PNRR e IA possono accelerare la trasformazione digitale del Paese. L'analisi di The European House - Ambrosetti e IBM
di Alberto Falchi pubblicata il 06 Dicembre 2023, alle 12:31 nel canale InnovazioneL’Italia è tradizionalmente rappresentata come il Paese fanalino di coda della trasformazione digitale a livello europeo ma vi sono ambiti di sviluppo – attualmente non rappresentati negli indicatori tradizionali – che testimoniano rilevanti miglioramenti e posizioni di leadership del nostro Paese
Sebbene l'Italia sotto il profilo del digitale sia storicamente indietro rispetto agli altri Paesi europei, ultimamente si stanno facendo degli importanti passi avanti e ci sono numerose opportunità di ulteriore crescita, legate prevalentemente al PNRR e all'adozione dell'intelligenza artificiale. È quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto annuale dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia lanciato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Fondazione IBM Italia.
Italia ultima nell'indice DESI, ma si stanno facendo progressi
L'indice DESI (Digital Economy and Society Index) indica lo stato di digitalizzazione del Paese, e l'Italia si trova al 18° posto, fra le ultime posizione. Non è certo una novità, ma secondo lo studio di Ambrosetti e IBM il quadro è più complesso e, analizzando una serie di indicatori, si evidenziano importanti passi avanti sotto il profilo del digitale.
Nello specifico, si segnala un incremento del valore dell'e-commerce, che è passato dai 19,8 miliardi di euro del 2016 a 48,1 miliardi nel 2022, oltre che una grande accelerazione sul sistema pubblico di identità digitale. Dal meno di un milione di SPID attivi nel 2016 si è passati a ben 35 milioni di identità digitali attive nel 2022.
Incrementati significativamente i pagamenti cashless, che sono quasi raddoppiati in valore, arrivando a quota 205 miliardi di euro. Il fascicolo sanitario elettronico (FSE), invece, è attivo per il 98% della popolazione italiana.
Ma non mancano alcune ombre
Nonostante gli importanti miglioramenti, il Bel Paese rimane sotto la media europea su svariati profili, anche se si è ridotto il divario. Secondo il Tableau de Bord realizzato dall'Osservatorio, che fotografa anno per anno lo sviluppo digitale del sistema-Paese, l’Italia registra un posizionamento elevato o di eccellenza in 8 indicatori su 24 e risulta nelle ultime 9 posizioni a livello europeo in 9 indicatori su 24.
Sotto il profilo della connettività, per esempio, l'Italia è al primo posto in UE per la diffusione del 5G. Allo stesso tempo, sotto il profilo del capitale umano si evidenziano problemi non trascurabili: poca frequenza di accesso a Internet per la posizione in età lavorativa e una scarsa percentuale di laureati in materie ITC. Per colmare il gap relativo al capitale umano, secondo l'analisi servirebbero 9 anni, tenendo il ritmo attuale. Prevale un atteggiamento di scetticismo verso il digitale: solamente per il 36% degli italiani la digitalizzazione porterà più vantaggi che svantaggi, contro il 41% della media UE.
Contribuisce probabilmente anche la situazione economica: il PIL pro capite in Italia è addirittura più basso di quello del 2000, a causa della scarsa produttività. Ma secondo Ambrosetti, i fondi del PNRR potrebbe portare a un cambio di marcia, così come l'adozione dell'IA.
Come risalire la china: le linee di azione suggerite
L'Osservatorio ha anche stilato alcune linee guida su come il Paese potrebbe accelerare il suo sviluppo digitale:
- Promuovere un approccio multidisciplinare alla formazione e allo sviluppo delle competenze in ambito digitale, valorizzando il ruolo di Transizione 4.0 e del futuro programma 5.0. A tal fine, si ipotizza di introdurre l’obbligo all’interno dei curricula universitari in ambito ICT di almeno un corso riguardante il legame tra digitalizzazione, governance, etica, inclusione e sostenibilità.
- Rendere l’etica e l’inclusione i principi guida della transizione digitale, formulando un principio di garanzia di etica e inclusione da applicare allo sviluppo dei progetti digitali della Pubblica Amministrazione, sul modello del principio “once only”, istituendo figure a livello territoriale predisposte all’inclusione digitale, promuovendo modelli collaborativi e bottom-up, e promuovendo indicatori di monitoraggio dell’etica della digitalizzazione.
- Permettere a cittadini e imprese di cogliere i benefici dell’Intelligenza Artificiale tramite un New Deal dell’IA per stimolarne la diffusione a livello di sistema-Paese, valorizzando il ruolo di Competence Center e Digital Innovation Hub, prevedendo forme di incentivazione e accesso semplificato e favorendo la formazione in azienda. Altrettanto importanti sono i meccanismi multi-stakeholder e una legislazione basata sul rischio.
- Abilitare lo sviluppo della cybersecurity in chiave competitiva nelle imprese. Per questo obiettivo, si propone di sviluppare l’attività di accompagnamento alle imprese, promuovere le competenze anche tramite requisiti di disclosure delle competenze dei vertici aziendali e promuovere corsi di formazione diretti alle imprese per sviluppare la capacità proattiva e reattiva ai rischi cyber.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infochi visse sperando... morì... dai la sai la fine
poi il PNRR fa tappo, quindi non ti fanno manco xxx perchè ti mettono il tappo ar
i soldi ci sono, sono quelli dei tuoi contributi, ma non tornano a casa, vanno alle multi nazi e ai paesi emergenti dell'est dove la corruzione è alle stelle
bell'invenstimento d'altra parte si parla di EU
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