AlludoSmart Working
I manager continuano a chiedere ai dipendenti di stare in ufficio (mentre lavorano da remoto)
di Riccardo Robecchi pubblicata il 24 Novembre 2022, alle 11:01 nel canale Innovazione
Uno studio di Alludo fotografa una situazione tristemente nota a molti: i dirigenti sono liberi di operare anche da remoto, ma chiedono ai dipendenti di stare in ufficio. E le differenze non si fermano qui
52 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSono dipendente di un'azienda privata e mi occupo sia di installazioni / assistenza presso i clienti, sia di supporto da remoto.
Tolte le trasferte (che non sono mai state poche, anche se ultimamente si sono molto ridotte), il 99% del mio lavoro richiede solo un collegamento ad internet veloce e un computer decente.
Pre-pandemia dovevo litigare per poter svolgere una giornata di smart working ogni tanto, perché ovviamente "se non sei in ufficio non stai lavorando".
Durante il lockdown del 2020, invece, siamo stati tutti in remoto per due mesi pieni e guarda un po', la produttività non è calata di un centimetro, anzi, l'azienda ha costantemente aumentato gli utili.
Oggi siamo autorizzati a svolgere due giorni a settimana (a scelta) di lavoro da remoto, senza problemi. La ritengo una vittoria a metà ma pur sempre una vittoria.
Abbiamo dimostrato che la maggior parte di quello che dobbiamo fare, lo possiamo fare indifferentemente stando in ufficio come a casa o in una stanza d'albergo.
Poi, io sono il primo a NON volermene stare sempre a casa perché ritengo che si debba mantenere un rapporto "umano" e uno spirito di squadra coi colleghi, quindi anche nei periodi in cui potevamo fare smart come volevamo, mi imponevo di andare in ufficio almeno una o due volte a settimana.
Ciò detto, secondo me la possibilità di lavorare da casa ha enormi vantaggi individuali e collettivi:
- almeno nel mio caso, fra 1,5 e 2 ore di macchina risparmiate ogni giorno
- abbattimento dei costi e dell'inquinamento
- libertà di potersi gestire
- minore stress e frenesia
- anche se sembra assurdo, mi sono reso conto che stando a casa mia in pantaloncini e maglietta, lavoro di più, più costantemente e meglio che non stando in ufficio.
Quindi in definitiva, lo smart working non è la soluzione a tutto, non sempre è applicabile e non tutti lo preferiscono.
Ma avere la possibilità di SCEGLIERE, secondo me può solo migliorare la vita di un lavoratore come il sottoscritto.
E se per caso qualcuno si lamenta è sempre colpa dei lavoratori fannulloni
Se gli obbiettivi se li fissano da soli, chi sta in capo a loro (o in capo all'azienda) è un fesso.
Prova a non raggiungere gli obiettivi che il capo ti ha fissato e vedi
in italia? dove licenziare un dipendente è, di fatto, impossibile?
Ci sono alcuni lavori dove trovarsi tutti è utile, ce ne sono molti altri dove invece l'unico scopo di portare la gente in ufficio è che così il capo può vedere il suo bestiame raggruppato
e ce ne sono alcuni dove se la gente non la porti in ufficio e non gli stai addosso con il mitra a fargli fare le cose, non combinano una ceppa.
Obiettivi che vengono sempre raggiunti ma spesso in modo sconveniente per l'azienda in quanto i manager forzano i dipendenti in modo da far risultare l'obiettivo come raggiunto ma in pratica creano più problemi che altro
vedi sopra.
Sono dipendente di un'azienda privata e mi occupo sia di installazioni / assistenza presso i clienti, sia di supporto da remoto.
Tolte le trasferte (che non sono mai state poche, anche se ultimamente si sono molto ridotte), il 99% del mio lavoro richiede solo un collegamento ad internet e un computer decenti e nient'altro.
Pre-pandemia dovevo litigare per poter svolgere una giornata di smart working ogni tanto, perché ovviamente "se non sei in ufficio non stai lavorando". Durante il lockdown del 2020, invece, siamo stati tutti in remoto per due mesi pieni e guarda un po', la produttività non è calata di un centimetro, anzi, l'azienda ha costantemente aumentato gli utili.
Oggi siamo autorizzati a svolgere due giorni a settimana (a scelta) di lavoro da remoto, senza problemi. La ritengo una vittoria a metà ma pur sempre una vittoria.
Abbiamo dimostrato che la maggior parte di quello che dobbiamo fare, lo possiamo fare indifferentemente stando in ufficio come a casa o in una stanza d'albergo.
Poi, io sono il primo a NON volermene stare sempre a casa perché ritengo che si debba mantenere un rapporto "umano" e uno spirito di squadra coi colleghi, quindi anche nei periodi in cui potevamo fare smart come volevamo, mi imponevo di andare in ufficio almeno una o due volte a settimana.
Ciò detto, secondo me la possibilità di lavorare da casa ha enormi vantaggi individuali e collettivi:
- almeno nel mio caso, fra 1,5 e 2 ore di macchina risparmiate ogni giorno
- abbattimento dei costi e dell'inquinamento
- libertà di potersi gestire
- minore stress e frenesia
- anche se sembra assurdo, mi sono reso conto che lavoro di più, più costantemente e meglio stando a casa mia in pantaloncini e maglietta, che non stando in ufficio.
Quindi in definitiva, lo smart working, non è la soluzione a tutto, non sempre è applicabile e non tutti lo preferiscono.
Ma avere la possibilità di SCEGLIERE, secondo me può solo migliorare la vita di un lavoratore come il sottoscritto.
Quello che dici è sacrosanto, ma torno a ribadire che serve un cambio di mentalità su come giudichiamo il lavoro delle persone.
Tu giustamente fai notare la produttività. Se il tuo stipendio fosse legato a quella (in tutto o in parte) non fregherebbe a nessuno dove sei a svolgere il tuo lavoro purchè tu lo faccia.
Purtroppo tu sei un caso (isolato, frequente, non frequente, qui ognuno ha le sue esperienze). Ci sono spesso casi di dipendenti che già faticano a lavorare quando sono controllati in ufficio, figurati da remoto...
Tu giustamente fai notare la produttività. Se il tuo stipendio fosse legato a quella (in tutto o in parte) non fregherebbe a nessuno dove sei a svolgere il tuo lavoro purchè tu lo faccia.
Purtroppo tu sei un caso (isolato, frequente, non frequente, qui ognuno ha le sue esperienze). Ci sono spesso casi di dipendenti che già faticano a lavorare quando sono controllati in ufficio, figurati da remoto...
Assolutamente d'accordo, infatti come ho specificato, non sempre lo smart working è applicabile e non è adatto a tutti.
La mia compagna, per esempio, detesta stare a lavorare a casa e se non è costretta, va sempre e comunque in presenza. Io al contrario sto benissimo a casa, è una cosa molto soggettiva.
Ma ribadisco, l'aspetto positivo è poter scegliere se farlo o meno, quando fino a tre anni fa sembrava utopia nella maggior parte dei casi...
Mi spiego:
un fenomeno noto è quello per cui quando si aumenta il numero di corsie di una strada con l'intento di ridurre il traffico l'effetto è solo quello di aumentare il numero di macchine che percorrono quella strada senza generare una vera riduzione dei tempi di percorrenza ma solo un miglioramento dell'economia della zona perchè la stessa strada è in grado di supportare più lavoratori.
Questo avviene per il semplice motivo che il traffico nelle strade (inteso come tempo di percorrenza) non dipende tanto dal numero di automobili che le attraversano ma piuttosto dalla volontà di chi le usa di sopportare un certo quantitativo di tempo in coda.
Questo comporta che quando allarghiamo la strada la riduzione del tempo di percorrenza ingolosisce più persone a percorrerla col risultato che presto o tarsi si arriverà di nuovo agli stessi tempi di percorrenza: si è raggiungo un equilibrio.
Detto questo cosa centra lo smart working?
Centra perchè riduce il numero di macchine che percorrono la stessa strada a parità di numero di lavoratori, di conseguenza inizialmente riduce il traffico, dopo qualche tempo aumenta il numero di macchine perchè altre persone diventano interessate a percorrere quella strada.
Questo porta ad un miglioramento della produttività simile a quello che si avrebbe allargando la strada ma senza la spesa per la costruzione di questa infrastruttura.
Hai un'analisi che avvalori il tuo ragionamento? Da quello che ho visto io
Le zone dove ci sono molti uffici che si sono convertiti a smartworking full o parziale hanno chiuso quasi tutti o hanno avuto una drastica riduzione del fatturato.
La scoperta dell'acqua calda! Venghino siori venghino
no...
anche qui c'è gente che litiga per venire in ufficio, stile fantozzi, non posso vivere senza le mie pratiche !
Sono dipendente di un'azienda privata e mi occupo sia di installazioni / assistenza presso i clienti, sia di supporto da remoto.
Tolte le trasferte (che non sono mai state poche, anche se ultimamente si sono molto ridotte), il 99% del mio lavoro richiede solo un collegamento ad internet veloce e un computer decente.
Pre-pandemia dovevo litigare per poter svolgere una giornata di smart working ogni tanto, perché ovviamente "se non sei in ufficio non stai lavorando".
Durante il lockdown del 2020, invece, siamo stati tutti in remoto per due mesi pieni e guarda un po', la produttività non è calata di un centimetro, anzi, l'azienda ha costantemente aumentato gli utili.
Oggi siamo autorizzati a svolgere due giorni a settimana (a scelta) di lavoro da remoto, senza problemi. La ritengo una vittoria a metà ma pur sempre una vittoria.
Abbiamo dimostrato che la maggior parte di quello che dobbiamo fare, lo possiamo fare indifferentemente stando in ufficio come a casa o in una stanza d'albergo.
Poi, io sono il primo a NON volermene stare sempre a casa perché ritengo che si debba mantenere un rapporto "umano" e uno spirito di squadra coi colleghi, quindi anche nei periodi in cui potevamo fare smart come volevamo, mi imponevo di andare in ufficio almeno una o due volte a settimana.
Ciò detto, secondo me la possibilità di lavorare da casa ha enormi vantaggi individuali e collettivi:
- almeno nel mio caso, fra 1,5 e 2 ore di macchina risparmiate ogni giorno
- abbattimento dei costi e dell'inquinamento
- libertà di potersi gestire
- minore stress e frenesia
- anche se sembra assurdo, mi sono reso conto che stando a casa mia in pantaloncini e maglietta, lavoro di più, più costantemente e meglio che non stando in ufficio.
Quindi in definitiva, lo smart working non è la soluzione a tutto, non sempre è applicabile e non tutti lo preferiscono.
Ma avere la possibilità di SCEGLIERE, secondo me può solo migliorare la vita di un lavoratore come il sottoscritto.
Dove lavoro io stessa storia, con finale differente.
Azienda di servizi IT e software, mai preso in considerazione lo smart working.
Poi arriva la pandemia, tutti a lavorare da remoto, produttività che non cala, utili e fatturato che continuano lievemente a crescere come in periodo pre-pandemia.
Poi si torna 100% in ufficio con smart working a richiesta gentilmente concesso per situazioni tipo "devo aprire al tecnico della caldaia".
Nel frattempo l'azienda ha ottenuto una crescita che non vedeva da anni nemmeno in pre-pandemia.
Tutti contenti? No. Basta smart working, nemmeno se preghi in aramaico. Viene il tecnico della caldaia? Prendi ferie.
Che te lo dico a fare?
Sono anche io dell'idea che basterebbe qualche giorno di smart a scelta per migliorare radicalmente la qualità della vita del lavoratore senza compromettere la produttività e nemmeno preoccuparsi.
Sullo smart working al 100%, invece, concordo che si debba avere la mentalità giusta, sia lato azienda che lato dipendente.
A me basterebbero 2 giorni a settimana o 3 in base alle esigenze; il rapporto umano professionale, per me, è utile e spesso fondamentale.
il lavoro lo scelgo vicino a casa e coi colleghi di ora mi trovo bene, non ho particolare motivo di preferire lo smartworking e stare in casa chiuso come un topo. ovviamente se ho delle commissioni da fare o se decidessi di viaggiare in questi due casi preferirei fare smart working ma sono eccezioni
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