Aruba: più digitalizzazione nelle imprese grazie alla PEC
di Raffaello Rusconi pubblicata il 08 Ottobre 2021, alle 15:11 nel canale SecurityLa nuova indagine di Aruba e IDC ha confermato che le piccole e medie imprese sono molto sensibili e sempre più attente alla digital transformation, mentre la PEC è uno degli strumenti più importanti di questa rivoluzione
Secondo l’ISTAT, le PMI in Italia sono oltre 200.000 e in base a un'indagine condotta da Aruba (cloud provider italiano) e IDG (società specializzata in market intelligence) sembra che le piccole e medie imprese siano molte attente quando si parla di innovazione. La nuova ricerca di Aruba e IDC sulla trasformazione digitale ha coinvolto un campione di 300 piccole e medie imprese nei diversi comparti (industria, commercio, finanza, servizi professionali, servizi alle persone e Pubblica Amministrazione locale).
La PEC riveste un ruolo fondamentale nella digitalizzazione
Le PMI più strutturate (tra 6 e 20 addetti) sono quelle più sensibili e attente al tema della digitalizzazione nel 71.6% dei casi. Un dato leggermente inferiore si riscontra tra le aziende tra 1 e 5 dipendenti, con il 60,5%. Emergono inoltre altri dati positivi: il 60% delle aziende coinvolte si adatta con rapidità a nuovi modi di lavoro basati sul digitale ed il 75% si focalizza sulla ricerca di nuove soluzioni per migliorare il proprio lavoro quotidiano.
Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba, ha così commentato: “Il cambiamento non fa più paura come prima: quasi l’85% del mercato preso in esame nella survey esprime una sostanziale apertura rispetto al tema dell’innovazione. La repentina necessità di digitalizzazione dovuta all’emergenza sanitaria ha fatto crescere tra le PMI la consapevolezza legata all’importanza di strumenti innovativi per affrontare il proprio lavoro ed è solo il 15% ad esprimere qualche riserva al cambiamento, ancora prima cha all’innovazione”.
La PEC, in particolare, è stata ritenuta importante per la digitalizzazione della propria impresa da oltre l’80% degli intervistati. Nello specifico, il 98,5% delle aziende usa la PEC in modo continuativo, mentre l’82% ne fa uso almeno una volta alla settimana. Le aziende che appartengono ai settori finanza, Pubblica Amministrazione locale e commercio sono quelle che dichiarano un utilizzo più frequente; al contrario, industria e servizi (professionali e alla persona) sono i settori con una frequenza di utilizzo leggermente inferiore.
Come viene usata la PEC? Il 38% degli intervistati la utilizza per le comunicazioni dei rapporti previdenziali con INAIL, INPS e i Fondi di previdenza, il 30% per quelle con l’Agenzia delle Entrate, mentre il 23% la sceglie per contratti, accordi e negoziazioni tra partner commerciali, stakeholder e investitori. Infine, il 21% delle PMI la usa per fatture e ricevute di pagamento con clienti e fornitori, mentre il 14% per la compilazione di questionari e indagini ISTAT.
Il Direttore Marketing di Aruba, Gabriele Sposato, ha riassunto così la situazione: “Le piccole e medie imprese si sono rese conto del ruolo cardine che hanno in questo processo di trasformazione digitale i Trust Services. Grazie a queste tecnologie e alla loro disponibilità h24 è possibile ottimizzare e migliorare processi interni solitamente time-consuming, consentendo un netto risparmio non solo di tempo ma anche di risorse. Ogni innovazione, però, deve muoversi al passo con la digital transformation ed evolversi per essere di supporto a sempre più persone: così sta facendo anche la PEC, che è pronta a diventare uno strumento interoperabile a livello europeo, come sistema di recapito certificato qualificato. Un traguardo importante che consentirà a tutti di utilizzare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata nelle comunicazioni verso la Pubblica Amministrazione o altri utenti, enti ed imprese europee, mantenendo il valore legale e la sicurezza che da sempre contraddistinguono questo strumento”.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infola cagata pazzesca l'hai detta tu.
Ci sono N motivi per cui un'email può non arrivare a destinazione, nella mia esperienza personale, conosco diverse persone che inviano una email sbagliando di un carattere il destinatario, quando torna il NDR lo cancellano perché non sanno che cavolo sia, per loro hanno già inviato l'email.
Evidentemente qua parliamo di persone con poche conoscenze informatiche...
Inoltre chi la riceve può cancellarla dicendo di non averla mai ricevuta.
Concordi che ci vuole qualche sistema "più evoluto" che accerti con valore legale che l'email è stata inviata ed è arrivata a destinazione?
Peccato che la PEC però garantisca anche integrità e autenticità... e la mazzetta come la chiami è fondamentale perchè l'ente certificatore ha il compito fondamentale di garantire che la chiave pubblica appartenga all'utente dichiarato.
Prima di sentenziare bisogna conoscere l'argomento, in questo caso consiglio un approfondimento su crittografia asimmetrica a chiave pubblica, e certificati X.509.
Ciao.
E comunque abbiamo visto che pure la pec ha i suoi messaggi di truffa/phishing.
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