Password complesse? Meglio le frasi, secondo l'FBI
di Riccardo Robecchi pubblicata il 25 Febbraio 2020, alle 18:21 nel canale SecurityL'FBI diffonde un comunicato in cui afferma che è meglio utilizzare frasi come password, piuttosto che password corte e complesse. Una questione di facilità di memorizzazione, ma anche di maggiore difficoltà nel craccare password lunghe
49 Commenti
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secondo il test di kasperky tale password è sicura e verrà craccata in più di 10000 secoli
Non ho sottomano la tastiera col sumero antico...
Ti accontenti dell'egizio?
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Esempio: se il campo password consente una lunghezza di 20 puoi:
- usare 20 caratteri casuali (minuscole, maiuscole, numeri), ovvero 62^20. Le combinazioni possibili sono un numero di 35 cifre.
- usare 5 parole casuali: ovvero 10000^5. Le combinazioni sono un numero di 20 cifre
Quindi e' piu' robusta la prima
Se un sito limita la password a 20 caratteri diventa subito sospetto: vuol dire che probabilmente non usa un algoritmo di hash ma mantiene la password originale magari in chiaro (e in un database dove non usa varchar()). Se proprio devi usarlo, va fatto con estrema attenzione.
Lo so anch'io che esistono siti del genere, ma sbagliano loro: a quel punto mi faccio generare una password da KeePass o analogo e uso il copia e incolla.
Salvo un sito dove non accetta l'incollaggio della password.
sempre che il sistema l'accetti, spesso scassano le balle con "max 8 caratteri con almeno 1 maiuscola, un numero, un carattere sumero, un geroglifo egizio"... Da cambiare 1 volta al mese...
Normale che poi uno usi "Abcdefg1"
Appunto. Siti con queste caratteristiche sono pericolosi.
Qualunque password, ma in generale qualunque sequenza di caratteri, generate da un "computer" (che sia quello tuo di casa, i server google, il cellulare, la PS4 o il Commodore-64 di tuo nonno che ancora funziona) si basano su un algoritmo, o programma che dir si voglia.
E qualunque algoritmo è basato su delle funzioni, tendenzialmente di natura matematica, che per loro natura generano quei caratteri su quelle funzioni matematiche, quindi riconducibili ad un preciso schema logico. Di conseguenza non c'è nulla di casuale. Programmi adeguatamente studiati possono anzichè andare solo di forza bruta, estrapolare lo schema logico dietro il quale si cela quella generazione casuale, e a quel punto sarebbe come avere la chiave di decriptazione di un codice.
Quindi è sempre meglio premere tasti a caso sulla tastiera che affidarsi a tali sistemi. Tanto per dire (chiaramente è solo la mia esperienza, non fa statistica) quando sono passato a TIM per la fibra di casa mi hanno inviato il modem e per scelta ho deciso di usarlo anche se avrei voluto prenderne uno per conto mio... ma in quel momento non volevo spenderci soldi. Ho lasciato per pigrizia la password del Wi-Fi di default, che conteneva 26 caratteri (ben oltre i 15 consigliati) che se li leggi erano apparentemente casuali.
Beh, pur tenendo nascosto l'SSID, non dando la password a nessuno, non consentendo a nessuno di connettermi alla mia rete e imponendo un accesso tramite riconoscimento dell'indirizzo MAC, dopo qualche mese ho avuto un'intrusione.
Detto ciò: io utilizzo keepass da tempo immemore ormai, devo ricordarmi una sola password (di 18 caratteri) e le altre centinaia di password in mio possesso stanno comode li. Quando serve accedo al database dall'analoga applicazione su smartphone o dal PC di casa.
PS: Se proprio devo memorizzare le mie password da qualche parte, Google è l'ultimo dei posti nel quale andrei a farlo
Tutto giusto per l'amor del cielo ma se ragioniamo in tal senso dovremmo tenere conto anche dell'opportunità:
Ha senso per un cracker qualsiasi mettersi a cercare un modo per analizzare un algoritmo complesso, sperare di riuscire a indovinarlo o capirlo che dir si voglia e poi tentare la scommessa che io abbia usato proprio quello e non altro per... entrare in una casella dove pressappoco si legge lo spam e poco più?
Secondo me ormai un cracker che cerca quante più caselle possibili non perde tempo in procedure così complesse ma punta ai grandi numeri e quindi a password relativamente semplici e vulnerabili che tanto ne trova a dozzine. Altro discorso è semmai su mail aziendali dove magari vieni preso di mira proprio te e quindi c'è un interesse particolare che può valere la pena l'investimento di tempo e risorse.
In ogni caso di account di gente comune violati per un attacco diretto in presenza di una password anche solo vagamente decente se ne sentono veramente pochi... il problema è che il più delle volte la gente usa password ridicole.
Ha senso per un cracker qualsiasi ...
un cracker punta direttamente al server ed ad accedere direttamente all’archiviazione delle mail, fregandosene di passare dall'autenticazione del servizio pop/imap...
1 pass, migliaia di caselle, milioni di mail. In una botta sola.
Comunque, il problema della gente comune è che agisce a caso e con leggerezza.
E basterebbe poco: un minimo di attenzione quando arrivano delle email, custodire con un minimo di criterio le proprie password, evitare certi siti, fare attenzione quando si viene contattati tramite uno dei tanti sistemi di comunicazione.
Poi è chiaro le le password semplici sono un deterrente a sfavore dell'utente. E lo è perchè basta poco per risolvere il problema.
Come ho scritto, io per me uso un programma come keepass, dove al suo interno ci sono tutte le registrazioni con relative password. Un database per solo mio uso personale, dal quale accedo dal PC o sullo Smartphone e che mi consente di dovermi tenere a mente una sola password.
Le password non le memorizzo su nessun tipo di servizio (escluse quelle di alcuni forum, tipo HU), e se devo consultarne una da Keepass non faccio operazioni tipo copia/incolla ma riscrivo "a mano" la password. Poi c'è da dire che col sistema della doppia autentificazione per diversi servizi il problema è ancora più remoto di un hackeraggio (e avrebbe forse impedito che mi hackerassero qualche tempo fa il mio vecchio account paypal).
Poi per maggior sicurezza uso tre mail distinte: una per account minori o store online che visito una volta ogni due anni, quella di base che fornisco ai miei contatti e una terza che non do a nessuno ed uso esclusivamente per servizi più importanti (lo SPID e i servizi della Pubblica Amministrazione, bollette della TIM e dei servizi di casa, il mio servizio di host con relativo sito, le carte di credito, paypal, le buste paga).
Poi la certezza assoluta della sicurezza non ce l'hai in ogni caso.
Più semplice di così...
così quando ti entrano nell'account google ti fregano anche le password di tutti gli altri.
Più semplice di così...
digli magari che arrivi almeno fino a 12 (123456789101112) così è tranquillo per un po'
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