Sicurezza informatica: fra i responsabili d'azienda domina un atteggiamento pessimista. Lo sostiene una ricerca di VMware
di Alberto Falchi pubblicata il 23 Luglio 2019, alle 12:01 nel canale SecurityLa metà dei responsabili di sicurezza ha acquistato nuovi strumenti lo scorso anno ma non è sufficiente a fargli dormire sonni tranquilli: solo uno su quattro ritiene che l'azienda che cura abbia sistemi di sicurezza adeguati
VMware e Forbes Insight hanno pubblicato uno studio sulla percezione della sicurezza informatica da parte di 650 responsabili aziendali dei territori EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) che merita qualche spunto di riflessione. La stragrande maggioranza del campione, parliamo del 78%, mostra pessimismo e dichiara che le soluzioni di sicurezza implementate in azienda siano obsolete.
Le aziende investono maggiormente in cybersecurity ma si sentono ancora vulnerabili
I responsabili di sicurezza delle aziende operanti in EMEA non sono stati con le mani in mano. Nell'ultimo anni il 42% degli intervistati per la ricerca condotta da VMware e Forbes Insight ha dichiarato di aver investito nell'acquisto di nuovi strumenti per proteggere il perimetro aziendale (in Italia la percentuale sale al 54%), il 30% addirittura si è spinto a installare 26 o più prodotti di cybersecurity ma questo non sembra sufficiente, se il 78% - più di 3 su 4 - considera le proprie difese inadatte, obsolete per la precisione.
Il cruccio principale è rappresentato dai tempi di risposta: un terzo del campione sostiene per risolvere una problematica sia necessaria mediamente una settimana, troppo tempo in un mondo che corre veloce, molto più dei reparti di sicurezza.
Servirebbero ulteriori investimenti, sia in soluzioni più efficaci, sia in personale che possa supportare i responsabili della sicurezza ma i dirigenti sembrano non sentirci da quest'orecchio. Solamente il 21% degli intervistati (il 30% se prendiamo solo le imprese italiane) considera come "altamente collaborativi" i propri dirigenti.
L'aspetto che colpisce maggiormente è la distanza fra il mondo dei dirigenti e quello dei responsabili di cybersecurity: il 27% delle alte sfere è convinto di cooperare in maniera significativa per risolvere le problematiche relative alla sicurezza, dato che cozza con l'opinione di chi invece si trova a gestire l'area IT: solo il 15% ritiene di ottenere il necessario supporto dalla dirigenza.
"Nel mondo attuale caratterizzato da maggiore complessità, sempre più dispositivi e sensori connessi e il cloud, la superficie di attacco è aumentata esponenzialmente" - ha spiegato Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia - "La sicurezza moderna richiede quindi un cambio di mentalità che si allontani dalla prevenzione a ogni costo delle violazioni informatiche e si concentri sulla creazione di una sicurezza intrinseca all'infrastruttura: dalle applicazioni alla rete, essenzialmente in tutti i sistemi che connettono e trasferiscono i dati. Le violazioni sono inevitabili, ciò che conta è quanto velocemente ed efficacemente si sia in grado di attenuarne la minaccia. Incoraggiare una cultura di consapevolezza nell'ambito della sicurezza e la collaborazione tra tutti i team aziendali è altrettanto importante: solo investire nelle persone giuste, capaci di realizzare best practice nel settore, consentirà alle aziende di rimanere al passo con attacchi informatici sempre più sofisticati".
3 Commenti
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Ah, ma allora non sono l'unico a conoscerne tanti.
No, è lo standard.
Quando ero dipendente eravamo parecchi uffici perchè era una grossa impresa.. io ero chiaramente il nerd della società e facevo comunella col reparto IT.. (che poi era una persona sola porello.. bello grosso ma uno solo lo stesso)
Fatto è che ho sentito tante di quelle minchiate che mi pareva di sta in un film di Vanzina.
I ransomware cryptolocker li hanno beccati tipo TUTTI. Ma anche cascata proprio.
lasciamo stare il resto.
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