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Trasformazione digitale e blockchain: ne abbiamo parlato con il Chief Innovation Officer EMEA South di SAP

di pubblicata il , alle 11:21 nel canale Innovazione Trasformazione digitale e blockchain: ne abbiamo parlato con il Chief Innovation Officer EMEA South di SAP

Abbiamo incontrato Carlos Diaz di SAP e passato del tempo insieme parlando di trasformazione digitale, intelligent enterprise e di blockchain, cercando di capire come sta cambiando il mondo del business e come si muovono le aziende per adeguarsi

 

A Milano si è tenuto l'evento SAP NOW, una giornata organizzata da SAP per raccontare alle aziende di ogni dimensione l'importanza di trasformare il proprio business tramite il digitale, così da cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia.

Fra una sessione e l'altra abbiamo avuto modo di incrociare Carlos Diaz, Chief Innovation Officer EMEA South di SAP , al quale abbiamo rivolto alcune domande, iniziando proprio dal concetto di trasformazione digitale: come è vissuta dalle imprese e qual è la percezione che hanno i manager, soprattutto nel territorio EMEA South, quello seguito da Carlos, di cui fa parte l'Italia.

"Le piccole aziende a conduzione familiare con figli di seconda o terza generazione [che stanno prendendo le redini dell'azienda, NdR] sono perfettamente a conoscenza del fatto che devono rinnovarsi" - ci spiega Carlos Diaz - "Vengono da noi a chiedere consulenza, a cercare quei pezzi mancanti che permettano di coprire il gap con realtà più strutturate. Noi li aiutiamo a capire cosa gli serve e ad allineare i processi interni con le esigenze. Per farlo non basta un prodotto, ma è necessario integrare un set di tecnologie complesse. Il nostro obiettivo è portarle ad automatizzare il 50% dei processi". 

Carlos Diaz SAP

Quando Carlos parla di automazione non si riferisce solamente all'automazione industriale, ai macchinari insomma, ma soprattutto ai processi interni di gestione, come quelli finanziari e relativi alle risorse umane, che possono essere delegati a dei bot, così da permettere alla forza lavoro di concentrarsi su ambiti dove l'intelligenza "umana" può portare del valore aggiunto, risparmiando tempo e denaro. 

Un concetto che sembra quasi scontato per chi come noi parla di tecnologia ma che nella realtà non è percepito da tutti "Per avviare questi processi, in azienda è necessario che ci sia un catalizzatore. Qualcuno che comprenda l'importanza dell'automazione, dell'AI. Soprattutto, gente che comprenda il valore dei dati e l'importanza della tecnologia".

Quando chiediamo a Carlos se si aspetta l'arrivo di qualche nuova rivoluzionaria tecnologia, però, mostra scetticismo e ci racconta che non crede che nel breve termine ci saranno grandi stravolgimenti. Non che la ricerca si fermi, sia chiaro, ma siamo al punto in cui dobbiamo far evolvere quello di cui disponiamo e renderlo maturo, come è accaduto recentemente con l'intelligenza artificiale e la blockchain, tecnologie sulle quali si sperimenta da tempo e che ora sono mature e pronte per essere integrate nelle aziende.

La blockchain? Ha senso solo in pochissimi ambiti

Quando Carlos ha citato la blockchain abbiamo colto l'occasione per approfondire il discorso, cercando di comprendere quali siano - al di là degli annunci di marketing - i reali scenari di utilizzo di questa tecnologia al di fuori del mondo finanziario e delle criptovalute. "La blockchain può essere utilizzata all'interno delle aziende e il comune di Bolzano per esempio la utilizza per catalogare documenti, certificarne l'originalità e immutabilità nel tempo ma devo ammettere che gli scenari per i quali la blockchain è la tecnologia ideale sono molto pochi. Il motivo è che c'è bisogno di consenso, di autorità distribuita, una massa critica di utenti. Componenti che spesso non sono necessari alle aziende, tanto che conviene affrontare il problema usando tecnologie differenti [dalla blockchain]. La mia opinione è che la blockchain sia adeguata solo a un limitato numero di casi di utilizzo".

Non sono le regole a complicare il business, ma la loro gestione

Un aspetto su cui si è soffermato Carlos durante la nostra intervista è quello relativo alle regole. L'Australia, ci spiega, ha investito l'equivalente di 27 miliardi di euro per creare nuove leggi e per assicurarsi che i cittadini le seguano. Le imprese australiane dal canto loro hanno investito l'equivalente di 67 miliardi per essere a norma. 

"Un sacco di soldi solo per assicurarsi che la gente segua i processi" - ci spiega Carlos - "Perché le regole non sono integrate all'interno dei processi? Questo è un nuovo approccio che si sta diffondendo e che viene definito "Legislation as code" ed è una combinazione di blockchain e intelligenza artificiale. Così facendo, qualsiasi transazione effettuata sarebbe automaticamente una fonte affidabile. Il settore pubblico dovrebbe essere il primo ad implementare questo approccio, facendo così risparmiare ai propri cittadini parecchio denaro". 

 

 

1 Commenti
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davide311223 Ottobre 2019, 22:12 #1
... e meno male che c'è qualcuno che fa una considerazione sensata sulla reale utilità delle blockchain.

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