Tra uomini e robot in uno dei siti produttivi dove nascono gli apparati radio Huawei

Tra uomini e robot in uno dei siti produttivi dove nascono gli apparati radio Huawei

Siamo a Songshan Lake, Dongguan, dove Huawei ha uno dei suoi poli produttivi. Vi portiamo dentro le linee produttive degli apparati radio che costituiscono le reti di operatori e carrier

di pubblicata il , alle 16:01 nel canale TLC e Mobile
Huawei5G
 

Huawei, Songshan Lake, Dongguan

Entrare in uno stabilimento di produzione cinese non è cosa che capiti tutti i giorni. Soprattutto se il soggetto in questione si chiama Huawei. Il nostro Bruno aveva visitato poco più di due mesi fa il polo produttivo situato a Songshan Lake, Dongguan, in particolare la linea produttiva degli smartphone Huawei P20. Nella giornata precedente all'apertura dello Huawei Analyst Summit di Shenzhen ho avuto anche io la possibilità di entrare in alcuni dei laboratori del polo produttivo. Vi ho già parlato dell'Indipendent Cyber Security Lab, situato anch'esso nel complesso di edifici del primo insediamento di Songshan Lake.

Benvenuti dove nascono gli apparati radio Huawei

Dopo l'oretta passata a parlare di sicurezza ho avuto l'occasione di entrare nel sito produttivo dedicato alle soluzioni radio, come le RRU, Radio Remote Unit, che sono l'ossatura delle comunicazioni radio di operatori e carrier. Impressionante, ma non fotografabile, il magazzino automatizzato in cui i robot si muovono in modo automatizzato tra scaffali alti 10 metri e si occupano del traffico a due vie in entrata e in uscita, spostando scatole nere dotate di codici a barre sul nastri trasportatori che corrono poi lungo tutto il percorso del sito produttivo. Simili a quelli che vi riportano la valigia dopo un viaggio aereo, ma decisamente più complessi in termini di sviluppo orizzontale e verticale e anche per quello che riguarda bivi e intersezioni.


Un'immagine d'insieme del magazzino, nel particolare dietro i vetri la zona ad elevata automazione

Nelle black box viaggiano i componenti, confezionati in lunghe bobine con nastro perforato, che da un lato protegge i componenti all'interno della pellicola plastica fino all'uso e dall'altro mette a disposizione delle macchine chip, resistenze, capacitori e altri componenti elettronici in modo preciso. Le linee produttive, da questo punto di vista, sono del tutto simili a quelle che troviamo anche in Italia, come quelle di BTicino a Erba, che avevo visitato qualche anno fa.

Linee produttive che stanno sempre più sostituendo del tutto la presenza umana con quella dei robot, anche per quei compiti in cui fino a poco tempo fa gli operai erano più 'flessibili', come quelli meno ripetitivi e più difficili da fare compiere a un braccio meccanico con un algoritmo. Nella linea produttiva al momento c'è ancora un approccio ibrido, per cui in alcuni compiti in una fase sono affidate a persone e invece in altri punti sono demandati a robot, ma la presenza di questi ultimi è in crescita, come testimonia anche il fatto che sulla linea dei prodotti wireless che ho visitato in qualche anno il numero di impiegati è passato da più di trenta a sole otto unità.

Se i robot la fanno da padroni nel montaggio dei componenti ormai da tempo, spesso il controllo qualità e lo spostamento dei componenti da una parte delle linea all'altra era appannaggio dei dipendenti, anche per il fatto che essendo dispositivi prodotti su specifica per i clienti, non tutti gli apparecchi hanno un cammino comune lungo la linea produttiva. Anche in queste attività però ho visto un numero crescente di robot. Discorso simile per il controllo qualità: se una persona fino a poco tempo fa era difficilmente battibile da un robot nel prendere un componente (che può variare di dimensione e peso) posizionarlo su un test-bench, collegare i cavi e far partire la suite di test, i robot hanno guadagnato molto terreno anche qui. La fase di packaging, con l'inserimento nella scatola di tutti i componenti necessari al cliente resta al momento compito umano.

Il robot che monitora i parametri ambientali (base arancione) e dietro di lui quello che posiziona i prodotti sui banchi di prova (circolo verde)

Ho incontrato anche il robot che gira per il capannone per campionare la qualità dell'aria e altri parametri ambientali in modo continuo. Nel punto in cui la catena di trasporto dei componenti dal magazzino alla produzione era interrotta in un punto, erano tre gli operai al lavoro di brugola e cacciavite, segno inequivocabile che per alcuni compiti la presenza umana è ancora insostituibile.

1 Commenti
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Sandro kensan19 Aprile 2019, 18:48 #1
Troppo interessante.

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