L'IA lavorerà al nostro posto... col rischio concreto di rubarci il lavoro. Lo studio di McKinsey
di Riccardo Robecchi pubblicata il 09 Agosto 2024, alle 10:01 nel canale InnovazioneMcKinsey ha pubblicato uno studio in cui parla delle opportunità per le aziende che adotteranno l'IA, con un aumento della produttività, ma anche dei rischi: milioni di posti di lavoro potrebbero semplicemente sparire
Il 30% delle ore lavorate attualmente dalle persone potrebbe essere automatizzato entro il 2030. Questa la prospettiva messa sul piatto dallo studio “Un nuovo futuro del lavoro: la corsa per mettere in opera l’IA e incrementare le competenze in Europa e oltre” (“A new future of work: The race to deploy AI and raise skills in Europe and beyond”) del McKinsey Global Institute. E c’è da domandarsi quanto un simile scenario sia realistico e quanto sia positivo.
L’IA lavorerà per noi? Forse non in senso positivo
Il rapporto di McKinsey afferma che “l’Europa e gli Stati Uniti fanno i conti con cambiamenti nella domanda di lavoro, spinti non solo dall’IA e dall’automazione, ma anche da altre tendenze, inclusi gli sforzi per arrivare alle emissioni zero, l’invecchiamento della popolazione, la spesa per l’infrastruttura, gli investimenti tecnologici e la crescita nell’e-commerce”. Le professioni nei settori della sanità, delle scienze e della tecnologia vedranno un aumento della domanda che arriverà fino al 25% (3,3 milioni di lavoratori) in Europa, mentre settori come la produzione industriale vedranno una riduzione del 5,3% (900.000 lavoratori), il servizio ai clienti del 12,1% (1,7 milioni) e i ruoli di supporto negli uffici del 18,3% (5 milioni di persone).
Va da sé che numeri del genere sono enormi e costituiscono quindi un problema serio a livello sociale, oltre che a livello personale per tutti coloro i quali perderanno il proprio posto di lavoro. McKinsey dice quello che è già noto da tempo: ovvero che, con l’automazione, le competenze minime si stanno alzando sempre di più e saranno richieste sempre più qualifiche per poter lavorare.
Ciò è vero in particolar modo con l’avvento dell’IA generativa, grazie alla quale le aziende potrebbero automatizzare fino al 27% delle ore lavorate (in Europa; negli USA si arriva al 30%). Ciò significherebbe una “transizione occupazionale” di 12 milioni di persone; un modo più carino per dire che 12 milioni di persone si troveranno probabilmente senza un lavoro e dovranno imparare a svolgerne un altro. Un modello in cui l’IA venga adottata più lentamente prevede comunque che 8,5 milioni di persone perderanno il proprio lavoro e dovranno reinventarsi. Che, com’è ben noto, è tutt’altro che facile. In particolare quando i lavori che richiedono poche qualifiche andranno via via sparendo.
Il problema centrale è e resta quello delle competenze: le aziende faticano già da ora a trovare persone in grado di rispondere ai requisiti. McKinsey afferma che le aziende intervistate intendono ri-formare il 32% della propria forza lavoro, con variazioni tra i vari settori; assumere nuovo personale è un’opzione per il 23% dei manager, mentre il 18% si affiderebbe a consulenti esterni. Già ora ci tocca leggere articoli di giornale in cui gli imprenditori si lamentano di non trovare personale, lasciamo alla vostra fantasia immaginare cosa succederà a quel punto.
Non mancherebbero i vantaggi per i lavoratori che riescono ad acquisire le giuste competenze, dato che il livello di paga sarebbe più elevato. Il problema è che lo stesso studio di McKinsey fa notare come la produttività crescerebbe fino al 3,1% nel caso di un riassorbimento completo dei lavoratori nel mercato, e del 2,5% nel caso in cui 10,2 milioni di persone si trovassero senza lavoro. Se assumere i lavoratori valga quello 0,6% di produttività è una questione che dovranno decidere i dirigenti nei prossimi anni, ma lo storico non promette bene.
McKinsey ammette che “è probabile che le occupazioni con paghe inferiori vedranno una riduzione nella domanda e che i lavoratori dovranno acquisire nuove competenze per effettuare la transizione verso un lavoro meglio pagato. Se ciò non accade, c’è il rischio di un mercato del lavoro più polarizzato, con più lavori meglio pagati che lavoratori e troppi lavoratori per le professioni esistenti a bassa paga. […] Un reimpiego lento dei lavoratori potrebbe rendere milioni di persone incapaci di partecipare produttivamente al futuro del lavoro.” Che è, di nuovo, un modo carino per dire che c’è la possibilità che milioni di persone rimangano disoccupate e senza prospettiva di trovare un lavoro.
Una frase di Romano Prodi è rimasta famosa: “con l’Euro lavoreremo un giorno in meno guadagnando come se lavorassimo un giorno in più”. A oltre vent’anni di distanza, possiamo affermare senza dubbio alcuno che non è stato così. McKinsey sembra anticipare qualcosa di simile: grazie all’IA potremo lavorare di meno, mantenendo (o addirittura aumentando) lo stipendio. Bisognerà vedere se questa profezia sarà simile a quella di Prodi: le premesse non sono ottime.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAh, senzadubbiamente !
Comunque ci tengo a farvelo sapere, l'ora pre-lavoro di meditazione e di rilassamento mentale di questa mattina è andata in fumo...
...peccato, avevo allineato i chakra e ora sono tornato di botto in modalità "Germano Mosconi", pace all'anima sua !!!
Questi sono quelli che ti mandano i neolaureati a 1000€ al giorno per fare le slide... insieme a te, perché se non gli dici cosa metterci e come non sanno fare una mazza.
Non ci vedrei nulla di male se in futuro ci sarà uno squilibrio tra produzione e consumo, in sè il denaro acquisisce valore in base alla forza economica degli stati che lo usano, l'aumento di benessere generale sarebbe reale perché è migliorata l'efficienza della produzione
Ah ma quindi non era una sensazione solo mia... Stesso e identico pensiero dopo che ci ho avuto a che fare nell'azienda dove lavoro...
Dovrebbero preoccuparsi loro di essere sostituiti dall'IA, persino oggi ChatGPT potrebbe fare un lavoro migliore!
Naturalmente la forbice tra ricchi e chi non arriverà a fine mese si amplierá ulteriormente.
Comunque ci tengo a farvelo sapere, l'ora pre-lavoro di meditazione e di rilassamento mentale di questa mattina è andata in fumo...
Tornado IT.
Mi chiedo se i vari dirigenti, manager, direttori e co. hanno considerato l'impatto sulle vendite dei beni prodotti quando ci saranno tanti disoccupati a spasso. Perché chi non ha uno stipendio, o lo ha molto basso, credo che oltre ai bisogni primari non vada ad acquistare altro.
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