Windows 11 e il problema (anche etico) di sostituire milioni di PC aziendali
di Riccardo Robecchi pubblicata il 04 Ottobre 2021, alle 12:41 nel canale DeviceWindows 11 introduce significativi cambiamenti ai requisiti minimi, escludendo di fatto centinaia di milioni di computer perfettamente funzionanti. Un problema per le aziende, ma anche una questione etica
L'aggiornamento a Windows 11 si rivelerà parecchio problematico per moltissime aziende. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da Lansweeper su 60.000 aziende e oltre 30 milioni di PC, che ha rivelato che più della metà dei computer in uso non sono compatibili con il nuovo aggiornamento del sistema operativo di Microsoft. Una situazione che pone grossi problemi a livello economico e organizzativo per tali aziende, nonché dilemmi etici circa l'impatto ambientale della scelta di Microsoft.
La maggior parte delle aziende non è pronta per Windows 11
Il sospetto che moltissimi computer sarebbero stati esclusi dall'aggiornamento a Windows 11 è presente sin dall'annuncio delle restrizioni che la nuova versione del sistema operativo porta con sé. La proporzione di dispositivi non aggiornabili non era però nota fino a questo studio condotto da Lansweeper, in cui viene evidenziato che solo il 44,4% dei computer in uso nelle aziende è pronto a supportare Windows 11. Ben il 55,6% non è aggiornabile perché la CPU non rientra nella lista di quelle supportate.
Il problema diventa ancora più grave nel caso delle workstation virtuali, con solo lo 0,23% che supporta il TPM e appena il 66,4% che ha sufficiente RAM. I server non sono molto distanti, con solo l'1,49% che passa i test sul TPM, per quanto al momento Microsoft non abbia annunciato alcun requisito al riguardo per il mondo server.
Il TPM (trusted platform module, modulo per una piattaforma fidata) è un chip che permette di avere una cosiddetta "sorgente hardware di fiducia" (hardware root of trust), ovvero un chip in grado di garantire via hardware che il software in esecuzione non sia stato manomesso. Ciò permette, almeno in teoria, di eliminare malware come i rootkit e di garantire dunque una maggiore sicurezza. Moltissimi computer non ne sono dotati; su alcuni computer desktop è possibile installarne uno, ma ciò non risulta possibile sulla maggioranza dei computer portatili. Microsoft ha reso tale modulo necessario perché aumenta in effetti il livello di sicurezza, ma a un prezzo molto elevato.
Le aziende si troveranno dunque in una situazione lungi dall'ideale, con moltissimi computer che dovranno essere sostituiti in tempi relativamente brevi. Microsoft continuerà a supportare Windows 10 fino al 2025, ma tale data è in realtà piuttosto vicina dal punto di vista del ciclo vitale dei dispositivi in ambito aziendale. Tutto ciò va inoltre inquadrato nella prospettiva del passaggio a Windows 10, che per molte aziende si è concluso di recente: la fine del supporto a Windows 7 è di meno di due anni fa. Windows 11 si preannuncia come un grattacapo significativo.
Centinaia di milioni di PC da sostituire: quanto è etico?
In passato Microsoft permetteva l'installazione di Windows su dispositivi non supportati, limitandosi poi a non fornire supporto in caso di problemi. Con Windows 11 l'azienda è invece passata a porre limiti stringenti e a impedire l'installazione o non fornire alcun aggiornamento sui dispositivi non supportati, creando così il problema in oggetto.
L'ulteriore questione che si pone in questo caso è dunque relativa all'aspetto etico di sostituire circa 700 milioni di PC nel mondo perché non compatibili, come dichiarato dal direttore generale di Dell nel Regno Unito a The Register. Va notato che molti di questi PC sarebbero andati comunque incontro alla propria fine entro qualche anno, ma molti saranno probabilmente perfettamente funzionanti anche oltre il 2025, data in cui è prevista la fine del supporto a Windows 10.
È dunque etico, in un momento storico in cui si evidenzia sempre di più la necessità di evitare gli sprechi e di ridurre al minimo il consumo di preziose risorse, far sostituire centinaia di milioni di computer perfettamente funzionanti che potrebbero continuare a svolgere il proprio lavoro ancora per moltissimi anni a venire? Spesso il problema non risiede nemmeno in un problema di supporto in hardware delle funzionalità richieste da Windows 11, ma in un problema di supporto da parte dei driver. Il TPM non è infatti l'unica ragione per cui alcuni dispositivi non sono supportati: l'altra ragione è che i driver disponibili per i processori e le schede madri non sono compatibili con il modello DCH, che è stato reso obbligatorio per Windows 11, nonostante rispondano a tutti i requisiti di potenza di calcolo o di memoria a disposizione.
Questo è il motivo per cui Microsoft ha aggiunto il supporto al processore Intel Core i7-7820HQ a posteriori, nonostante inizialmente avesse affermato che solo i processori Intel dall'ottava generazione in poi sarebbero stati compatibili. In tal caso la ragione è che il processore è usato nel Surface Studio 2 della stessa Microsoft, che ha dunque interesse a far sì che un dispositivo di fascia alta sia supportato nel tempo e ha creato driver compatibili. Ma perché gli altri computer dovrebbero essere differenti?
90 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCi sono dei pc negli uffici che fanno spavento da quanto sono vecchi. Tuttavia svolgono il loro lavoro senza intoppi e sono pure aggiornati a win 10 o per lo meno a win 8.
Di windows 7 nell'ultimo anno li ho visti sparire quasi tutti.
Credo che win 10 rieschierà di fare la fine di xp...
Ci troveremo al 2025 con microsoft che sarà costretta ad estendere il supporto agli aggiornamenti di sicurezza.
E ad ogni modo l'installazione di Windows 11 ormai anche il gatto è capace di farla su sistemi "non approvati" da Microsoft.
Aggiungo, minacciano che i suddetti pc potrebbero non avere aggiornamenti...si lo dicono loro, ci sperano. Come esce il primo update che restituisce il messaggio "pc non compatibile" dopo neanche un'ora in rete sarà disponibile lo script per installarlo comunque.
Questa volta si son messi d'impegno in Microsoft per alienarsi le simpatie della gente.
E comunque Windows 10 ha ancora un supporto abbastanza lungo, per non parlare poi delle versioni Enterprise e Enterprise LTS...stiano pur tranquilli che nessuno rottamerà un bel nulla per Windows 11 !
Ma che ragionamento è !
Peccato che poi tutto il software sarà aggiornato darà la fatidica scritta:
Impossibile completare l'installazione per l'assenza del supporto al TPM V2.x
Inserite il Modulo o Aggiornate il PC Grazie.
Inizieranno con i Giochi e poi con il Browser per Youtube e Prime e per finire arriverà anche Notepad con TPM
e come dire che tutti sanno guidare un'auto senza benzina.... peccato che prima o poi una salita ci stà.
Che soluzioni ci sarebbero? Usare Linux? Usare Linux e virtualizzare Windows11 dentro Linux per usare office, sperando che aggiungano il TPM2 emulato (non passthrough)? Virtualizzare Windows11 dentro Windows 10 o 7 preesistente e usare office da li' (lo vedo molto da smanettoni e poco da segretarie).
Usare i windows attuali come terminali per collegarsi a un Windows11 nel cloud?
e così greta, draghi e musk salvarono il mondo dal cattivo bezos e dal siringhino di 666gates
Cloud stramaledetto.
Inserite il Modulo o Aggiornate il PC Grazie.
Con programmi specialistici, e di un certo valore, si, ci sta...
Ma con programmi di largo uso, quali ad esempio i giochi, fare una roba del genere è un suicidio commerciale !
Dopo un giorno, sul dark web, aka telegram, trovi la versione craccata !
Comunque 700 milioni di pc ancora validi, se finiscono sul mercato dell'usato, con 10€ si prenderà un pc !
Return
Se vorranno vendere qualche licenza di W11 dovranno renderlo compatibile con tutti i sistemi anche quelli vecchi. Chi ci teneva a Windows 11 lo ha già skrakkato!Ormai W11 è skrakkato anche dalle suore :-) :-)
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