5GHuawei

In Europa lo spettro costa troppo: un freno si pone sulla strada del 5G?

di pubblicata il , alle 11:41 nel canale TLC e Mobile In Europa lo spettro costa troppo: un freno si pone sulla strada del 5G?

"Lo spettro in Europa costa troppo. Parlando con gli operatori europei, molti di loro hanno speso più per lo spettro rispetto agli investimenti fatti sugli apparati di rete": l'opinione di Huawei, per voce Ding Yun (Ryan Ding) Executive Director of the Board, President of Carrier Business Groups, Huawei Technologies, è espressa senza mezzi termini

 

"Lo spettro in Europa costa troppo. Parlando con gli operatori europei, molti di loro hanno speso più per lo spettro rispetto agli investimenti fatti sugli apparati di rete. Discorso simile per l'installazione delle nuove celle" - il suo pensiero di Ding Yun (Ryan Ding) Executive Director of the Board, President of Carrier Business Groups, Huawei Technologies, l'ha espresso con parole chiare. Stuzzicato dalle domande di analisti e giornalisti durante la sessione di Domande&Risposte successiva alle presentazione della preview di quelli che saranno gli annunci relativi a reti e infrastrutture al prossimo Mobile World Congress da parte di Huawei Technologies, ha risposto in modo molto diretto. La tecnologia è pronta e la domanda è pronta a sfruttarne le nuove potenzialità, ma governi ed enti di regolamentazione dovranno fare la propria parte per favorire la crescita del 5G.

"Tutto molto bello, ma il 5G si scontrerà con il muro degli investimenti necessari per la creazione di una rete di backhaul in grado di reggere il peso del traffico che potrebbe essere generato?" - una delle domande sulla stessa linea arrivata dalla platea, fatta di analisti e giornalisti. Il tema degli investimenti è fondamentale quando una nuova tecnologia si affaccia sul mercato, con il rischio che alcuni prediligano 'difendere' gli investimenti precedenti, facendoli fruttare il più a lungo possibile, invece che saltare immediatamente sul carro della novità. Di esempi ai tempi del 3G e del 4G se ne sono visti diverse, con il risultato di un'adozione su larga scala più lenta del previsto. Su questo punto Ding si è mostrato molto fiducioso: "In Giappone e Corea l'ossatura delle reti wireless è praticamente tutta in fibra ottica, già pronta per accogliere i servizi a banda larga mobile. In Europa la copertura in fibra ottica è inferiore al 50%, ma Huawei vede due possibili soluzioni che ridurranno l'entità del problema. Da un lato con il collegamento tra celle e rete con tecnologia a microonde è possibile costruire ponti radio a banda larga con investimenti inferiori a quelli degli scavi per la fibra ottica. La nuova tecnologia 5G è poi pensata anche in termini di Self-Backhaul, con la possibilità che le stesse celle (e microcelle) fungano da punto di accesso 5G per i terminali degli utenti finali, ma che sfruttino le stesse tecnologie (anche utilizzando le onde millimetriche) per portare il traffico dati da cella a cella verso i nodi di rete connessi in fibra, anche in questo caso minimizzando gli investimenti per l a posa di nuovi cavi".

È arrivato finalmente l'anno del lancio ufficiale delle tecnologie 5G, come abbiamo visto anche nell'intervista con Zhou Yuefeng (Peter Zhou) Chief Marketing Officer, Wireless Network Product Line, Huawei Technologies, sul tema, ma in attesa dell'ultimo trimestre del 2018, quando vedremo il lancio commerciale dei servizi di nuova generazione, ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere. Nodi da sciogliere, sfide da affrontare, ma anche grandi opportunità da cogliere per operatori e fornitori di servizi. Con il 5G le reti avranno un ruolo fondamentale in diversi settori, aprendo nuove opportunità per creare ricavi. Secondo Ding Yun, l'IoT chiederà agli operatori di diventare sempre di più abilitatori di servizi rispetto a semplici fornitori di connettività. In più il tema del 'Data Mining' sarà sempre più cruciale e un ruolo chiave sarà giocato dalle tecnologie di intelligenza artificiale per l'estrazione di valore dai 'Big Data'. È un tema che abbiamo trattato anche nell'articolo dedicato all'approccio di Vodafone Italia al mondo dei servizi IoT.

In questo settore Huawei propone un approccio All-Cloud per le reti e la loro gestione, con intelligenza artificiale diffusa in ogni passo della filiera, dai datacenter ai dispositivi come gli smartphone. Un approccio che dovrebbe ridurre drasticamente anche i problemi: si stima infatti che il 60% dei problemi di rete sia causato (a vari livelli) da un errore umano. Questo è un ambito in cui lo sfruttamento delle intelligenze artificiali potrebbe portare a una semplificazione drastica. Self-Adaptive Network è un'altra delle parole chiave ed è sempre legata al tema dell'intelligenza artificiale, con la capacità delle reti di adattarsi in moto automatico alle richieste e al tipo di traffico, ottimizzando le risorse e minimizzando i possibili intoppi. Non basta più connettere fra loro persone e oggetti, ma con la crescita esponenziale dei nodi di rete è necessario connetterli in modo intelligente.

 

Il motore a vapore è stato il responsabile della prima rivoluzione industriale, l'elettricità della seconda e Internet della terza: sarà l'Intelligenza Artificiale il motore della Quarta Rivoluzione Industriale?

16 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
canislupus19 Febbraio 2018, 11:49 #1
Il problema è sempre lo stesso da tanto tempo.
Avere connessioni iperperformanti quando sia i contenuti che le soglie di traffico bloccano tutto, ha veramente poco senso.
cata8119 Febbraio 2018, 11:58 #2
"...creazione di una rete di backhaul in grado di reggere il peso del traffico che potrebbe essere generato..."

Forse nei loro sogni più reconditi sperano di nuotare nel deposito di zio Paperone, ma poi si devono scontrare con l'ingordigia delle TLC
andbad19 Febbraio 2018, 12:17 #3
Tre giorni fa dicevano questo:
https://pro.hwupgrade.it/articoli/t...awei_index.html



By(t)e
Tedturb019 Febbraio 2018, 13:08 #4
E sarebbe pure ora.. Il 5g serve solo ai produttori..
nickname8819 Febbraio 2018, 14:10 #5
Originariamente inviato da: canislupus
Il problema è sempre lo stesso da tanto tempo.
Avere connessioni iperperformanti quando sia i contenuti che le soglie di traffico bloccano tutto, ha veramente poco senso.


Prima si prepara il terreno, poi si ci edifica sopra.
Non il contrario.

I contenuti sono misurati in base a ciò che permette la performance media delle connessioni presenti.
+Benito+19 Febbraio 2018, 15:27 #6
quando si libereranno le frequenze televisive molti problemi saranno superati. Continuare ad avere centinaia di canali spazzatura sul digitale terrestre è proprio una cosa idiota. Tutto ciò che non si vuole far finire sulla diffusione via internet (streaming, multicast o che) deve andare su sat, non ha senso mantenere le antenne terrestri.
nickname8819 Febbraio 2018, 15:30 #7
Originariamente inviato da: +Benito+
quando si libereranno le frequenze televisive molti problemi saranno superati. Continuare ad avere centinaia di canali spazzatura sul digitale terrestre è proprio una cosa idiota. Tutto ciò che non si vuole far finire sulla diffusione via internet (streaming, multicast o che) deve andare su sat, non ha senso mantenere le antenne terrestri.

Pensa che fra quella spazzatura, quella d'eccellenza è la nostra statale, che bisogna anche pagare obbligatoriamente nonostante trasmetta pubblicità e ultimamente si è liberata della F1 e dei mondiali di calcio.
Titanox219 Febbraio 2018, 20:11 #8
Originariamente inviato da: nickname88
Pensa che fra quella spazzatura, quella d'eccellenza è la nostra statale, che bisogna anche pagare obbligatoriamente nonostante trasmetta pubblicità e ultimamente si è liberata della F1 e dei mondiali di calcio.


Paghi il possesso della TV non per vedere la Rai
rockroll19 Febbraio 2018, 23:45 #9
Originariamente inviato da: Titanox2
Paghi il possesso della TV non per vedere la Rai


Già, peccato che è il carrozzone RAI che incassa (o chi per lei del carrozzone Italia).
+Benito+20 Febbraio 2018, 08:08 #10
Originariamente inviato da: nickname88
Pensa che fra quella spazzatura, quella d'eccellenza è la nostra statale, che bisogna anche pagare obbligatoriamente nonostante trasmetta pubblicità e ultimamente si è liberata della F1 e dei mondiali di calcio.


Vero sì e no, nel senso che ci sono veramente decine di canali dove fanno solo televendite di materassi, cartomanti e altre cose medievali. Quelli non hanno nessuna ragione di esistere. Gli altri, mi spiace per i commedianti dialettali, ma c'è stato il tempo di evolversi, ed anche i settantenni ormai usano internet, passare dall'etere allo streaming (ma anche un banale canale youtube...) è un passo obbligato, chi rimane indietro deve essere tagliato.

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
^