delle aziende end user, le potenziali utilizzatrici di questa tecnologia: il 30% ha un livello di conoscenza almeno buono, contro il 24% del 2020, e soltanto il 27% non la conosce affatto (era il 48% lo scorso anno). C'è anche una maggiore consapevolezza delle opportunità offerte dal 5G: il 34% delle imprese lo valuta positivamente e sta cercando di capire come sfruttarlo (con un significativo 14% in più rispetto al 2020), mentre il 30% dichiara di aver avviato progetti o iniziative pilota nell’ambito o di volerlo fare nel prossimo anno. Il grosso impulso allo sviluppo del 5G lo stanno dando soprattutto le imprese delle settore ICT (tecnologie dell'informazione e della comunicazione): il 43% della filiera ha attivato o intende attivare progetti 5G nei prossimi 12 mesi.
Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, ha dichiarato: “Il 5G costituirà un abilitatore fondamentale per la trasformazione digitale del Paese, offrendo la possibilità di costruire servizi e applicazioni non pensabili con le reti attuali. Ci arriveremo per fasi successive, perché questo traguardo richiede di mettere al loro posto una serie di tasselli articolati, attraverso convinzione e investimenti da parte di tutti (privato e pubblico, filiera e aziende utenti). Questi dodici mesi hanno messo ancora più in luce la dicotomia che esiste tra la chiarezza dei bisogni e delle prestazioni attese dal 5G e, per contro, la portata degli investimenti, la complessità della catena del valore da creare e la necessità di avere aziende utenti mature sul digitale per valorizzare appieno la nuova rete”.
Lo studio dell'Osservatorio ha preso in considerazione 98 startup internazionali 5G che, nel periodo compreso tra il 2016 e il 2020, hanno raccolto finanziamenti per 2,2 miliardi di dollari (con un finanziamento medio pari a 26 milioni di dollari). L’Edge Computing (21% delle startup) e l’URLLC (9%) sono le principali tecnologie 5G a essere utilizzate (buono l'interesse anche per l'Open RAN), mentre tra quelle definite “ancillari” le più ricercate sono l’Artificial Intelligence (30%) e l’IoT (28%).
La sfida tecnologica del 5G si gioca su più tavoli
Lo sviluppo del 5G passa attraverso tre grandi novità a livello di architettura: le tecnologie radio a onde millimetriche (mmWave) combinate quelle FWA (Fixed Wireless Access) permetteranno di raggiungere le prestazioni della fibra; le soluzioni di Multi-access Edge Cloud (MEC) invece trasformeranno la rete in una piattaforma di calcolo e ridurre la latenza; infine, le soluzioni Open RAN (Radio Access Network) portenanno a nuove relazioni tra i produttori di apparati e componenti di rete e alla possibilità di implementazioni multi-fornitore.
“La sfida tecnologica del 5G si gioca nella capacità di unificare la connettività a livello locale della singola fabbrica e distretto produttivo con quella nazionale e globale. Quindi l’esistenza di grandi reti pubbliche ad ampia copertura e dalle alte prestazioni è condizione fondamentale perché la rivoluzione del 5G si possa compiere. Per averle servono grandi investimenti che possono sostenersi in larga misura sulla base dei numeri del mercato consumer che non è il palcoscenico su cui ci aspettiamo di vedere grandi novità dal 5G, ma dalla cui salute dipende l’esistenza dell’infrastruttura comune. E proprio perché l’infrastruttura comune è condizione necessaria, dove il mercato non arriva a rendere profittevole l’investimento sarà importante il buon utilizzo dei fondi pubblici”: questo è quello che ha dichiarato Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond.
Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond, ha così commentato: “Fino al 2020 l’attenzione del mercato era concentrata sulle sperimentazioni per testare l’efficacia della tecnologia, mentre ora il focus è sull’identificazione di esigenze concrete che già oggi possono essere soddisfatte con l’attuale livello di sviluppo delle reti 5G. Tali soluzioni consentono di ottenere già dei primi benefici e potranno poi evolvere per valorizzare le caratteristiche distintive della nuova infrastruttura di rete, che consentiranno di ‘fare un salto di qualità’ nei servizi offerti e nei risultati ottenibili. È proprio con questo “spirito” che sono stati lanciati i primi casi commerciali. Sono però ancora pochi, molti Paesi hanno già fatto più che da noi in Italia e in Europa”.
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