Dell Boomi, un IPaaS interamente visuale
di Alberto Falchi pubblicata il 13 Maggio 2020, alle 17:21 nel canale CloudDel Boomi è un IPaas (Integration Platform as a Service) che non richiede di scrivere nemmeno una di codice per essere integrato, permettendo di ridurre fino al 70% il tempo necessario a integrare le app, tutto a vantaggio del time to market
Gli IPaaS (Integration Platform as a Service) sono delle piattaforme cloud che integrano i dati da differenti fonti, servizi e applicazioni, e si rivelano molto utili soprattutto in quegli ambienti dove convivono sistemi legacy con applicazioni che girano su differenti cloud. Praticamente, gli IPaaS aiutano le aziende a raccogliere e riordinare dati frammentati su diversi database, spesso non comunicanti fra loro e non sempre coerenti.
Pensiamo a un e-commerce, dove può capitare che il database dei clienti, il servizio di assistenza, il software che gestisce il magazzino e quello che si occupa degli ordini siano tutti basati su tecnologie differenti, oltre a "girare" in ambienti cloud differenti e, in parte, anche on-premise. Aggregare e orchestrare tutte queste informazioni può essere molto complesso, e le classiche soluzioni ESB (Enterprise Service Bus) già esistenti in azienda non sempre sono adeguate, soprattutto in ambienti multicloud. In queste situazioni, gli IPaaS possono fare la differenza.
Boomi, un IPaaS visuale
Boomi è un'azienda fondata nel 2000 che in breve tempo si è conquistata la fiducia di molti dei suoi clienti, fra cui Dell. Proprio Dell, nel 2010, ha acquisito l'azienda e ha iniziato a distribuirla anche in Europa, riscontrando una crescita significativa, che ha portato un anno e mezzo fa ad aprire anche una sede italiana. A oggi, Dell Boomi conta 1000 dipendenti e oltre 10.000 clienti in 67 Paesi. "A livello globale cresciamo moltissimo"- ci racconta Fabio Invernizzi, Sales Director EMEA South di Boomi - "L'azienda raddoppia il fatturato anno su anno e acquisisce una media di 6 clienti ogni giorno, a livello globale".
Boomi è stata fra le prime soluzioni di questo tipo (sembra che il termine IPaaS sia stato usato la prima volta proprio dal fondatore dell'azienda) e ancora oggi si distingue dalla concorrenza per la sua semplicità di installazione e gestione. Al contrario di altre soluzioni, infatti, non richiede di scrivere codice. Tutte le integrazioni possono essere gestite in maniera visuale dalla sua interfaccia e supporta un numero elevatissimo, e in costante crescita, di connettori per "dialogare" con altre app e servizi.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, Boomi non è dedicato solo al mercato delle enterprise ed è anzi abbastanza economica da poter essere adottata anche da aziende di piccole dimensioni, che magari necessitano solo di integrare poche applicazioni, come nel caso di un e-commerce che deve solamente sincronizzare i dati di Shopify, Marketo e il database locale che gira on-premise.
Per questo motivo per la sua distribuzione Dell si affida anche a dei system integrator locali, così da raggiungere anche clienti che non possono vantare fatturati "importanti".
All'inizio del 2020, Boomi ha acquisito Unifi Software, azienda che sviluppa una piattaforma di data cataloging e data preparation. Questo ha permesso alla IPaaS di proprietà di Dell di poter rilevare e integrare nel flusso di lavoro anche i dark data, tutta quella serie di informazioni che vengono raccolte ma sono fondamentalmente sconosciute all'azienda, non integrate all'interno dei processi di lavoro.
"Con la crescita del multi-cloud, dell’edge e dell’IT ibrido, la gestione dei dati è diventata una sfida enorme per le aziende. Questa acquisizione consente ai nostri clienti di ricavare informazioni dettagliate, fornire intelligence e promuovere azioni a partire dai dati aziendali noti e sconosciuti. La maggior parte dei clienti non è a conoscenza, in media, del 60 / 73% dei propri dati e questo rappresenta un enorme punto cieco nella trasformazione del business" - ha dichiarato Chris McNabb, CEO di Boomi - "L’acquisizione di Unifi Software espande le capacità di gestione dei dati di Boomi".
Case study: Boomi e Sky UK
Fra gli esempi portati da Invernizzi di aziende che hanno adottato Boomi, uno dei più significativi è quello di Sky UK. L'azienda era alla ricerca di una soluzione che gli permettesse di ottimizzare il customer service, uno dei principali driver del suo business. L'obiettivo era quello di garantire un miglior supporto ai clienti e allo stesso tempo ridurre i costi. Boomi e Sky hanno lavorato congiuntamente alla realizzazione di un FAV (Future Assurance View), uno strumento che consentiva ai clienti di poter visualizzare i problemi e che offriva loro semplici istruzioni per risolvere quelli che non richiedevano l'intervento di un tecnico.
Il sistema è stato integrato nell'app My Sky e sul sito Sky.com e, inizialmente, è stato lanciato per gli abbonato in Irlanda e nel Regno Unito. Il risultato è stato notevole, e ha permesso di ridurre del 15% le chiamate all'assistenza, oltre che di risparmiare cifre cifre molto significative: solo il primo anno, Sky ha risparmiato 7,86 milioni di dollari, a fronte di un investimento tutto sommato contenuto, di appena 1,3 milioni di dollari.
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