Il mondo del lavoro deve riconquistare i giovani, ma come? Il punto di vista di ServiceNow
di Alberto Falchi pubblicata il 03 Febbraio 2022, alle 17:11 nel canale MarketGli esponenti della Generarazione Z si aspettano sul lavoro equilibrio fra vita privata e professionale, flessibilità organizzativa e l'adozione di strumenti digitali evoluti ma allo stesso tempo facili da usare. Ecco come andare loro incontro
Il mondo del lavoro sta attraversando un momento molto difficile e fatica a trovare nuove figure specializzate. C'è prima di tutto il problema dello skill mismatch, cioè quel gap che intercorre fra le competenze maturate dagli studenti e quelle che realmente servono alle imprese. Ma sono anche mutate le necessità dei giovani, che sono diventati più esigenti: chiedono un maggior bilanciamento fra vita lavorativa e personale, una maggiore flessibilità organizzativa e si aspettano di lavorare con strumenti digitali intuitivi e semplici da usare. Questo è vero soprattutto per la Generazione Z, quella che include i ragazzi nati fra il 1997 e il 2012.
Per comprendere meglio le loro esigenze, ServiceNow ha condotto una ricerca che ha preso come campione 3.024 esponenti della Gen-Z in Italia, Francia e Spagna. Scopo dello studio era comprendere cosa possono fare le imprese per attirare i talenti di questa specifica generazione.
Come coinvolgere la Gen-Z nel mondo del lavoro? L'opinione di ServiceNow
"Il primo elemento chiave che distingue la Gen-Z dalle altre è un crescente desiderio di equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa. La nostra ricerca ha rilevato che sei persone su dieci di età compresa tra i 18 e i 25 anni in Italia, Francia e Spagna sarebbero disposte a guadagnare meno per poter godere di più del proprio tempo libero", dichiara Filippo Giannelli, Responsabile di ServiceNow per l’Italia. "Questa fusione tra vita lavorativa e professionale si estende anche ai valori. L'immagine e il posizionamento aziendale giocano un ruolo chiave in termini di valutazione da parte della Generazione Z, con il 94%, 92% e 89% degli intervistati rispettivamente in Spagna, Italia e Francia che affermano che l'immagine comunicata dall’azienda su Internet e sui social media è importante".
Le imprese devono imparare a comunicare meglio, insomma, soprattutto affidandosi ai canali digitali, in particolare i social network, ma soprattutto devono convincere i ragazzi che è possibile trovare un ragionevole equilibrio fra lavoro e tempo libero. Ma come garantirlo? Alla fine, chi ha qualche anno di esperienza sa bene che spesso le otto ore di contratto possono diventare di più, soprattutto con la diffusione del lavoro da remoto, che di sovente ha quasi annullato la separazione fra la sfera privata e quella professionale. Secondo Giannelli, si può pensare di "bloccare le e-mail in determinati momenti della giornata, aumentare le indennità per le ferie o compensare gli straordinari in maniera adeguata". Non solo; "le aziende dovrebbero anche lavorare sul proprio impegno nei confronti delle attività ESG (Environmental, Social, and Corporate Governance, NdR), molto apprezzate dalla Gen-Z, per creare un luogo di lavoro più felice, più sano, più rispettoso dell'ambiente e sostenibile. Inoltre, è d'obbligo investire in iniziative sulla diversità per attrarre e far rimanere il maggior numero di persone possibile".
Flessibilità organizzativa: è il momento di rivedere i processi
Il lavoro ibrido è destinato a rimanere ed è stato molto apprezzato da molti lavoratori. Non sempre dalle aziende, che in alcuni casi stanno spingendo, in Italia come all'estero, per un ritorno in ufficio, non appena le condizioni lo permetteranno. Un errore, secondo Giannelli: "i responsabili aziendali non devono cercare di costringere i lavoratori a rientrare in sede. L’ideale è impostare una discussione aperta e onesta su ciò che i dipendenti vogliono veramente e cercare di soddisfarlo. Si potrebbe svolgere un sondaggio, organizzare un meeting o raccogliere feedback per capire come procedere. Il lavoro in modalità ibrida dovrebbe comunque essere offerto come impostazione predefinita, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Nel momento in cui si pianificano i processi in modalità da remoto sin da subito, questi saranno veramente resilienti e funzioneranno con la stessa efficacia sia in ufficio che a casa".
Non solo. "Il lavoro ibrido consente poi di oltrepassare i limiti geografici e di ampliare il pool di potenziali assunzioni a un'area molto più ampia, consentendo di cercare il miglior talento che si può trovare, piuttosto che il più vicino", prosegue Giannelli.
Strumenti digitali: per la Gen-Z devono essere intuitivi e facili da usare
La Generazione Z è nata col digitale e ci si trova perfettamente a suo agio. Non stupisce che la ricerca evidenzi come il 92% del campione italiano consideri gli strumenti digitali fondamentali, così come l'adozione di tecnologie dirompenti come software collaborativi e intelligenza artificiale. A patto che siano intuivi e semplici da utilizzare. "Per le aziende, questo significa che è fondamentale seguire un processo continuo di trasformazione e ottimizzazione digitale. In un mondo in cui l'accesso alla tecnologia più recente è fondamentale, la trasformazione non può essere una tantum. Non riuscire a garantire i vantaggi della trasformazione digitale comporterà una rapida perdita di competitività", spiega il responsabile di ServiceNow. Che conclude con un monito ai datori di lavoro: "è importante rendersi conto che i desiderata della Gen-Z non sono negoziabili. In generale, la forza lavoro sta invecchiando rapidamente e la carenza di talenti sta già erodendo il vantaggio competitivo di molte aziende. Sfruttare il talento della Gen-Z è una risposta, ma a certe condizioni. La scelta è semplice, le aziende che sono disposte e sono in grado di cambiare i processi e i modi di lavorare per attrarre nuovi talenti, trarranno vantaggio dalla ricchezza di idee e dalle nuove prospettive che hanno i giovani. Le aziende che non possono, o non vogliono, rischiano di perdere i talenti duramente guadagnati e smettere di essere competitive".
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEh... si vive una volta sola e si lavora per vivere, non si vive per lavorare. Ma molte aziende spremono i dipendenti pensando solo al profitto di investitori ed amministratori.
Ovviamente non dico zero ore di sonno, ma almeno in settimana un giovane può campare tranquillamente con 3/4 ore di sonno a notte, e recuperare quando non lavora.
Ovviamente non dico zero ore di sonno, ma almeno in settimana un giovane può campare tranquillamente con 3/4 ore di sonno a notte, e recuperare quando non lavora.
Un periodo l'ho fatto, appena diplomato, tanto entusiasmo, tanta voglia di quattrini. Addirittura ero arrivato a due lavori, uno di giorno, uno di notte. Hai detto bene...da giovane Dopo quasi vent'anni di lavoro la notte voglio dormire almeno sette ore...e fare tutta una serie di attività molto soddisfacenti che non sono attinenti al topic...
Si, il concetto è che da giovani bisogna trottare ma dopo ci si deve stabilizzare e vivere anche per godere della vita stessa. Che farsene di 5000€ al mese se non riesci a passare un momento come si deve con i tuoi cari, a goderti una vacanza, o semplicemente ad avere un momento in cui dire...adesso mi siedo e non faccio un ca::o !
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".