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Huawei Smart City Tour: cosa stanno facendo Huawei e le PA del Nord Ovest per la trasformazione delle città?

di pubblicata il , alle 07:57 nel canale Innovazione Huawei Smart City Tour: cosa stanno facendo Huawei e le PA del Nord Ovest per la trasformazione delle città?

La tappa milanese dello Huawei Smart City Tour ha ospitato gli interventi di Roberta Cocco, Assessore Trasformazione Digitale di Milano, del consigliere regionale Gianmarco Sanna e Thomas Miao, CEO di Huawei

 

Se negli USA la collaborazione fra Huawei e il Governo è piena di attriti, dovuti alle politiche del Presidente Trumo, in Europa il colosso cinese ha un ottimo rapporto con le istituzioni, e sta collaborando attivamente per supportare la trasformazione digitale del Paese: col 5G, ovviamente, ma non solo. La rivoluzione non si basa sulla tecnologia radio, ma su tutti i servizi che vi ruotano attorno, e che necessitano di una piattaforma aperte per poter parlare fra loro. A ottobre è partito lo Huawei Smart City Tour, che ha toccato anche Milano. 

Milano e la trasformazione digitale: ecco cosa è stato fatto e dove stiamo andando secondo Roberta Cocco

Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione Digitale e Servizi Civici del Comune di Milano, ha approfittato del suo intervento per raccontare il percorso di trasformazione digitale di Milano, avviato già anni fa e basato su due ambiti - Cultura e Tecnologia - sorretti da quattro pilastri: servizi digitali, competenze, infrastruttura ed educazione digitale. Quest'ultima dedicata soprattutto ai giovani, ma estesa anche a tutte quelle persone che hanno la necessità di aggiornare le proprie competenze per poter meglio competere sul mercato del lavoro. 

Milano Cocco1

La pandemia però ha mostrato che questo non era sufficiente, ed era necessario aggiungere un ulteriore tassello a questa strategia: il Digital Care, per meglio supportare i cittadini e prendersi cura di loro. Lo strumento più visibile del lavoro fatto dal Comune di Milano con i dati è quello del Fascicolo al Cittadino, che da tempo permette a chiunque di accedere alla maggior parte dei servizi offerti dal comune attraverso il computer. Ma questo non bastava, spiega Cocco, perché non tutti avevano a disposizione il PC al contrario dello smarpthone, ormai in mano a cittadini di ogni fascia di età. Ed è per questo che il Comune ha recentemente lanciato l'App del Fascicolo al Cittadino, per rendere ancora più inclusivo e accessibile l'accesso.

Milano Cocco

Il percorso di trasformazione non si ferma certo qui e Cocco ha delineato i successivi sviluppi del programma, che puntano a migliorare l'inclusione digitale, la connettività, la trasparenza, la protezione dei dati e - non meno importante - la sostenibilità. Nel concreto? Potenziare tramite l'educazione, le competenze digitali dei cittadini, facendo leva sulle partnership fra pubblico e privato. Ma anche potenziare la connettività che, per quanto possa sembrare strano, non è così capillare da coprire al meglio tutte le aree della Città Metropolitana. La Cocco punta anche ad aumentare la trasparenza delle azioni della PA nei confronti del cittadino e insiste molto sulla sostenibilità. A tal proposito il Comune di Milano da un anno ha avviato un programma di analisi su costi e benefici della digitalizzazione, misurandoli in termini di tempo, costi e risorse: "Stiamo valutando quanta CO2 in meno viene prodotta condividendo in digitale i certificati delle persone, che non devono recarsi negli uffici per ritirarli né li devono stampare", spiega l'assessore. 

Quello della digitalizzazione è un viaggio lungo

Gianmarco Senna, Consigliere Regione Lombardia e Presidente IV Commissione Attività Produttive, Istruzione, Formazione e Occupazione, è un personaggio che non ha molti peli sulla lingua e lo ammette chiaramente: quello della trasformazione digitale sarà un percorso lungo e non banale. "I processi di digitalizzazione stanno diventando fondamentale, ma sarà una lunga traversata. Viviamo in un paese dove c'è una reticenza culturale al cambiamento, soprattutto nel pubblico", spiega Senna, per poi sottolineare come il Covid ha distrutto molte certezze: se prima della pandemia sembrava naturale che la vita si sarebbe concentrata nelle grandi città, il Covid ha mostrato come invece sia possibile vivere connessi, lavorare a distanza, e poter vivere di più il Paese, non dovendosi limitare alle grandi città per poter svolgere il lavoro. E questo imporrà di valorizzare ulteriormente i nostri borghi e l'intero patrimonio culturale del Paese, che sarà sempre più da vivere.

Senna

Ma, come anticipato, non tutto è semplice. "La digitalizzazione è a macchia, e c'è gente che ancora usa il fax", prosegue Sanna, sottolineando come un giovane probabilmente non sa più nemmeno cosa sia il vecchio fax. La reticenza però non è nel privato, anzi: da imprenditore, Sanna conosce bene le realtà produttive del territorio, e sa che sono molto attente al miglioramento dei processi e all'innovazione in genere. Le difficoltà arrivano dalle Pubbliche Amministrazioni, dove i tempi e i modi sono diversi, e il cambiamento è visto con sospetto. 

Ma la Lombardia sta cercando di superare questi scogli, e già da tempo i bandi si fanno in digitale, senza perdere tempo a fare e stampare documenti, snellendo quella burocrazia che è una spina del fianco del Paese "Ci costa 60 miliardi all'anno" - esclama Sanna - "Quanto gli interessi sul debito pubblico". Un esempio pratico di come la tecnologia stia cambiando il rapporto con le PA dei cittadini è rappresentato dal bando "Nidi Gratis" per azzerare la retta nel comune di Cinisello Balsamo, che è stata realizzato tramite blockchain nell'ambito di un progetto pilota di sperimentazione, il primo di questo tipo in Europa. In pochi istanti, i genitori che richiedevano l'iscrizione dei propri figli avevano subito una risposta, senza documenti cartacei, senza doversi recare nelle segreterie: tutto in digitale.

Thomas Miao e l'importanza di un ecosistema aperto

Al Tour non poteva mancare Thomas Miao, CEO di Huawei Italia, che ha insistito su un aspetto non sempre evidente quando si parla di smart city. Ci immaginiamo enormi metropoli futuristiche e iper-tecnologiche, con auto che guidano da sole, ma la trasformazione digitale delle città non è solo questo e deve tenere conto delle realtà locali. Nel caso dell'Italia, secondo Miao il Paese deve puntare su un approccio unico, che faccia leva sulla sua storia, incentrato sulle esigenze degli ecosistemi locali. Un approccio che bilanci cultura e necessità tecnologiche, trovando quel giusto compromesso. E per farlo, è necessario ragionare in ottica di pool: tante piccole smart city interconnesse fra loro, che si scambiano le risorse e stimolano la collaborazione fra i partners. 

Huawei Miaio

Huawei in Italia si propone come "abilitatore tecnologico e partner di ecosistema", mettendo a disposizione le sue competenze in fatto di tecnologia e connettività, sia per i privati cittadini, sia per il mondo dell'industria e delle pubbliche amministrazioni. Ma le tecnologie da sole non bastano se dietro non c'è un sistema che le mette insieme, che le fa parlare tutte e che, tramite l'intelligenza artificiale, aiuta a prendere le decisioni migliori. Huawei è in grado di fornire le basi del'infrastruttura per le smart city o meglio, per una smart Italy, più efficiente e più ecologica grazie alla tecnologia, ma è fondamentale il supporto dei partner, così come il trasferimento delle competenze. E il colosso cinese sta lavorando per ottenerlo: per il 2021 i piani dell'azienda prevedono di superare i 1.000 partner nel Bel Paese, di cui 300 circa nell'ecosistema consumer, 100 per quanto riguarda l'AI Business Alliance, e altri 600 per soluzioni e servizi. 

Huawei Miaio

Per assicurare che le imprese e il Paese abbiamo oltre alle tecnologie anche le competenze nel 2021 realizzerà un altro Joint Innovation Center nel Sud Italia, oltre a potenziare quello già esistente in Sardegna. E potenzierà anche la sua piattaforma IoC, il cervellodelle smart city.

3 Commenti
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s0nnyd3marco28 Ottobre 2020, 11:33 #1
Speriamo l'Italia e l'Europa aprano gli occhi riguardo alla Cina e al suo cavallo di Troia Huawei. Manca solo che ci leghiamo mani e piedi con la dittatura di quel paese.
davide311228 Ottobre 2020, 13:31 #2
Originariamente inviato da: s0nnyd3marco
Speriamo l'Italia e l'Europa aprano gli occhi riguardo alla Cina e al suo cavallo di Troia Huawei. Manca solo che ci leghiamo mani e piedi con la dittatura di quel paese.


Eh... certo, perchè invece le intere mandrie di cavalli che ci hanno sparato AmeriCani and company sono meno invasive... sei in digitale? Sei alla mercè di chiunque, punto. Se ti va bene è così, altrimenti si torna a carta e matita
s0nnyd3marco28 Ottobre 2020, 14:05 #3
Originariamente inviato da: davide3112
Eh... certo, perchè invece le intere mandrie di cavalli che ci hanno sparato AmeriCani and company sono meno invasive... sei in digitale? Sei alla mercè di chiunque, punto. Se ti va bene è così, altrimenti si torna a carta e matita


Dimentichi il piccolo ed insignificante dettaglio che la Cina e' una feroce dittatura comunista.
Gli Stati Uniti hanno certamente sbagliato con lo spionaggio di massa, ma non puoi mettere i due paesi sullo stesso piano.

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