Adriano, la soluzione di Domethics per rivoluzionare l’approccio alla smart home

Adriano, la soluzione di Domethics per rivoluzionare l’approccio alla smart home

"il gadget che dà i superpoteri ai vecchi smartphone", questo il claim per Adriano, hub per la smart home realizzato dalla startup Domethics che include lo stretto essenziale e sfrutta la potenza di calcolo dei vecchio smarthone che non utilizziamo più

di pubblicata il , alle 16:41 nel canale Startup
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l mercato della smart home è in crescita, spinto soprattutto dalla diffusione degli assistenti vocali di Amazon e Google, che rappresentano l’interfaccia più semplice ed efficace: la voce. A oggi è possibile acquistare centinaia di differenti dispositivi e sensori per automatizzare praticamente ogni dettaglio della casa: l’illuminazione, il riscaldamento, le tapparelle motorizzate, i sistemi di sorveglianza, le prese smart, gli elettrodomestici (frigo, forno, lavatrice), addirittura la porta di ingresso e il campanello, se si decide di utilizzare una serratura smart. Il problema è far parlare insieme tutti questi oggetti, che molto spesso si appoggiano a un proprio hub.

Adriano

Non sono mancati tentativi di creare degli ecosistemi aperti basati su hub universali, come nel caso di SmarThings, che è stata acquisita da Samsung e che l’ha trasformata nel suo sistema semi-aperto, o Fibaro, una soluzione evoluta per la smart home in grado di connettersi praticamente a ogni dispositivo o sensore intelligente, indipendentemente dal produttore e dal protocollo usato. Purtroppo, non sono perfette: o non sono completamente aperte (non si possono controllare le lavatrici di LG con il sistema di Samsung, per dire) o sono complesse da configurare, tanto da richiedere il supporto di un esperto in fase di setup. Soprattutto, col tempo questi hub “invecchiano”, e potrebbero non supportare le nuove tecnologie emergenti.

Domethics è una startup italiana che vuole entrare in questo mercato ma con un approccio completamente differente: un hub aperto, estremamente economico e semplice da configurare. L’hub in questione si chiama Adriano e ha una caratteristica unica: non ha un vero e proprio processore al suo interno. Si limita infatti a fare da interfaccia con dispositivi e sensori, delegando i calcoli a un comune smartphone o tablet. L‘obiettivo è quello di dare una nuova vita ai tantissimi cellulari che giacciono inutilizzati nei cassetti, surclassati dai nuovi modelli. Un telefono di 3 o 4 anni fa magari non soddisfa le nostre necessità per l’uso di tutti i giorni, ma è abbastanza potente per gestire la smart home e fungere da videocamere di sorveglianza, se necessario.

Adriano, il gadget che dà i superpoteri ai vecchi smartphone

Adriano è un piccolo hub che sfrutta la potenza di calcolo di uno smartphone o un tablet Android, anche non recentissimo, per gestire tutte le funzionalità di una casa intelligente. L’unico requisito è che sia installata una versione di Android superiore alla 4, e che quindi supporti il protocollo BLE, Bluetooth Low Energy. Adriano sfrutta il telefono per collegarsi a Internet tramite la rete WI-Fi o cellulare (quest’ultima può anche funzionare come connessione di backup nel caso ci siano problemi con la linea principale) e include il necessario per interfacciarsi con gadget e sensori: supporta Bluetooth, come già detto, ma anche gli standard wireless più usati nella domotica: NFC, ZigBee (quello usato da Philips Hue, per capirci) e Z-Wave. Include anche un microfono, così da poterlo comandare (in futuro) con la voce, e un sensore di prossimità TOF (Time of Flight). Se ci si trova a una distanza di 50 cm circa attiva lo schermo del telefono, mentre avvicinandosi ulteriormente, a circa 20 cm, risponde automaticamente alla chiamata. Un altro sensore integrato rileva il movimento, e può essere usato per attivare la registrazione dalla fotocamera dello smartphone (ma anche per accendere una luce) quando qualcuno passa davanti all’hub.

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La migliore interfaccia è quella che non c’è”, ci spiega Mirko Bretto, COO di Domethics, sottolineando che l’obiettivo è quello di semplificare al massimo la vita degli utenti, anche quelli meno avvezzi alla tecnologia, per esempio gli anziani. L’obiettivo della startup infatti non è solo quello di diffondere Adriano fra gli appassionati di tecnologia, ma anche di usarlo come hub per fornire servizi di telemedicina, naturalmente integrato con altri dispositivi quali gli smartwatch, ormai abbastanza evoluti da misurare numerosi parametri corporei: frequenza del battito cardiaco, ossigenazione, pressione arteriosa e via dicendo. Per garantire il funzionamento in qualsiasi condizione, Adriano è anche dotato di batterie: nel caso venga a mancare la corrente elettrica (e di conseguenza la connettività Wi-Fi), continuerà a funzionare e inviare dati tramite la connessione 4G o 5G del cellulare a cui è associato.

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Lo smartphone diventerà quindi il vero e proprio “cervello” pensante, e si occuperà sia delle comunicazioni sia di orchestrare tutte le periferiche e i sensori connessi. La videocamera integrata nel telefono, infine, può essere utilizzata per la sorveglianza, oltre che per le videochiamate. Sotto questo profilo Domethics ha prestato molta attenzione alla questione della privacy: quando Adriano invia un flusso audio/video catturato dallo smartphone, si accenderà lo schermo per mostrare lo stream. La sicurezza è garantita anche dal fatto che Adriano integra un chip per cifrare i dati, un aspetto fondamentale, soprattutto se lo si utilizza in ambito medico o per la sorveglianza.

Adriano: tutto pronto per il lancio

Al momento l’hardware è definitivo, mentre il firmware è pronto al 95%”, afferma Bretto. “Stiamo lavorando sull’app, che sarà completa all’80% per il CES 2022, dove presenteremo il prodotto”. Il lancio ufficiale, invece, è previsto per il Q1 del 2022, ma Adriano ha già ottenuto il riconoscimento di Innovation Award Honoree, conferito ai prodotti più innovativi fra quelli che verranno presentati alla kermesse di Las Vegas. Inizialmente i primi a riceverlo saranno gli early adopter, quelli che finanzieranno la campagna su Kickstarter (che sarà attiva dal 5 gennaio), ma parallelamente Domethics sta stringendo accordi con altre realtà che potrebbero integrarlo come bundle coi loro prodotti. Inizialmente il mercato di riferimento sarà quello italiano, per poi puntare all’UE e al resto del mondo quando verranno siglati accordi con dei partner di connettività. Il prezzo definitivo non è ancora definito, ma il range sarà fra i 70 e gli 80 euro circa, quindi molto abbordabile.

Sebbene non sia ancora acquistabile, Bretto ha già le idee chiave per gli sviluppi futuri. Il primo passo sarà l’integrazione con gli assistenti vocali, Amazon e Google in primis, e Adriano è dotato di una porta di espansione così da poterne espandere le funzionalità, per esempio nel caso si affaccino nuovi protocolli wireless oltre a BLE, ZigBee e Z-Wave, NFC.

Guardando ancora più avanti, Bretto sottolinea come l’ovvia evoluzione di Adriano sia l’integrazione con le Smart TV, oggi sempre più diffuse nelle case degli utenti. Guardando ancora oltre, il passo successivo sarà la dematerializzazione: integrare Adriano negli elementi di arredo.

La sostenibilità, un tema importante per Domethics

Nella sola Europa ci sono qualcosa come 700 milioni di vecchi smartphone abbandonati nei cassetti”, sottolinea Bretto, spiegando come Adriano potrà anche avere delle ricadute positive sull’ambiente, riducendo l’e-waste (i rifiuti elettronici). “Allungare la vita di un anno a tre smartphone ha lo stesso effetto sull’ambiente di piantare un albero”. La scelta di usare un vecchio telefono come “cervello” di Adriano ha quindi più vantaggi: riduce il costo dell’hardware, garantisce espandibilità futura e, non trascurabile, contribuisce alla sostenibilità ambientale. Bretto ci spiega anche come a oggi in Italia il numero di telefoni acquistati dai rivenditori sia superiore di circa 100.000 unità rispetto a quelli realmente venduti agli utenti finali. Naturalmente questi dispositivi non vengono buttati, ma continuano a girare da un venditore all’altro, nel tentativo di rivenderli a differenti fasce di mercato, magari a prezzi più aggressivi. Un costo non trascurabile per l’ambiente, considerando quanto impatta il trasporto sull’inquinamento. Ecco che fra le ambizioni di Bretto ci sia anche quella di stringere accordi coi produttori così da poter distribuire questi telefoni invenduti in bundle con Adriano.

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