Denodo: per sfruttare al meglio il cloud bisogna virtualizzare anche i dati
di Alberto Falchi pubblicata il 30 Aprile 2021, alle 09:21 nel canale CloudIl cloud risolve numerosi problemi ma inevitabilmente aggiunge ulteriore complessità alle infrastrutture soprattutto per quanto riguarda la gestione dei dati che sono sparsi su differenti sistemi. La soluzione? Virtualizzarli
La virtualizzazione si è estesa a ogni ambito: sistemi operativi, server, addirittura alle reti di telecomunicazioni, come ci dimostra lo slicing delle reti 5G. Denodo punta a estendere il concetto di virtualizzazione ancora più in là, applicando questo modello ai dati veri e propri.
Virtualizzare i dati per abbattere i silos e semplificare l'accesso alle informazioni
Una delle domande più difficili che si possono porre a un manager è "dove sono i dati della tua azienda?". Oggi le informazioni aziendali sono sparse un po' ovunque: sui server on-premise, sui dispositivi degli utenti e anche sul cloud. O, meglio, sui vari servizi cloud, visto che sempre più aziende stanno adottando il modello multi-cloud. Le informazioni, insomma, sono sparse su differenti infrastrutture sotto forma di silos di dati aziendali, non sempre facilmente e comodamente accessibili da tutti. Questo da un lato impedisce di estrarne tutto il potenziale, dall'altro crea una serie di problematiche relative sia alla sicurezza sia alla business continuity: in caso di problemi, diventa infatti molto più complesse recuperare informazioni distribuite su differenti sistemi.
Secondo Denodo la soluzione a queste problematiche è quella virtualizzare i dati, così da semplificarne l'accesso e garantire sia maggiore sicurezza in caso di problemi sia analisi più efficienti sulle informazioni. In particolare, la virtualizzazione delle informazioni diventerà sempre più fondamentale con la crescita del modello di cloud ibrido, che prende sempre più piede ma porta anche una maggior complessità, soprattutto per quanto riguarda la governance.
Ma perché adottare un approccio di hybrid cloud se questo rende tutto più complicato? I motivi sono tanti, a partire dalla conformità normativa: per legge (pensiamo al GDPR) alcune informazioni devono risiedere in specifiche regioni geografiche, e di conseguenza le aziende devono appoggiarsi a un cloud provider che abbia i server nella specifica area. Ma ci sono anche altri motivi, come la qualità degli strumenti offerti dai cloud provider: non tutti sono identici e, soprattutto quando si fanno analisi profonde sui dati appoggiandosi all'intelligenza artificiale e al machine learning, è importante scegliere il fornitore più adatto alle proprie esigenze.
Logical Data Architecture, l'approccio di Denodo alla virtualizzazione dei dati
Ma cosa significa esattamente virtualizzare il dato? Fondamentalmente, come ha spiegato Paul Moxon, SVP Data Architectures & Chief Evangelist di Denodo, vuol dire "disaccoppiare gli utenti dall'infrastruttura dei dati".
In pratica, fornire agli utenti un livello di astrazione relativo alle informazioni: gli utenti devono pensare solo a usare gli strumenti necessario per le loro operazioni e non devono preoccuparsi di sapere dove sono conservate le informazioni né dover gestire accessi a sistemi differenti. A questo, infatti, ci penseranno soluzioni come quella offerta da Denodo che offre tre vantaggi:
- offre un singolo punto di accesso a tutti i dati
- rende i dati disponibili nel formato più adatto all'utilizzo che ne si deve fare (analytics, machine learning, IA)
- offre l'accesso alle informazioni tramite qualsiasi tecnologia: API, SQL, streaming
Un approccio che secondo Denodo risolve le problematiche più frequenti. Permette prima di tutto di evitare di dover adottare uno specifico linguaggio, formato o protocollo e aiuta le aziende sia a migrare più semplicemente verso il cloud (o meglio, i cloud) sia a garantire la business continuity, dal momento che il livello di astrazione consente di recuperarli velocemente in caso di problemi.
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