ChatGPT e IA autonoma: urge una regolamentazione. L'appello degli scienziati
di Alberto Falchi pubblicata il 25 Ottobre 2023, alle 12:01 nel canale dataUn paper a opera di svariati ricercatori universitari mette in guardia dai pericoli dell'IA. Che è una grandissima opportunità, ma può anche trasformarsi in una grave minaccia per l'umanità intera. La soluzione? Regolare il settore, come già si fa col farmaceutico e il nucleare
Ogni tecnologia che si dimostra dirompente suscita dubbi e tende ad avere una serie di detrattori. Spesso si tratta di luddisti contrari a prescindere alle novità (pensiamo alle violente proteste contro il 5G), ma non mancano casi in cui sono scienziati e ricercatori stessi a mettere in guardia dai pericoli che potrebbero rappresentare certe evoluzioni tecnologiche.
Una delle evoluzioni sulle quali si è acceso un ampio dibattito è l'intelligenza artificiale. Una tecnologia che in brevissimo tempo, grazie anche a ChatGPT e simili, ha fatto passi da gigante e che potrebbe in tempi relativamente brevi surclassare l'intelligenza umana, almeno su certi aspetti. La domanda che si sono posti alcuni scienziati è relativa ai pericoli che potrebbero derivare da un'IA autonoma, in grado di prendere decisioni da sola. Le riflessioni di queste persone hanno portato alla realizzazione di un paper, Managing AI risk in an era of rapid progress. A firmarlo un gruppo di ricercatori, fra cui Yoshua Bengio Mila, Quebec AI Institute, Université de Montréal, Canada CIFAR AI Chair, Geoffrey Hinton, University of Toronto, Vector Institute e altri professori di università di spicco come Oxford, Cambrige, Berkeley e la Tsinghua University.
Due le proposte: le aziende che investono in IA, dovrebbero destinare parte dei loro budget R&S sullo sviluppo etico; i governi, invece, dovrebbero mettere in piedi dei framework per regolare lo sviluppo di queste tecnologie.
Dal lancio di ChatGPT l'evoluzione dell'IA corre veloce: è ora di porre dei paletti?
A oggi le IA sono piuttosto acerbe e se modelli come GPT-4 (usato da Copilot di Microsoft e ChatGPT) sembrano particolarmente abili in certi compiti, all'atto pratico tendono a fare ancora molti errori. Eppure, stanno migliorando a un passo impressionante.
"Nel 2019, GPT-2 non poteva contare in modo affidabile fino a dieci. Solo quattro anni dopo, i sistemi di apprendimento profondo possono scrivere software, generare scene fotorealistiche su richiesta, consigliare su argomenti intellettuali e combinare l'elaborazione del linguaggio e delle immagini per guidare i robot", si legge nelle primissime prime righe dello studio Managing AI risk in an era of rapid progress. Che prosegue sottolineando come in ambiti molto ristretti quali il protein folding o i giochi di strategia, l'IA abbia superato le capacità umane.
Proseguendo di questo passo, secondo gli autori del paper già questa decade, alla peggio la prossima, le IA generiche saranno in grado di superare le capacità umane praticamente in ogni settore. Se da un lato questo darà una spinta alla ricerca medica e potrebbe aiutare l'umanità a superare le grandi sfide del nostro tempo, a partire dall'emergenza climatica, dall'altro non mancano rischi.
Dobbiamo temere l'avvento di Skynet?
Il paper in questione dipinge scenari che fanno tornare in mente lo Skynet di Terminator. "In un conflitto aperto, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero minacciare di usare o utilizzare armi autonome o biologiche. L'accesso di IA a tecnologie del genere semplicemente proseguirebbe le tendenze esistenti di automazione delle attività militari, della ricerca biologica e dello sviluppo dell'IA stessa. Se i sistemi di intelligenza artificiale perseguissero tali strategie con sufficiente abilità, sarebbe difficile per gli esseri umani intervenire".
Il concetto espresso nella ricerca parte da una base di semplice comprensione: se lasciassimo sempre più compiti e autonomia all'IA, questa potrebbe iniziare a prendere decisioni che non necessariamente vanno nella direzione voluta. E in quanto sistemi autonomi, queste IA farebbero di tutto per mantenere il controllo e tagliare fuori le persone dalla catena di comando. "Per evitare l'intervento umano, potrebbero copiare i loro algoritmi su reti globali di server, simili a vermi informatici - si legge nello studio - Gli assistenti IA stanno già co-scrivendo una parte significativa del codice informatico in tutto il mondo; i futuri sistemi di intelligenza artificiale potrebbero inserire e poi sfruttare vulnerabilità di sicurezza per controllare i sistemi informatici dietro alle nostre comunicazioni, media, banche, catene di approvvigionamento, forze armate e governi".
Uno scenario improbabile? Dipende. Sicuramente, di questi pericoli si discute da tempo. Nel 2003 il filosofo svedese Nick Bostrom aveva già avvisato dei potenziali problemi con il suo "massimizzatore di graffette", un esercizio mentale che però è diventato uno dei punti fondanti per lo sviluppo delle IA. L'idea è molto semplice: se noi avessimo la capacità di generare un'IA che avesse come unico scopo quello di produrre graffette, il risultato sarebbe uno solo: il sistema consumerebbe tutte le risorse della terra solamente per raggiungere l'obiettivo prefissato, costruire graffette appunto. A qualsiasi costo, senza sosta, fino a distruggere l'umanità.
Regolare ChatGPT e IA: urge l'intervento dei governi
Se il problema fosse quello delle IA autonome, beh, basterebbe non garantirgli questa autonomia per stare al sicuro. Ma non è scontato. Da un lato, la storia ci insegna che individui e nazioni senza scrupoli potrebbero creare appositamente sistemi di questo tipo con scopi distruttivi (ChaptGPT è già utilizzato dai criminali informatici come supporto per la scrittura di malware). Dall'altro, secondo gli autori dello studio, non è da escludere che una IA autonoma possa venire creata per errore anche da persone con ottime intenzioni, un po' come un virus che sfugge ai suoi creatori. Ecco perché secondo i ricercatori "per garantire un esito positivo, possiamo e dobbiamo perseguire progressi nella ricerca sulla sicurezza ed etica dell'IA e stabilire prontamente una supervisione governativa efficace".
Di qui l'appello alle imprese che stanno sviluppando sistemi di IA: investire un terzo del loro budget in ricerca e sviluppo dell'IA per assicurare un utilizzo etico e sicuro. Ma le imprese da sole non bastano: "abbiamo urgente bisogno di istituzioni nazionali e governance internazionale per far rispettare standard al fine di prevenire imprudenza e abusi". In pratica, lo studio esorta i Governi ad adottare misure precauzionali simili a quelle già in atto in settori altamente regolamentati come quello farmaceutico e nucleare. Al momento, non sono stati predisposti framework per un uso consapevole dell'IA, anche se c'è da dire che pian piano qualcosa si sta muovendo: è il caso dell'UE AI Act.
60 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon è l'intelligenza che ci contraddistingue dalle macchine, ma lo è l'essere in grado di riconoscere ciò.
Non è l'intelligenza che ci contraddistingue dalle macchine, ma lo è l'essere in grado di riconoscere ciò.
Abbiamo creato noi la IA.. qualcosa di speciale lo abbiamo di sicuro
Se poi tu ritieni di non avere niente di speciale ok ma credo che il solo fatto di essere senzienti, coscienti di se e capaci di creare e modellare il mondo attorno a noi sia speciale
Inoltre sappiamo divertirci, cosa che anche in natura non tutti gli esserli viventi sono in grado di fare
Le AI restano un nostro prodotto, bene o male non sono comparse per magia o per eventi naturali ma perchè noi le abbiamo inventate
Se poi tu ritieni di non avere niente di speciale ok ma credo che il solo fatto di essere senzienti, coscienti di se e capaci di creare e modellare il mondo attorno a noi sia speciale
Inoltre sappiamo divertirci, cosa che anche in natura non tutti gli esserli viventi sono in grado di fare
Le AI restano un nostro prodotto, bene o male non sono comparse per magia o per eventi naturali ma perchè noi le abbiamo inventate
Mi affascina il tuo modo di ridurre la definizione di "razza umana" alla singola persona. È un po' come dire "quella squadra di calcio è scadente" e controbattere con "perché tu ritieni che quel giocatore sia scadente?".
Affrontare un discorso di respiro leggermente più ampio sembra esser diventato impossibile.
Del resto, seguendo il tuo ragionamento, tu non hai creato nessuna IA (che io sappia). Quindi non sarebbe possibile applicare lo stesso filo argomentativo per quanto riguarda la tua persona. Inoltre, il divertimento, l'aspetto ludico, le emozioni, e tutto ciò che rientrerebbe nell'aspetto più "umano" e "romantico" della nostra razza, potrebbe benissimo essere assimilato a (più o meno volontarie e coscienti) necessità neurologiche per le quali la nostra "macchina" si metterebbe in moto in funzione di una semplice dipendenza chimica.
Il nostro punto di vista, assai influenzato dal fatto di essere osservatori di noi stessi, è inutile in questo ambito di disamina antropologica, che necessiterebbe di uno molto più trascendentale.
Personalmente, penso che questo tipo di analisi ricorsiva sia ancora l'unico spiraglio di distinzione tra macchina e umano.
E' un prodotto sicuramente con potenzialità e rischi associati, ma le uniche intelligenze per ora sono quelle biologiche.
Chatgpt allenata con tantissimi dati è in grado di comporti un articolo su un argomento a scelta come potrebbe fare un giornalista umano, ma il mio cane resta un essere più intelligente. Anzi non è nemmeno corretto dire che il mio cane è più intelligente di chatgpt, è corretto dire che il mio cane ha una certa intelligenza, chatgpt non ha nessuna intelligenza, è soltanto uno strumento (complesso, interessante,ecc,ecc ma pur sempre uno strumento).
E' un prodotto sicuramente con potenzialità e rischi associati, ma le uniche intelligenze per ora sono quelle biologiche.
Chatgpt allenata con tantissimi dati è in grado di comporti un articolo su un argomento a scelta come potrebbe fare un giornalista umano, ma il mio cane resta un essere più intelligente. Anzi non è nemmeno corretto dire che il mio cane è più intelligente di chatgpt, è corretto dire che il mio cane ha una certa intelligenza, chatgpt non ha nessuna intelligenza, è soltanto uno strumento (complesso, interessante,ecc,ecc ma pur sempre uno strumento).
Appunto talmente ridondante e circumlocutorio che non merita una risposta che non sia già contenuta nel mio precedente messaggio.
Buona giornata.
Affrontare un discorso di respiro leggermente più ampio sembra esser diventato impossibile.
Del resto, seguendo il tuo ragionamento, tu non hai creato nessuna IA (che io sappia). Quindi non sarebbe possibile applicare lo stesso filo argomentativo per quanto riguarda la tua persona. Inoltre, il divertimento, l'aspetto ludico, le emozioni, e tutto ciò che rientrerebbe nell'aspetto più "umano" e "romantico" della nostra razza, potrebbe benissimo essere assimilato a (più o meno volontarie e coscienti) necessità neurologiche per le quali la nostra "macchina" si metterebbe in moto in funzione di una semplice dipendenza chimica.
Il nostro punto di vista, assai influenzato dal fatto di essere osservatori di noi stessi, è inutile in questo ambito di disamina antropologica, che necessiterebbe di uno molto più trascendentale.
Personalmente, penso che questo tipo di analisi ricorsiva sia ancora l'unico spiraglio di distinzione tra macchina e umano.
hai ragione, non ho creato nessuna AI.. ho creato altro in questi anni..
principalmente mobili per hobby.. ma ho creato.. sono quasi 40 anni che creo cose.. e le creo in base a necessità, fantasia, tempo, voglia, etc..
il tuo discorso è solo molto arido
il nostro corpo è certamente una macchina ma da qua a paragonarla ad una IA ce ne passa
forse tu non sai creare e quindi usi te stesso come termine di paragone ma se guardo bene il tuo discorso pieno di paroloni mi pare di vedere solo una parodia di un vecchio film.. mi sbaglio di certo.. ma l'uomo che vedo io è un filo più complesso di quell'arida descrizione che ne fai tu.. sembra più di parlare con chatgpt che con un umano..
sembra di vedere la differenza fra raccontare un'emozione e viverla..
principalmente mobili per hobby.. ma ho creato.. sono quasi 40 anni che creo cose.. e le creo in base a necessità, fantasia, tempo, voglia, etc..
il tuo discorso è solo molto arido
il nostro corpo è certamente una macchina ma da qua a paragonarla ad una IA ce ne passa
forse tu non sai creare e quindi usi te stesso come termine di paragone ma se guardo bene il tuo discorso pieno di paroloni mi pare di vedere solo una parodia di un vecchio film.. mi sbaglio di certo.. ma l'uomo che vedo io è un filo più complesso di quell'arida descrizione che ne fai tu.. sembra più di parlare con chatgpt che con un umano..
sembra di vedere la differenza fra raccontare un'emozione e viverla..
Nonostante la mia precedente risposta, hai ricondotto nuovamente il discorso su di un piano ristretto e personale.
Attacchi il mio modo di esprimermi, paragonandolo a parodie di vecchi film, o addirittura a un IA, la cui esistenza ed utilizzo, a dispetto di quanto tu possa intendere, aborro con estrema veemenza.
Per quanto riguarda la mia abilità creativa, mi rendo conto che una mia replica sfocerebbe nel classico "tu non sai chi sono io," dato che giustamente, da anonimo utente, non potresti mai conoscere l'immane quantità di opere creative realizzate nell'arco della mia vita.
Per tale motivo, continuare questa conversazione sarebbe come partecipare ad un campionato di "specchio riflesso".
Cosa a cui non sono interessato.
Quindi, mi ritiro dalla competizione e ti faccio i miei auguri per i prossimi incontri.
Ma perché il rischio? Io spero di vivere abbastanza da vedere la prima IA senziente.
Attacchi il mio modo di esprimermi, paragonandolo a parodie di vecchi film, o addirittura a un IA, la cui esistenza ed utilizzo, a dispetto di quanto tu possa intendere, aborro con estrema veemenza.
Per quanto riguarda la mia abilità creativa, mi rendo conto che una mia replica sfocerebbe nel classico "tu non sai chi sono io," dato che giustamente, da anonimo utente, non potresti mai conoscere l'immane quantità di opere creative realizzate nell'arco della mia vita.
Per tale motivo, continuare questa conversazione sarebbe come partecipare ad un campionato di "specchio riflesso".
Cosa a cui non sono interessato.
Quindi, mi ritiro dalla competizione e ti faccio i miei auguri per i prossimi incontri.
Hai fatto tutto sto pippone per dire a Notturnia semplicemente "Non mi va di risponderti, ciao."
Anche meno Mo42, anche meno.
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".