Cisco, Tim e Noovle insieme per spingere sul cloud e accelerare la trasformazione digitale di aziende e Pubblica Amministrazione
di Alberto Falchi, Vittorio Manti pubblicata il 16 Giugno 2021, alle 12:01 nel canale CloudLe tre aziende hanno unito le forze e le competenze per un cloud italiano, affidabile, sicuro e a prova di futuro. Noovle, che ha come partner ufficiale Google Cloud, ospiterà nei suoi data center le due nuove Region italiane di Big G
Il cloud è alla base dell'innovazione e chi lo ha adottato in tempi non sospetti si trova in una posizione di forte vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. In Europa, e soprattutto in Italia, questa rivoluzione è partita tardi, ed è ora di recuperare il gap. La partnership fra Cisco, TIM e Noovle punta proprio a questo: un'intesa fra tre realtà che si pone l'obiettivo di supportare le aziende e le PA a cambiare approccio.
Chi è e cosa fa Noovle
Se Cisco e TIM non hanno bisogno di presentazioni, Noovle può essere un nome poco noto al grande pubblico, anche perché è una realtà nata da poco, a fine gennaio 2021, per la precisione. Noovle è una controllata di TIM che gestisce le infrastrutture cloud destinate ai clienti dell'azienda, siano essi imprese o PA: un progetto ambizioso, sul quale TIM si attende con un tasso di crescita a doppia cifra (20% anno su anno) e un fatturato di 1 miliardo di euro entro il 2024.
Nel concreto, potremmo definire Noovle come se fosse la divisione cloud di TIM: gestisce un’infrastruttura composta da sei data center di tipo Tier IV(il più elevato livello di sicurezza) destinati al cloud pubblico, sulle quali verranno anche ospitati i servizi dei principali provider, sette data center core, che invece gestiranno i servizi di cloud privato e co-location e quattro centri servizi, dei data center di dimensioni contenute posizionati strategicamente vicino alle sedi dei clienti.
Il principale partner di Noovle è Google Cloud, che entro il 2022 lancerà nuove Region (Milano e Torino). Queste Region saranno ospitate proprio nei data center dell’azienda controllata da TIM, che fornirà servizi evoluti, supportando le aziende nell’implementazione di tecnologie legate al cloud quali intelligenza artificiale e Internet of Things.
Il ruolo di Cisco nella partnership
L'alleanza prevede la condivisione delle competenze e dell'esperienza delle tre realtà. Noovle mette a disposizione l'infrastruttura dei data center oltre ai propri servizi e soluzioni multi-cloud, mentre TIM offrirà la sua rete vendita, oltre che la sua esperienza in tema di Cloud: il colosso della telefonia, vale la pena di ricordarlo, aderisce al progetto Gaia-X per la creazione di un cloud europeo che garantisca la sovranità dei dati dei cittadini UE. Cisco, invece, fornirà supporto tramite il Cisco Co-Innovation Center di Milano dedicato alla cybersecurity e alla data privacy.
“La partnership con Cisco ci consentirà di accompagnare le imprese nella sfida della trasformazione digitale attraverso servizi evoluti multi-cloud che assicurano efficienza, benefici sui costi e sicurezza” - ha dichiarato Carlo d’Asaro Biondo, Amministratore Delegato di Noovle - “ Le attività e i progetti che implementeremo insieme a Cisco sono in linea con il più ampio obiettivo del Gruppo di contribuire alla digitalizzazione del Paese".
Il cloud secondo Cisco: ibrido, multiplo e incentrato sulle app
Nella visione di Cisco sono tre le caratteristiche chiave che deve avere un'infrastruttura cloud per rispondere alle esigenze di digital transformation delle imprese: hybrid, multicloud e app centric.
Ma cosa significa, esattamente? Le prime due sono facili da intuire: per avviare un processo di trasformazione digitale di successo, non ci si può affidare solo alla nuvola, ma è necessario integrarla con le infrastrutture tecnologiche già presenti in azienda, nell'edge (cloud ibrido, quindi); d'altro canto, i vari hyperscaler oggi sono specializzati su differenti aree (IA, IoT, storage, compute) e nessuno è in grado di gestire tutta la complessità, quindi bisogna sfruttare le peculiarità di ciascuno, appoggiandosi a più di una piattaforma (multi-cloud). Infine, non bisogna dimenticare che il cloud è solo un mezzo, non un fine: non è la tecnologia in sé che risolve ma il suo utilizzo. L'adozione della nuvola, insomma, deve basarsi sul fatto che sono le app il vero punto di forza, e il cloud è solo lo strumento permette di sviluppare, eseguirle e aggiornarle con più efficienza.
App che devono naturalmente essere cloud native, strutturate cioè per sfruttare a pieno le caratteristiche di questo modello: limitarsi a portare le applicazioni aziendali così come sono sulla nuvola, senza ripensarle per sfruttare le peculiarità non basta per portare innovazione, per avviare quei processi necessari ad affrontare un percorso di digital transformation.
Cisco UCS-X: la soluzione di computing per il cloud ibrido
Secondo Cisco, il cloud deve semplificare l'esperienza IT e per farlo è necessario adottare sistemi in grado di garantire l'osservabilità e l'automazione necessari a gestire in maniera efficace le operazioni nei modelli di cloud ibrido. La risposta dell'azienda al problema sono i server UCS X-Series.
Si tratta di sistemi già presenti nei data center di oltre 50.000 clienti a livello mondiale, sistemi che integrano Cisco Intersight, la piattaforma Software-as-a-service che permette ai team IT di semplificare e automatizzare le operazioni e che è stata recentemente aggiornata con nuovi servizi destinati espressamente alla app cloud-native.
Parliamo di una macchina con più di 600 core, 1,5 PT di storage e ben 100 TB (!) di memoria, pensata per essere flessibile e a prova di futuro.
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