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Italiani, fame di Smart City: pronti ad aprire il portafogli per avere città più intelligenti
di Manolo De Agostini pubblicata il 11 Aprile 2022, alle 06:01 nel canale InnovazioneGli italiani hanno fame di Smart City e sono pronti a "sacrifici" per vedere uno sviluppo tecnologico - sociale delle aree urbane. Milano, Bologna e Padova le città percepite come "più intelligenti", ma la strada verso la vera innovazione è ancora lunga.
32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOramai e' come tirare una salsiccia in un corridoio
Smart oggi è solo una parola super abusata per non dire niente, che poi qui da noi la parola viene usata per lo più con il significato di "raffinato" ed "elegante", e non "intelligente"...direi che forse è anche ora di eliminare un po' di termini stranieri che nella nostra lingua hanno significati completamente diversi.
Completamente d'accordo.
A parte che esistono app apposta, che prontamente ti notificano autobus che non esistono, in fermate più particolari ci sono le paline che ti danno le stesse informazioni...e comunque si, ci faccio cavoli con l'informazione che l'autobus non passa.
Fossero solo gli ascensori e le scale mobili...tra chiusure per lavori, guasti, manutenzione ai treni che non è stata fatta, la metro a Roma già è tanto che ancora ci stà.
Secchioni che nella migliore delle ipotesi funzioneranno per un breve periodo e poi verranno disattivati, come hanno fatto qui a Roma con i semafori "smart", talmente "smart" che invece di snellire il traffico lo facevano aumentare...che poi qui a Roma, soprattutto nelle periferie, quando non raccolgono l'immondizia danno fuoco ai secchioni, quindi secondo me sono soldi buttati.
E allora bisognerebbe chiedersi come in molte altre questioni, come gestire e soprattutto capire la priorità dal "più" per non dire "superfluo" perche' magari superfluo non è. Prima di appunto avere una metropolitana con il WiFi gratis o che sò un territorio di campagna con un mega impianto di videosorveglianza stradale che manco una base militare per "contare i trattori che passano" forse.. magari.. viene da chiedersi che sò ci sono abbastanza medici di base a gestire quel territorio e se hanno studio libero con orari tutti i giorni o che so se ci sono abbastanza parcheggi gratuiti per evitare di vedere auto in tripla fila. POI ciò non toglie che si possa ANCHE fare nel frattempo o successivamente impianti tecnologici digitali.
"Smart" come e' stato detto non vuol dire nulla sul piano reale. Si e' voluto aumentare i ritmi di vita a livelli assurdi e poi si cerca di sintonizzare quei tempi con servizi o logiche che non possono essere gestiti con quei tempi. Forse rallentare potrebbe far rendere conto di come si vive in generale a prescindere da quale Paese o organizzazione, credo sia eguale ovunque.
Detto questo lasciatemi dire che "studi" di questo tipo lasciano il tempo che trovano, sono solo un concentrato di buzzowords messe a casaccio su una slide da qualche cintura nera di Powerpoint...
Per il resto, cosa significa smart city dal punto di vista di una società che sviluppa soluzioni di questo tipo?
Una banalissima servlet su un Tomcat messo alla buona su qualche server, con una form, magari acceduta da smartphone con la mappa di Google Maps (o openstreetmap se l'amministrazione di turno ha il "braccino corto" per segnalare qualcosa con una banalissima form che usa un paio di tabelline su un db MySQL.
Lato backend una istanza Elasticsearch e un middleware a caso per fare l'ingestion dei dati (passati 99 volte su 100 mediante csv salvato su qualche server ftp o se va bene sftp, in pieno stile anni '90) e Kibana per disegnare tutte quelle belle "tortine" e graficini che fanno tanto figo e piacciono a tutte le persone che non sanno nemmeno lontanamente cosa stanno guardando "Però ehi! Sono così fike in conferenza stampa..."
Ecco svelato cosa sono le "smart cities", un ammasso di banalità raffazzonate che tecnicamente si potevano benissimo realizzare negli anni '90, mancava giusto qualche supercazzola grafica e strumenti agevoli per generare tutte quelle belle tortine e graficini, ma della sostanza non mancava nulla.
Altro che 5G e IA...
Detto questo lasciatemi dire che "studi" di questo tipo lasciano il tempo che trovano, sono solo un concentrato di buzzowords messe a casaccio su una slide da qualche cintura nera di Powerpoint...
Per il resto, cosa significa smart city dal punto di vista di una società che sviluppa soluzioni di questo tipo?
Una banalissima servlet su un Tomcat messo alla buona su qualche server, con una form, magari acceduta da smartphone con la mappa di Google Maps (o openstreetmap se l'amministrazione di turno ha il "braccino corto" per segnalare qualcosa con una banalissima form che usa un paio di tabelline su un db MySQL.
Lato backend una istanza Elasticsearch e un middleware a caso per fare l'ingestion dei dati (passati 99 volte su 100 mediante csv salvato su qualche server ftp o se va bene sftp, in pieno stile anni '90) e Kibana per disegnare tutte quelle belle "tortine" e graficini che fanno tanto figo e piacciono a tutte le persone che non sanno nemmeno lontanamente cosa stanno guardando "Però ehi! Sono così fike in conferenza stampa..."
Ecco svelato cosa sono le "smart cities", un ammasso di banalità raffazzonate che tecnicamente si potevano benissimo realizzare negli anni '90, mancava giusto qualche supercazzola grafica e strumenti agevoli per generare tutte quelle belle tortine e graficini, ma della sostanza non mancava nulla.
Altro che 5G e IA...
Grazie per la conferma. Non avevo dubbi. La solita aria fritta per fare scena, quando sono decenni che non riusciamo come collettività e come istituzioni a risolvere ben altri problemi.
Ma infatti qui a Roma tante cose ci sono già da anni, mi sa che c'era ancora il 3G quando sono state messe...poi che i servizi non funzionino è un altro conto, di certo il monitoraggio in tempo reale degli autobus serve a poco se l'autobus in questione non esiste fisicamente, o perché guasto, o perché bloccato chissà dove o semplicemente perché al capolinea decidono di non farlo partire perché c'è poca gente e non gli conviene far partire un autobus vuoto.
senza offese, si intende
senza offese, si intende
"cojone and proud to be"
edit:
mi riferisco a me, sia ben chiaro :P
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