Le soluzioni di Ivanti hanno protetto il museo di Van Gogh e garantito lo smart working durante la pandemia

Le soluzioni di Ivanti hanno protetto il museo di Van Gogh e garantito lo smart working durante la pandemia

Alcune soluzioni sviluppate dall'azienda americana hanno permesso non solo l'implementazione dello smart working in sicurezza, ma anche l'abbattimento dei tempi di aggiornamento dei dispositivi e dei server del museo

di pubblicata il , alle 13:21 nel canale Innovazione
IvantiSmart Working
 

Il museo Van Gogh di Amsterdam ospita la più grande collezione al mondo di opere d'arte dedicate a Vincent van Gogh (1853 – 1890). All'interno della struttura sono disponibili 200 dipinti, 500 disegni e gran parte delle lettere scritte dell'artista olandese. Un team di circa 325 dipendenti lavora quotidianamente per preservare l'eredità di Vincent van Gogh. Per un museo così famoso e visitato, la pandemia ha rappresentato una sfida difficile da affrontare, e non solo da un punto di vista economico (l'89% delle entrate arriva dalla vendita dei biglietti). Il museo ha dovuto adottare una serie di soluzioni per poter andare avanti durante l'emergenza sanitaria. Ivanti, azienda statunintense che collabora con l'istituzione olandese dal 2016, ha messo a disposizione la soluzione Ivanti Security Controls che ha permesso ai responsabili IT del museo di affrontare e risolvere una serie di problematiche tecniche. 

Le soluzioni di Ivanti hanno garantito la cybersecurity dei lavoratori da remoto 

La soluzione di Ivanti permette agli amministratori IT, infatti, di aggiornare le vecchie versioni dei software direttamente da remoto, senza che l'utente si accorga di nulla. Rob de Zwaan, Senior Systems Administrator del museo di Van Gogh, ha commentato: "Prima il processo di aggiornamento richiedeva non solo una persona dedicata e circa 10 ore a settimana. Con Ivanti Security Controls è sufficiente un’ora al mese per farlo, con un risparmio del 97,5% del tempo".

Per questo motivo l’aggiornamento dei notebook in dotazione ai dipendenti è diventato prioritario per garantire la sicurezza del museo stesso: i dipendenti dispongono sui propri PC aziendali di informazioni sensibili che valgono potenzialmente milioni di euro nelle mani di organizzazioni criminali. I dipendenti del museo ora possono lavorare in completa sicurezza, prendendo accordi di spedizione e di consegna. "Ora non devono preoccuparsi se il loro laptop è ancora sicuro o se stanno utilizzando un software che potrebbe essere compromesso", ha affermato Rob de Zwaan. "Ora sappiamo che i nostri dipendenti possono svolgere il proprio lavoro da qualsiasi luogo su una macchina sicura. Anche se si trovano in Cina, Australia o New York, purché abbiano una connessione a Internet, possiamo aiutarli e aggiornare i loro sistemi".

Il reparto IT del museo ha cercato di migliorare anche la sicurezza di desktop e server adottando due soluzioni come Ivanti Workspace Control e Ivanti Cloud Relay, piattaforme che permettono di aggiornare da remoto - in tempo quasi reale - ogni applicazione disponibile sui sistemi aziendali. Grazie a queste soluzioni, il reparto IT ha migliorato del 72% i tempi di aggiornamento dei circa 100 server del museo, un'operazione che precedentemente richiedeva circa 36 ore ogni mese (e una persona dedicata). Come ha aggiunto Rob de Zwaan: "Eravamo fortunati se riuscivamo a finire per le 2 del mattino. Oggi bastano due persone che iniziano alle 18:00 e finiscono entro le 23:00. Sono circa 10 ore uomo al mese, contro le 36 precedenti, un risparmio di tempo del 72%".


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