IA in crescita, ma alcuni fattori ne frenano l'adozione. Lo studio di IBM
di Alberto Falchi pubblicata il 19 Maggio 2022, alle 15:21 nel canale InnovazioneUna ricerca a livello globale di IBM mostra come uno dei principali ostacoli per l'adozione dell'IA sia legato alla sicurezza dei dati, un problema evidenziato in particolare in Italia. Il Natural Language Processing potrebbe essere la soluzione
L'intelligenza artificiale è una delle tecnologie più dirompenti degli ultimi anni e sempre più imprese la stanno utilizzando per ottimizzare i processi di business, realizzare sistemi di manutenzione predittiva, gestire assistenti virtuali e in generale per dare senso all'enorme mole di dati raccolti. In alcuni settori l'IA viene applicata a quasi tutte le funzioni di business e secondo IBM il 44% delle imprese a livello globale la sta integrando nei propri processi.
Parecchie realtà, però, mostrano qualche preoccupazione su questa tecnologia, in particolare per quanto riguarda sicurezza, governance, conformità e privacy. IBM ha analizzato il fenomeno nel suo studio AI for business adoption study, dove ha intervistato 8.000 decision maker che lavorano i 20 Paesi, Italia inclusa.
I freni all'adozione dell'IA
Tre aziende su dieci hanno già adottato l'IA e quattro su dieci stanno valutando se integrarla nei propri processi. La maggior parte delle imprese che già utilizza soluzioni di intelligenza artificiale ha ottenuto benefici concreti, come il taglio dei costi e e una maggiore efficienza (54%), miglioramenti delle performance della rete e dell'infrastruttura IT (53%) e la capacità di offrire migliori esperienze ai propri clienti (48%).
Ma come viene utilizzata l'IA?
Nel 45% viene sfruttata in ambito HR, per migliorare i processi di assunzione, nel 35% per ovviare alla mancanza di competenze interne con l'adozione di strumenti low-code e no-code che fanno leva sull'IA, nel 50% dei casi per potenziare la formazione e il training dei dipendente e nel 65% per automatizzare i lavori manuali e quelli più ripetitivi.
Secondo lo studio di IBM, sempre più aziende stanno valutando la possibilità di adottarla: una su quattro per ovviare alla mancanza di competenze interne, e una su cinque per abbattere le proprie emissioni di CO2.
Eppure, nonostante numerosi casi di successo, sono ancora parecchie le imprese che nutrono alcuni dubbi. Le preoccupazioni espresse dai manager sono relative soprattutto alla capacità della propria azienda di gestire adeguatamente le informazioni: circa il 20% del campione infatti evidenzia difficoltà nel garantire la sicurezza delle informazioni, nel saper gestire la governance, nel riuscire a gestire dati da differenti sorgenti e in diversi formati e nell'integrare i dati sui vari servizi cloud cui si appoggiano.
Nello specifico, secondo l'analisi di IBM i cinque principali sono:
- carenza di competenze specifiche sull'IA (34%)
- costi troppo elevati (29%)
- mancanza di strumenti o piattaforme per sviluppare i modelli di IA (25%)
- complessità troppo elevata dei progetti e difficoltà nell'integrare e scalare l'architettura (24%)
- dati troppo complessi (24%)
Intelligenza artificiale per un business più sostenibile dal punto di vista ambientale
La sostenibilità ambientale è oggi uno dei principali temi e solamente una piccola percentuale di aziende non la mette ai primi posti (6% per le grandi aziende e 9% per quelle di piccole dimensioni). L'intelligenza artificiale si sta rivelando un prezioso strumento per riuscire a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
In che modo? Nel 37% dei casi viene usata per migliorare l'efficienza dei processi; nel 33% dei casi per acquisire dati più accurati e verificabili sulle performance ambientali della propria azienda, che poi verranno utilizzati nei report (non va dimenticato che i parametri ESG sono entrati nei bilanci delle aziende, in Europa); nel 29% dei casi l'IA è adottata per automatizzare la raccolta dei dati nell'ambito di operation particolarmente complesse; un altro 29% la utilizza per derivare insight dall'enorme mole di informazioni acquisite (sempre in ambito di sostenibilità).
"Più di un terzo delle aziende del campione di riferimento dell'IBM Global AI Adoption Index 2022 sostengono di utilizzare l'IA per rispondere a una miriade di differenti fattori e pressioni", ha commentato Tom Rosamilia, Senior Vice President di IBM Software. "Puntano sull'IA per risolvere problematiche legate alle competenze dei lavoratori e alla mancanza di dipendenti, per reagire alla pressione posta dalla concorrenza e per dare una risposta alle problematiche ambientali. La maggior parte degli intervistati afferma di usare già l'IA o di avere piani per adottarla nell'ambito delle iniziative di sostenibilità. Queste tendenze sottolineano il ruolo sempre più importante dell'IA sia nelle aziende sia nella società".
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