Il 2024 secondo Dassault Systèmes: le sfide e le opportunità per l'Italia

Il 2024 secondo Dassault Systèmes: le sfide e le opportunità per l'Italia

La sfida principale per le imprese? Secondo l'AD di Dassault Systèmes sarà gestire la complessità. Le soluzioni? Virtual Twin e Model Base System Engineering. Il PNRR? Potrebbe dare una spinta importante, se i fondi venissero scaricati finalmente a terra

di pubblicata il , alle 16:41 nel canale Innovazione
Dassault Systemes
 

Da ormai parecchi mesi Umberto Arcangeli è alla guida della filiale italiana di Dassault Systèmes, colosso francese che opera in svariati settori: difesa, manifatturiero, life science. L'azienda è nota prevalentemente per il suo software di CAD e simulazione 3DExperience, una piattaforma che negli anni si è evoluta per supportare le nuove esigenze del mercato e abbracciare le nuove tecnologie, come i digital twin e, più recentemente, i virtual twin. 

In occasione di un incontro con la stampa, abbiamo avuto modo di incontrare Arcangeli per discutere i piani del 2024 della multinazionale.

L'esigenza primaria delle aziende: ridurre la complessità

Umberto-Arcangeli

Parlando delle necessità dei propri clienti, indipendentemente dal settore in cui operano, Arcangeli ha sottolineato un aspetto chiave: ridurre la complessità. Le imprese hanno sì a disposizione tecnologie sempre più evolute ed efficaci, ma allo stesso tempo si trovano a fronteggiare sfide sempre più complesse. A partire dalle rivoluzioni avvenute negli ultimi anni nelle supply chain per arrivare alla necessità di abbattere in maniera significativa le emissioni di CO2. 

La soluzione secondo Dassault va cercata nella simulazione e nei virtual twin. Questi ultimi sono l'evoluzione dei digital twin, gemelli digitali di macchinari o interi impianti alimentati con i dati reali del macchinario, che consentono di avere una replica digitale fedele da usare per esperimenti e simulazioni. Rispetto ai digital twin, i virtual twin applicano  apprendimento ed esperienza tratte dai processi del mondo reale al modello del gemello digitale. E, soprattutto, semplificano la collaborazione, anche da remoto. 

E qui arriviamo a un secondo punto chiave toccato da Arcangeli: "se prima la priorità dei clienti era adottare software più recenti ed evoluti, ora il tema si è ampliato e l'interrogativo è come coinvolgere l'intera supply chain". Dopo le crisi degli ultimi anni, è diventato infatti chiaro che avere un maggiore controllo sulla catena di approvvigionamento permette non solo di ridurre i rischi e ottimizzare i costi, ma anche di accelerare il time to market. Oltre che abbattere le emissioni lungo tutta la catena del valore.

virtual twin

Secondo l'AD, il virtual twin può avere un ruolo chiave proprio nei processi di decarbonizzazione, dal momento che oggi è cambiato l'approccio e anche in Italia si sta iniziando a pensare già da subito alle future destinazioni di un progetto in lavorazione. Se, per esempio, si decidesse di realizzare domani un nuovo stadio, bisognerebbe ragionare già da prima di posare la prima pietra a come potrà essere utilizzato quell'edificio una volta terminata la sua funzione originaria. E per fare questi tipi di calcoli, il virtual twin si rivela un alleato fenomenale. 

2024: sfide e opportunità

Per quanto riguarda il 2024 Arcangeli è ottimista, e vede molto potenziale di crescita in Italia. Un elemento trainante potrebbe sicuramente essere rappresentato dai fondi del PNRR, sempre che riescano a venire impiegati concretamente. Perché "fino a oggi si è visto molto poco", afferma l'AD, aggiungendo anche un dettaglio importante: "le imprese che vogliono realmente fare innovazione, la fanno a prescindere dai contributi". Se per attivare piani di rinnovamento si dovessero sempre aspettare sussidi, insomma, non si andrebbe molto avanti. Anche se questi possono essere fondamentali per trasferire l'innovazione a tutti, anche alle PMI, come è avvenuto con il piano Industria 4.0, che ha dato un'importante spinta alla manifattura italiana. 

Secondo Arcangeli, nel 2024 vedremo le PMI fare ulteriori passi avanti nei loro processi di digitalizzazione, con una maggiore adozione di CAD, strumenti per la digital enterprise e soluzioni PLM (Product Lifecycle Management). Le realtà più strutturate, invece, punteranno maggiormente all'adozione di virtual twin e sistemi MES (Manufacturing Execution System).

Rimane però il nodo delle competenze, o meglio della difficoltà a reperirle, che potrebbe frenare le ambizioni di molte imprese. 

Decarbonizzazione ed economia circolare: ecco come la simulazione può essere d'aiuto

All'incontro era presente anche Chiara Bogo, Strategy & Marketing Senior Director EUROMED di Dassault Systèmes, che oltre a gestire il marketing supporta l'AD nelle decisioni strategiche. Bogo ha toccato un punto molto interessante sotto il profilo ambientale: quando un prodotto arriva al termine del suo ciclo di vita, cosa è meglio fare? Puntare al suo riutilizzo, magari in ambiti differenti, o riciclarlo? Non esiste una risposta univoca, adattabile a tutti i casi, ma Bogo ha portato l'attenzione sul fatto che il riciclo non sia sempre un approccio virtuoso. Riciclare dei materiali significa raccoglierli, trattarli, realizzarne altri. Tutte operazioni che richiedono un importante dispendio energetico, e conseguenti emissioni, alle quali vanno sommate quelle necessarie alla logistica e al trasporto. 

dexperience dassault

Il punto che sottolinea Bogo è la necessità di partire fin da subito con le idee chiare sulla destinazione di ogni nuovo prodotto e su come verrà gestito il suo intero ciclo di vita. Qui la simulazione e i virtual twin possono avere un ruolo importante, aiutando a simulare in anticipo una serie di problematiche, così da agire già in fase progettuale per rendere il prodotto meno impattante possibile sull'ambiente. Non solo quando viene prodotto, ma tenendo conto della sua intera vita. 

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