5G nell'ambito sanitario: oltre telemedicina. Il punto di Cradlepoint
di Alberto Falchi pubblicata il 23 Gennaio 2024, alle 17:41 nel canale TLC e MobileSecondo Cradlepoint il 5G è cruciale non solo nelle sedi ospedaliere “fisse” e per i pazienti assistiti a domicilio, ma svolge un ruolo fondamentale anche nell’ambito della mobilità e dei trasporti, sui veicoli per servizi medici d'emergenza coinvolti nelle situazioni critiche
Quando il 5G doveva ancora diffondersi, si prospettavano casi d'uso mirabolanti in svariati settori, incluso quello medicale. In più di un'occasione, le compagnie telefoniche ci hanno mostrato sperimentazioni molto interessanti, dove i medici operavano pazienti che si trovavano a migliaia di chilometri di distanza comandando un robot chirurgo connesso in 5G. Oggi, le reti telefoniche di ultima generazione sono molto diffuse e coprono gran parte del territorio italiano (e non solo), ma nel concreto abbiamo visto un'adozione relativamente lenta da parte delle aziende. Un fenomeno confermato anche dai report di Ericsson, che attribuiscono lo scarso interesse da parte delle imprese alla mancanza di casi d'uso in grado di fare la differenza.
Secondo Roberto Lucarelli, MSP Solution Architect Southern Europe di Cradlepoint, a breve vedremo una maggiore diffusione del 5G nel settore B2B, in particolare nell'ambito sanitario. A trainarne l'adozione i fondi del PNRR, una parte dei quali sono destinati alla digitalizzazione della Sanità.
5G: i vantaggi per il settore medicale
Abbiamo già citato l'esempio delle operazioni da remoto tramite 5G, che è stato uno dei primi casi d'uso concreti di questa tecnologia applicata al medicale. Il primo intervento da remoto su reti 5G (quindi non un'esperimento, ma una reale operazione chirurgica) è stato eseguito nel 2019, in Cina. Sempre nel 2019, è stato mostrato un altro esempio pratico in occasione del MWC. In questo caso un chirurgo non ha operato direttamente il paziente, ma ha offerto assistenza remota a un gruppo di colleghi, indicando loro tramite un tablet dove effettuare le incisioni e offrendo altri suggerimenti, il tutto basandosi sulle immagini di una telecamera laparoscopica inviate su reti 5G.
Nonostante il successo di queste operazioni, non si è ancora vista una forte adozione del 5G in ambito medicale, ma si stima che sarà l'IoT a trainare la crescita. Secondo MarketsandMarkets, infatti, nei prossimi anni dovremo aspettarci una crescita importante dell'IoT in ambito medicale, che passerà dai 127 miliardi di dollari del 2023 a 289 miliardi nel 2030. "Questo significa che il numero di operatori sanitari, strutture e pazienti che dipendono dai dispositivi IoT non potrà che aumentare e avrà bisogno di reti in grado di supportarli", spiega Roberto Lucarelli, MSP Solution Architect Southern Europe di Cradlepoint. Secondo Lucarelli, infatti, per gestire la crescente quantità di dati che verranno generati dai dispositivi IoT indossabili per uso medicale, il 5G è la soluzione ideale dato che "quando viene utilizzata una rete 5G, le interruzioni nella comunicazione tra i dispositivi dei pazienti e i medici incaricati di valutare le condizioni del paziente saranno minime".
Perché non usare la rete interna degli ospedali?
Sorge lecita una domanda: perché una struttura sanitaria dovrebbe appoggiarsi a reti mobili invece di puntare sulla connettività interna? Secondo Lucarelli, il motivo è che il Wi-Fi non è la soluzione ideale per questo tipo di applicazioni, che prevedono centinaia o migliaia di dispositivi IoT connessi. "Il Wi-Fi, basato sull'uso delle frequenze radio per inviare segnali tra access point, rappresenta una connessione best effort", dice Lucarelli. "Tuttavia, se il Wi-Fi è disponibile, gli utenti se ne contendono la priorità, senza alcuna garanzia di velocità o qualità di trasmissione dei dati. Ad esempio, se un utente tenta di trasmettere immagini radiografiche su una connessione Wi-Fi, il traffico generato può ostacolare la capacità di altri utenti di completare le loro attività, causando problemi operativi. Va inoltre sottolineato che il Wi-Fi è suscettibile a interferenze, rendendo la connessione ancora meno affidabile quando si aggiungono punti di accesso supplementari per supportare ulteriori dispositivi IoT".
A questo si aggiungono possibili problemi di sicurezza legati all'autenticazione Wi-Fi. Problemi che verrebbero risolti se ci si appoggiasse a una rete 5G privata, che offre maggiori garanzie sotto il profilo della cybersecurity.
Oltre l'ospedale: la connettività per i mezzi di emergenza
La connettività cellulare è un fattore chiave sulle ambulanze e i mezzi di emergenza in genere: durante il trasporto dei pazienti in ospedale,è infatti di estrema importanza la comunicazione fra chi si trova sull'ambulanza e il personale ospedaliero, che deve farsi trovare pronto per gestire l'emergenza una volta che il paziente è stato trasportato in ospedale.
Per evitare possibili interruzioni delle comunicazioni, che prevedono sia videochiamate sia l'invio dei dati dei dispositivi diagnostici presenti sui mezzi di soccorso, secondo Lucarelli è opportuno prevedere una slice 5G dedicata a queste attività.
"L’introduzione della tecnologia 5G renderà più efficiente il sistema sanitario, riducendo le distanze tra medico e paziente, nonché la congestione dei servizi, permetterà inoltre che aumenti ulteriormente l’utilizzo di dispositivi IoT e delle reti private. Questo contribuirà a ridurre il carico quotidiano degli operatori sanitari, migliorando al contempo la qualità dell’assistenza ai pazienti", afferma Lucarelli.
7 Commenti
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I reali benefici sono incidentali.
Non c'è necessità di interventi da remoto? Mica si parla di interventi per rimuovere una fistole dal sedere, si parla di interventi ad alta specializzazione con l'equipe sul posto e il singolo chirurgo che invece di non intervenire o prendere l'aereo e perdere ore, con i relativi costi e disagi, fa tutto dalla sua postazione.
Conoscendo in prima persona svariati primari di chirurgia (per lavoro), sinceramente non credo che nessuno di loro si assumerebbe la responsabilità di un intervento del genere. Forse qualcuno lo farebbe all'inizio, per la pubblicità che esso fornirebbe, dopodiché stop. La tecnologia dovrebbe essere assolutamente valida e altrettanto consolidata prima di spingere un chirurgo ad usarla con i rischi potenziali che ne potrebbero conseguire.
Conoscendo in prima persona un chirurgo italiano che opera in Svezia non avrebbe nessun problema a procedere in tal senso e, a detta sua, nemmeno i suoi colleghi. Già ci sono sperimentazioni in corso, il limite è che la tecnologia non è ancora pronta e, anche se parliamo di altri livelli rispetto ai nostri, anche lassù qualche taglio e un aumento della Sanità privata è stato registrato.
Buon per la Svezia allora che crea l'ambiente giusto per motivare i chirurghi che operano in loco
Qui non è così
Qui non è così
E' un altro pianeta, non solo economicamente, anche come supporto, infrastrutture, ambiente lavorativo.
Ti sembrerà una cagata ma per le nostre abitudini il malus è il buio, il lungo inverno scandinavo.
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