Gartner: BYOD è un cambiamento permanente e irreversibile
di Andrea Bai pubblicata il 28 Novembre 2013, alle 16:01 nel canale TLC e Mobile
L'uso dei dispositivi personali in azienda per scopi di business è molto più che una moda temporanea o un differente sistema di approvvigionamento della tecnologia. Le divisioni IT devono rispondere adeguatamente al cambiamento
La società di analisi di mercato Gartner propone alcune interessanti considerazioni sul fenomeno conosciuto con l'acronimo di BYOD - Bring Your Own Device, ovvero la tendenza a lasciare che i dipendenti di un'azienda utilizzino i propri dispositivi tecnologici anche per scopi professionali e per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Gartner osserva che BYOD non deve essere ridotta ad una mera politica di acquisto, ma è invece necessario che sia affrontata in maniera più ampia tenendo in considerazione applicazioni e strategie penste per il mondo moderno. La maggior parte delle aziende oggi avverte sempre di più la necessità di "essere mobile" sebbene molte di esse non abbiano le idee chiare su come avviare questo processo e sul fatto che vi siano vari ostacoli e punti critici al suo corretto completamento.
Darryl Carlton, research director per Gartner, commenta: "Progettare le applicazioni per rispondere alla domanda BYOD non è la stessa cosa dello stabilire politiche d'uso o di disporre di piani di apprvvigionamento strategici che vincolano ad una piattaforma in particolare. BYOD dovrebbe rappresentare un principio di approccio ad applicazioni vendor-neutral e a un'architettura flessibile a prova di futuro. Nel momento in cui si manifestano limiti tecnici che riducono la scelta e l'allestimento, la politica di acquisto diventa irrilevante".
Molte organizzazioni contano su una forza lavoro variegata, composta da personale a tempo pieno, agenzie a contratto esterne, consulenti e professionisti indipendenti e personale part-time. Oltre ai cambiamenti della forza lavoro, tutte le imprese hanno spinto i loro processi oltre i confini della propria organizzazione ed è sempre più evidente, per questi motivi, che le divisioni IT non hanno più l'assoluto controllo sugli strumenti che vengono impiegati per l'accesso ai dati aziendali ed ai sistemi informatici.
"L'utenza si è allargata includendo fornitori, clienti e impiegati e un'ampia gamma di parti interessate. Non è più possibile sviluppare applicazioni su una base utenti esclusiva sulla quale si può esercitare controllo e imporre standard" ha osservato Carlton.
Questi sviluppi portano alla necessità per l'IT di osservare più da vicino le procedure per ciò che Gartner chiama "Global class computing", cioè l'approccio alla progettazione di sistemi e architetture che estendono i processi computing al di fuori dell'azienda e nella cultura di consumatori, lavoratori mobile e business partner. L'approccio Global class sfrutta le caratteristiche del computing abilitato da Internet e impiega applicazioni e servizi che sono più flessibili e completi, più semplici e meno costosi di quelli progettati per l'azienda. L'unico modo di affrontare l'impatto della Global class è di vincolarlo come un principio nella strategia applicativa.
"Il fenomeno BYOD rappresenta un'indicazione che l'IT interno non sta fornendo un supporto adeguato ad una parte degli utenti, i quali stanno cercando alternative. E' importante riconoscere che BYOD, BYOA (Bring Your Own Application) e l'adozione del cloud sono gli indicatori principali di un cambiamento strutturale di lungo termine che sta avvenendo nel settore e non la richiesta di una parte del personale che vuole il proprio brand tecnologico preferito" ha commentato Carlton.
Le applicazioni all'interno del business devono ora supportare una varietà di utenti esigenti, sia all'interno, sia all'esterno dell'organizzazione. Vari gruppi di utenti diventano sempre più esigenti in riferimento alla capacità dei loro dispositivi e all'efficacia delle soluzioni quando devono supportarli per portare risultati di business. Le organizzazioni IT si trovano quindi nella condizione di non poter dettare standard o implementare soluzioni che richiedano controlli proprietari.
"Considerare le attività BYOD all'interno delle proprie organizzazioni come un problema temporaneio generato da una manciata di impiegati ostili sarebbe un tragico errore da parte dei CIO. Si tratta di un indicatore chiave di un cambiamento per il quale è necessaria una risposta appropriata. Riaffermare il controllo non è una risposta appropriata. Si tratta di un cambiamento permanente ed irreversibile del modo in cui l'IT è approvvigionata e implementata per supportare l'organizzazione, i fornitori ed i clienti" ha infine sottolineato Carlton.
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