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Come cambieranno i DevOps nel 2020 secondo Akamai

di pubblicata il , alle 17:21 nel canale Cloud Come cambieranno i DevOps nel 2020 secondo Akamai

Secondo Sid Phadkar di Akamai le aziende le cercheranno ottimizzare ulteriormente il valore che i loro strumenti DevOps forniscono su larga scala, così da abbassare i costi e semplificare la gestione dei flussi di lavoro

 

A partire dal 2009, nel settore IT si è iniziato a diffondere un nuovo approccio allo sviluppo che negli anni ha acquisito sempre più importanza: il concetto di DevOps. Si tratta di un metodo di sviluppo software che prevede una stretta collaborazione fra i team di sviluppo e quelli che si occupano delle operation, così da accorciare i tempi di "rilascio" di nuove versioni. Non stiamo ovviamente parlando di software commerciali e delle relative patch, ma di applicazioni aziendali, costantemente aggiornate per supportare le esigenze delle organizzazioni. 

Sposare il concetto di DevOps impone di fare affidamento sull'automazione e sulle tecnologie cloud, necessarie per coordinare i reparti interessati e permettere di mantenere il frequente ciclo di release quotidiane.  

Akamai e i DevOps

Akamai è nota per offrire servizi CDN (Content Distribution Network) ad aziende del calibro di Facebook, RAI, Sky Italia e Mediaset. Buona parte dei suoi servizi è basata sulla Akamai Intelligent Platform, la piattaforma di cloud delivery più estesa al mondo pensata per integrarsi alla perfezione negli ambienti DevOps. 

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Il tema dei DevOps sarà sempre più rilevante nel 2020 e secondo Sid PhadkarSenior Product Manager di Akamai, "le organizzazioni si concentreranno in modo significativo sull'analisi dei costi e cercheranno di sfruttare gli strumenti DevOps che forniscono un valore equivalente, ma riducono al minimo i costi su larga scala". 

Sid Phadkar Akamai

Questo è motivato dalle previsioni degli esperti di mercato, che per i prossimi 12-24 mesi prevedono una decisa flessione, se non proprio una recessione. Inevitabile che le aziende corrano ai ripari cercando di contenere i costi e allo stesso tempo mantenere inalterati i ritmi produttivi e di rilascio

Il primo passo per tagliare le spese secondo Phadkar è quello di semplificare la gestione del ciclo di vita end-to-end delle app. Cosa significa? Allo stato attuale, i diversi team all'interno delle aziende si appoggiano a strumenti differenti, fatto che consente di avere flussi di lavoro personalizzati, ma aumenta la complessità e può conseguentemente ostacolare la produttività. Nel 2020 non diminuirà il numero di strumenti, ma i team DevOps punteranno l'attenzione sulle singole applicazioni che razionalizzano gli strumenti e i flussi di lavoro, così da ottenere rendere più agile e veloce lo sviluppo.

DevOps sempre più smart e sicuri

Le strategie DevOps sono strettamente legate al concetto di automazione e la necessità di ridurre i costi spingerà gli sviluppatori ad automatizzare ulteriormente, appoggiandosi anche all'intelligenza artificiale. "Gli sviluppatori utilizzeranno strumenti di data science per migliorare la previsione dei risultati delle applicazioni di progetto, attraverso i dati storici e la telemetria sui log dei repository, i risultati dei test, i carichi di lavoro dell'infrastruttura e altro ancora" - spiega Sid Phadkar "Questo, unito a un sistema di alert più intelligente e a trigger più reattivi basati sugli eventi, guiderà flussi di lavoro di integrazione continua che porteranno a una maggiore produttività".

Sid prevede anche una maggiore attenzione agli aspetti relativi alla sicurezza informatica, in parte grazie alla spinta che arriva da normative come GDPR, PSD2 e i loro equivalenti statunitensi, oltre alle nuove leggi sulla privacy che entreranno in vigore prossimamente in altri paesi. Questo spingerà gli sviluppatori a integrare delle rigorose policy di sicurezza e di conformità direttamente all'interno delle applicazioni, incorporandole nei flussi di lavoro quotidiani

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