Margini in calo per HPE: 3.000 posti di lavoro a rischio

Le politiche USA sui dazi non eccitano il mercato. Tutt'altro: HPE ha annunciato che prevede un calo di fatturato per il prossimo anno fiscale, dovuto a vari fattori: bassi margini sulle vendite dei server, ma anche l'impatto dei dazi imposti da Trump, che peseranno sui conti aziendali. Come riporta Bloomberg, si tratta del principale calo dal 2020. Il risultato? L'azienda annuncia il taglio di 3.000 posti di lavoro. 

HPE annuncia il taglio di 3.000 posti di lavoro

L'annuncio di un calo dei profitti stimato attorno al 20% per il prossimo anno fiscale ha messo in allarme gli investitori e l'azienda si trova a reagire. Le stime degli analisti, infatti, prevedevano un valore della azioni a circa 2,12 dollari, ma l'azienda ha affermato che nell'anno fiscale che si chiuderà a ottobre 2025 il valore sarà compreso fra gli 1,70 e gli 1,90 dollari. 

Il calo è dovuto a numerosi fattori, come ha spiegato il CEO Antonio Neri, il primo dei quali è dovuto a bassi margini sulle vendite dei server. 

Se infatti l'IA sta trainando le vendite di server, gli elevati costi dei chip di NVIDIA stanno riducendo i margini per la multinazionale. Sia sui nuovi server per l'IA, sia per quelli tradizionali. A questo si aggiungono i dazi introdotti dalla nuova amministrazione, che avranno un impatto negativo sui margini.  

Nel tentativo di migliorare i margini di profitto, HPE ha quindi annunciato un corposo taglio al personale: verranno licenziati circa 3.000 dipendenti su un totale di 61.000 (quasi il 5%) a livello globale. Fatto che, secondo l'azienda, permetterà di risparmiare circa 350 milioni di dollari nei prossimi due anni.