Wolters Kluwer Tax and Accounting Italia
Il commercialista: più consulenza e meno adempimenti. La visione di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia
di Redazione pubblicata il 12 Novembre 2020, alle 14:43 nel canale InnovazionePer i commercialisti è il tempo di ripensare il proprio ruolo e ragionare sulla vera funzione della professione: adempimenti o parte integrante di un meccanismo che punta alla crescita? La riflessione di Claudio Ferrante, di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia
“C’è a volte la sensazione che a qualche commercialista manchi l’entusiasmo innovativo. Vedo spesso staticità sul disbrigo degli adempimenti. A onor del vero, la massa di norme ed obblighi tributari è davvero enorme e non si può imputare nulla al professionista esausto che deve fronteggiare un vero e proprio tsunami normativo, ma la digitalizzazione e l’automazione dello studio potrebbero favorirlo”.
Claudio Ferrante, director sales di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, oltre a coordinare, guidare e indirizzare il team di vendita, è un profondo conoscitore del suo mercato, composto da studi professionali di ogni dimensione dislocati su tutto il territorio nazionale.
“La professione si era un po’ appiattita e a dare una certa scossa ha contribuito l’entrata in vigore della fatturazione elettronica. La semplificazione della parte contabile ha liberato spazi operativi e intellettuali ai professionisti italiani. La fatturazione elettronica ha favorito la riflessione da parte dei professionisti sulle necessità di sviluppare il proprio studio e su come tornare a occupare posizioni reputazionali che un tempo erano automatiche”.
Ecco come cambia il ruolo del commercialista
Il commercialista è stato storicamente il consulente principale dell’imprenditore, ma questa funzione si è sbiadita nel tempo a causa del proliferare delle norme e degli obblighi e della necessità di dedicare la maggior totalità del tempo al disbrigo degli adempimenti. Questo ha depresso un po’ la professione tanto da far chiedere ai clienti dei preventivi a vari commercialisti prima di operare una scelta. “Scegliere un commercialista sulla base di un costo è profondamente sbagliato e miope, ma sono proprio i professionisti che devono valorizzare il loro lavoro e far comprendere ai clienti che la loro consulenza è indispensabile alla crescita dell’impresa”.
Il Covid-19 ha peggiorato ulteriormente la situazione: il lock down e la sospensione di fatto dell’economia e del commercio hanno messo in difficoltà numerose realtà economico-commerciali che solo fino a pochi giorni prima prosperavano. È proprio in situazioni come queste che il commercialista con il suo studio deve acquisire una nuova dimensione e prendere coscienza che il suo status di professionista assume anche una rilevanza sociale non da poco. Sono proprio i professionisti a trovarsi, ora più che mai, nelle condizioni di dover aiutare un mondo produttivo che il Covid-19 ha colpito con violenza e indiscriminatamente.
“I professionisti devono non solo operare una trasformazione digitale, ma anche trasformare la propria attività, tornando a essere a tutti gli effetti consulenti dei propri clienti.”
Claudio Ferrante rileva come proprio le nuove soluzioni Genya e il programma "Con Te – B.Point edition", presentati recentemente, rappresentino un importante supporto sia al progresso digitale degli studi sia alla trasformazione professionale dei commercialisti.
“Come detto la professione non è più l’adempimento, l’F24. La professione è aiutare il proprio cliente in questo momento di estremo bisogno. Per questo il professionista deve in primis studiare il proprio cliente ed il suo mercato e dotarsi di strumenti che gli permettano di acquisire i dati tramite i quali elaborare strategie per far fronte alla crisi”.
Ferrante sottolinea come la responsabilità sociale sia una nuova peculiarità della quale i commercialisti devono prendere coscienza.
“Il commercialista non deve immaginare di gestire una chiusura. Non può aspirare a gestire un fallimento, ma deve supportare la rinascita di un’impresa commerciale o produttiva. Un business sano impatta sulla socialità e ogni chiusura non danneggia solo il commerciante o l’imprenditore, danneggia i fornitori, i clienti e tutte le loro famiglie, quindi è un danno sociale. Il «fall out» di una chiusura è vastissimo e bisogna evitarlo. Il commercialista lo può fare supportando i suoi clienti a pagare le tasse, ma anche aiutandoli ad essere più competitivi, così da aiutarli a uscire dalla crisi. Il servizio consulenziale è interpretato oggi ancora in modo elitario ma invece deve diventare un concetto di massa. In questo i professionisti devono cambiare e trasformarsi, uscendo dalla loro comfort zone e preparandosi ad aiutare non solo concettualmente, ma anche “fattivamente” i loro clienti. I commercialisti devono acquisire la consapevolezza della loro trasversalità nel successo, o meno, dei loro clienti.”
Claudio Ferrante fa riferimento alla recente presentazione delle nuove soluzioni che Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha ideato appositamente per offrire ai commercialisti non soltanto un’adeguata digitalizzazione, ma anche uno strumento polivalente che mette nelle loro mani tutto ciò che serve per trasformarsi in efficaci consulenti.
“Il commercialista deve essere reattivo rispetto alla domanda di oggi, e deve qualificarsi sempre di più e meglio ai propri clienti. Non è l’adempimento in sé che aiuta il professionista, ma l’adempimento digitalizzato, quello che gli restituisce i dati sui quali può costruire una strategia vincente per il suo cliente. Wolters Kluwer, con i suoi avanzati applicativi e programmi, mette a disposizione tutti gli elementi per una trasformazione digitale di successo. Ma la vera consapevolezza della centralità sociale dei professionisti deve crescere e solidificarsi in ognuno di loro autonomamente".