Un'assicurazione per l'identità digitale? Oggi è possibile con l'app di Wallife
di Alberto Falchi pubblicata il 18 Aprile 2023, alle 14:01 nel canale InnovazioneMolte grandi aziende si stanno assicurando contro i danni che potrebbero provocare degli attacchi informatici. La startup Wallife nasce per permettere a tutti, sia PMI sia privati, di avere una protezione contro i rischi legati al furto di identità
Un attacco informatico, come ben sappiamo, può mettere in ginocchio un'impresa, interrompendo la produzione e creando anche seri danni di immagine, minandone la credibilità. Per questo motivo sempre più aziende stanno sottoscrivendo polizze per assicurarsi contro i rischi cyber derivanti da attacchi informatici. Nella maggior parte dei casi, però, queste soluzioni sono dedicate alle medie e grandi aziende, non alle realtà più piccole o ai privati.
La startup Wallife nasce per tappare questo buco, offrendo una polizza economica e semplicissima da stipulare, che non richiede nemmeno di parlare con un broker assicurativo: basterà infatti installare un'app per avere copertura immediata contro i danni risultati da un eventuale furto di identità.
Insurtech: arriva la protezione dell'identità digitale
Wallife è una startup con sede a Roma e uffici a Milano, Parigi, Torino, Zurigo e Filadelfia. Il fondatore, Fabio Sbianchi, non è proprio l'ultimo arrivato nell'ambito delle assicurazioni, tanto che è la persona che ha ideato nel 2002 Octo Telematics, una delle soluzioni di scatola nera per l'assicurazione dei veicoli più diffuse in Italia e non solo.
Nel 2021 Bianchi ha lanciato Wallife, startup che opera nell'ambito dell'insurtech e si concentra su due temi: da un lato effettua ricerche per individuare i trend tecnologici che possono impattare sul futuro, individuandone i rischi. Dall'altro, una volta identificate le criticità, offre una mitigazione assicurativa. In parole semplice, Wallife offre una polizza assicurativa contro i rischi tecnologici. Per esempio, quelli derivanti dal furto di identità digitale.
Al contrario delle imprese assicurative tradizionali, però, Wallife ha una forte componente tecnologica e dispone di team di ricercatori si occupano di individuare i rischi intrinseci a ogni tecnologia, così da trovare soluzioni per mitigarli, ancora prima che offrire indennizzi in caso di incidenti informatici.
Al momento la startup è focalizzata su tre aree:
- Walllife Biometrics ID, che si concentra sui rischi dovuti all'utilizzo improprio di dati biometrici, come impronte digitali, scansioni del volto e dell'iride;
- Biohacking, cioè sull'individuare potenziali criticità in dispositivi medicali come pacemaker o altri impianti biomedicali;
- Genetica, andando a fare ricerca sui potenziali rischi della manipolazione del DNA e delle celle staminali.
Una volta individuati i rischi, il passaggio successivo è quello di fornire un'adeguata copertura assicurativa, oltre che strumenti di protezione adeguati che riducono la possibilità di violazioni.
Attualmente, Wallife offre coperture assicurative nella sola Europa, ma l'obiettivo è quello di espandersi nel resto del mondo, come testimoniano le sedi nel Regno Unito e negli USA.
Wallife Biometrics ID: l'app per proteggere l'identità digitale
Attualmente, Wallife offre un solo prodotto, Wallife Biometrics ID, una soluzione progettata per proteggere l'identità digitale e offrire una copertura assicurativa che copre i danni derivanti dal furto di identità. Due, nello specifico, le forme di copertura: Wallife Biometric ID Social, pensata per proteggersi e assicurarsi dal rischio di furto degli account social. Un problema da non poco per gli influencer, che guadagnano proprio grazie alle proprie attività sulle piattaforme social, ma anche per le persone comuni: il furto di un account social comporta seri problemi di privacy e può permettere a malintenzionati di effettuare anche truffe utilizzando le informazioni personali della vittima.
Wallife Biometric ID Wallet, invece, copre i rischi derivanti dall'accesso fraudolento a sistemi di pagamento: home banking, e-commerce, carte di credito e via dicendo.
L'app è stata lanciata di recente e i clienti possono installarla ottenendo tre mesi di prova gratuita. La copertura assicurativa è legata all'app, che non serve solamente a stipulare un contratto, ma garantisce anche la protezione del dispositivo, un po' come se si trattasse di un antivirus. Applicando l'intelligenza artificiale e il machine learning, gli sviluppatori hanno integrato in questa app una serie di controlli che verificano costantemente che sia sempre il proprietario dello smartphone a eseguire le operazioni. Con i semplici controlli biometrici, ma anche tenendo conto di svariati segnali che permettono di identificare in maniera univoca l'utente: la posizione geografica, le statistiche di utilizzo, anche il modo in cui viene maneggiato, facendo leva sui sensori presenti su tutti i telefoni. Perché, banalmente, anche il modo con cui una persona è solita tenere il telefono in mano o appoggiarlo sul tavolo permettono di capire se è veramente il proprietario a utilizzarlo o si tratta di un'altra persona.
L'assicurazione cyber di Wallife nel dettaglio
Come già detto, i clienti potranno decidere fra Wallet, che protegge da furti bancari o di carte di credito, e Social, pensata per la copertura social. Per quanto riguarda quest'ultima, il costo è di 4,50 euro al mese e garantisce la cancellazione dei dati compromessi in caso di accesso fraudolento e furto dei dati o un rimborso economico in caso di incidente. L'assicurazione prevede la cancellazione dei dati dell'assicurato fino a 10 link all'anno, e non prevede alcuna franchigia. In alternativa alla rimozione, i clienti possono optare per un rimborso annuale per un valore massimo di 1.000 euro per ogni incidente, con una franchigia di 150 euro.
La protezione dei wallet digitali, invece, prevede tre formule. Smart, la più economica, costa 4,50 euro al mese e protegge dall'uso non autorizzato di carte di credito o altri metodi di pagamento, anche digitali. Non solo: offre anche una copertura per l'uso illecito di strumenti di identificazione o autenticazione, inclusi i documenti di identità. In caso di incidenti, il massimale per il rimborso è di 3.500 euro a incidente, con una franchigia di 350 euro.
La formula Classic, 7,50 euro al mese, offre anche assistenza sui dispositivi digitali, sia per smartphone sia per desktop. Sono anche inclusi ulteriori strumenti che avvisano l'utente nel caso vengano trovate online, anche sul dark web, informazioni sensibili che lo riguardano. Cambiano anche i massimali, che arrivano fino a 7.000 euro a incidente, con una franchigia ridotta a 250 euro.
Premium è la formula più completa: per 10,50 euro al mese offre tutte le garanzie di Classic, aumentando però il massimale a 10.500 euro a incidente, con una franchigia ridotta a 100 euro per sinistro. Include anche il rimborso delle spese legali per difesa penale relativo a reati contro terzi, all'uso fraudolento di carte di credito, ai danni extracontrattuali a terzi.
Il futuro: biohacking e genetica
Wallife è una startup, e non si occupa direttamente della copertura assicurativa, garantita invece dai suoi partner assicurativi. L'azienda, invece, si concentra sulla tecnologia e le soluzioni oggi disponibili per la protezione di wallet e identità biometrica rappresentano solo i primi passi. Un approccio necessario per comprendere l'interesse del mercato e le sue potenziali dimensioni. I ricercatori di Wallife sono già al lavoro su altri temi, come appunto il rischio derivante dal manipolazione genetica e i potenziali pericoli derivanti da protesi e strumenti medicali connessi.
Non è un caso che fra i testimonial dell'azienda ci sia Neil Harbisson, un artista estremamente perticolare. Neil, infatti, non è in grado di distinguere i colori e per ovviare al problema si è fatto installare una protesi sulla testa, impossibile da staccare, che interpreta i colori e li restituisce sotto forma di vibrazioni, permettendogli così di percepirli. Protesi come queste sono ancora una rarità, ma la ricerca sulle interfacce neurali prosegue velocemente, e avrà un forte impatto sulle nostre vite. Pensando a casi più semplici e attuali, sono tante le persone che convivono con pace maker o altri dispositivi fondamentali per la vita. Che vanno protetti da potenziali attacchi informatici dato che in tal caso le conseguenze potrebbero essere letali. Letteralmente.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoStipularlo da app senza averlo letto con calma....
Come seconda cosa, spero che i miei dati biometrici rimangano nel mio cellulare o in qualcosa di mio, se poi tutti per mia "sicurezza" finiscono nel Loro cloud ciao.. non la faccio sicuro perche' tutto quello che e' online e' di sua natura vulnerabile nel tempo e per il cloud poi se ne vedono di casi..
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