LinkedIn analizza il mercato del lavoro in Italia
di Alberto Falchi pubblicata il 04 Marzo 2019, alle 15:41 nel canale Market
Quali sono le tendenze del mercato del lavoro italiano? Secondo i risultati del LinkedIn Recruiter Sentiment Italia 2019 aumentano le assunzioni ma ancora scarseggiano le competenze digitali degli italiani.
Cosa ne pensano i recruiter italiani del mercato del lavoro? La risposta arriva dal Recruiter Sentiment Italia 2019, una ricerca svolta intervistando più di 300 responsabili delle risorse umane e delle agenzie del lavoro della Penisola, la metà dei quali vede un trend positivo dovuto a un incremento delle assunzioni nell'ultimo anno. I "pessimisti" che vedono in mercato del lavoro in contrazione rappresentano solo il 10% del campione.
Un dato positivo dovuto alla crescita del business del nostro paese ma soprattutto alla disponibilità di candidati con un livello di competenze adeguato alle richieste, in particolare nel settore industriale. E sono proprio le competenze il nodo principale. Quel 10% del campione che ha visto diminuire le assunzioni attribuisce la colpa alla difficoltà di trovare personale adeguatamente formato, oltre che ai processi di selezione ancora lunghi e complessi.
Gli italiani e le loro (scarse) soft e digital skill
Secondo i recruiter intervistati l'assenza di competenze digitali è un vero ostacolo alle assunzioni. La difficoltà più evidente è trovare persone specializzate nella scrittura di codice, nel web design e nell'utilizzo della suite Office, in particolare quando si parla di candidati donne. Ben il 45% del campione ritiene che sia più facile trovare le competenze digitali necessarie fra i candidati maschi, segno che il gender gap nel mondo del lavoro è ancora un problema.
Non sono solamente le competenze digitali a scarseggiare, ma anche le cosiddette soft skill - quelle che non si imparano semplicemente studiando. Problem Solving, creatività, gestione del tempo, teamwork e leadership sono doti che secondo i recruiter italiani scarseggiano, fatto che pone un freno alle nuove assunzioni.
Italiani poco digitali?
Praticamente la metà degli intervistati (il 49%) pensa che uno dei principali ostacoli nel creare un team di lavoro sia riuscire a conciliare il corretto equilibrio tra l'esperienza richiesta dalle aziende e lo stipendio desiderato dai candidati mentre per il 39% riscontra difficoltà nel formare gli attuali candidati per le nuove competenze richieste dal mercato del lavoro.
“Dalla nostra analisi risulta evidente che, nonostante uno scenario economico assolutamente fluido, il mercato del lavoro in Italia è comunque in salute. Le opportunità di lavoro esistono, ma nel tempo sono cambiate le esigenze delle aziende in termini di competenze e profili ricercati. Il lavoro oggi cambia al passo delle innovazioni tecnologiche introdotte nei vari settori industriali, e le competenze digitali, ormai al centro del dibattito pubblico da anni, non sono più un elemento formativo procrastinabile per le nuove generazioni. E pensando alla persistente disparità di genere che sussiste nell’ambito delle digital skill, diviene sempre più prioritario estendere la conoscenza del digitale tra le giovani donne in modo da permettere loro di non perdere in futuro importanti occasioni di lavoro. In questo contesto, si rende sempre più necessario un clima di collaborazione tra istituzioni pubbliche e private per la creazione di un sistema educativo che possa realmente preparare le nuove generazioni alle sfide dell’odierno mercato del lavoro. Come LinkedIn, cerchiamo di contribuire impegnandoci ogni giorno a promuovere la cultura digitale tra i nostri utenti, la connessione e la condivisione di conoscenze tra i talenti più promettenti. Cerchiamo, inoltre, di collaborare con le istituzioni fornendo loro strumenti utili a creare nuove opportunità, come facciamo ad esempio con l’Economic Graph, e forniamo soluzioni utili ai recruiter e alle aziende in tutto il mondo che sono alla ricerca dei candidati più idonei per i nuovi profili professionali.” ha commentato Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia.
41 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSpecialmente quando non le vuoi pagare
Mannò, ci sta il capo mungitore che ti offre 5.000 euro per mungere le vacche e tu non vuoi andarci. Ho provato a chiedere il suo numero di telefono, ma non è arrivata risposta
Comunque "in particolare quando si parla di candidati donne". Ragazzi levatela, sennò vi ritroveretela la Boldrina ( i è troppo maschilista ) addosso entro domani.
In ogni caso, parlando seriamente, ricordo ancora il post di una ragazza hacker ( eh si, esistono per davvero ) che scrisse: "alle donne semplicemente non piace questo lavoro perchè si devono passare ore seduti davanti ad un monitor e studiare tantissimo". Per fortuna lei è una donna e non è facilmente attaccabile. Se l'avesse scritto uno di noi
p.s. ma se Linkedin dice che il mercato del lavoro in Italia tira e i tg e i giornaloni dicono il contrario, io di chi mi devo fidare?
A leggere certi giornali pare che in Italia sia pieno di panettieri che non trovano nessuno disposto a lavorare 4 ore al giorno per 3000 euro netti al mese.
Poi si scopre che sono 50 ore alla settimana, di notte, per 600 euro lordi.
L' unica cosa che interessa ai colloqui è quanto chiedi, perché se sei sopra i 1000 euro "preferisco un giovane da formare", di quello che sai manco gli interessa leggere i titoli.
Però quando rispondono ai questionari di Linkedin il problema è che "i candidati non hanno le competenze", evidentemente "avere le competenze" per loro significa "lavorare gratis".
Il problema è che se la qualità del vino nelle osterie la verifichi facendo compilare una scheda ai proprietari i risultati potrebbero essere lievemente fuorvianti
Si lavora per vivere, non si vive per lavorare.
Ma data la penuria di posti, o ci si adegua o non si campa.
O ci si organizza per far valere i proprio diritti.
I nostri genitori l'hanno fatto e infatti li avevano ottenuti. Poi sono arrivati gli oligarchi liberal-globalisti e si son detti: "Ohibò, abbiamo 700 milioni di africani disposti a lavorare in condizioni di semi-schiavitù. Basta farli arrivare in Europa e il gioco è fatto".
E infatti c'hanno pure raccontato che ognuno di loro ha 4 lauree, quindi è capacissimo di sostituire un super programmatore fullstack. Poi scopriamo che sono semi-analfabeti.
Pienamente d'accordo.
Attualmente, uno dei problemi e' che arriva qualcuno disposto a fare lo stesso lavoro anche a meno...
E certi esponenti della attuale classe dirigente sono convinti che e' un privilegio poter lavorare per loro.
Solo poi mi chiedo chi, sul lungo termine comprera' beni e servizi visto che la classe media va a restringersi...
E infatti c'hanno pure raccontato che ognuno di loro ha 4 lauree, quindi è capacissimo di sostituire un super programmatore fullstack. Poi scopriamo che sono semi-analfabeti.
Da questi discorsi mi smarco, io non sono per la guerra tra poveri e la selezione etnica tra lavoratori. A me non cambia niente se un padrone preferisce me a un africano o asiatico ecc, tanto sempre sotto le sue esigenze di profitto resto.
Oltretutto, sulla condizione attuale hanno inciso enormemente di più gli "imprenditori" occidentali che hanno delocalizzato, piuttosto che i migranti giunti qui.
Attualmente, uno dei problemi e' che arriva qualcuno disposto a fare lo stesso lavoro anche a meno...
Il problema vero non è la circolazione dei lavoratori (degli esseri umani), quella esiste da quando esiste l'uomo. I problemi di questi tempi sono:
- la libera circolazione dei capitali, che consente agli "imprenditori" di spostare le proprie attività dove le occasioni di profitto, quindi sfruttamento umano, ambientale ecc. sono maggiori;
- la riduzione dell'intervento dello Stato in economia alle sole esigenze del profitto, tipo banche da salvare, distribuzione di sgravi fiscali a destra e manca ai padroni di turno ecc.
Non è il caso di attendere il lungo termine, in questa situazione già ci siamo e infatti con le politiche che la fanno da padrone da 40 anni non se ne esce.
Poi chiedi a tutti i laureati che conosci e che lavorano (ci sono anche i disoccupati) e prendono 12/18.000 all'anno. Lol
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".