Red HatSuseLinuxOpen Source
AlmaLinux, Rocky Linux, SUSE: cosa sta succedendo alle distribuzioni derivate di Red Hat?
di Riccardo Robecchi pubblicata il 31 Luglio 2023, alle 17:01 nel canale InnovazioneL'annuncio da parte di Red Hat sulla chiusura dell'accesso ai sorgenti di RHEL ha scatenato parecchia confusione nel mondo Linux. AlmaLinux, Rocky Linux e anche SUSE hanno dato le proprie (sorprendenti) risposte a questo cambiamento
21 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOvviamente.
Ma addirittura venire a criticare la libertà di scelta, come fosse un difetto...
Ma addirittura venire a criticare la libertà di scelta, come fosse un difetto...
E' un difetto quando disorienta l'utente, ma soprattutto quando non permette un porting semplice di un programma creando incompatibilità fra le distro, l'utente comune cerca la massima semplicità, vedi mondo Apple.
La vediamo in modo diverso.
Io, al supermercato, se trovo 5 marche di pasta, sono contento di poter scegliere la pasta che mi piace di più.
Altre persone sono disorientate perché non c'è un'unica tipologia di pasta?
E' per questo che hanno inventato i pacchetti distro-agnostici...
Beh, allora l'utente comune si accontenti dei sistemi imposti.
Ma poi non si lamenti che non può personalizzarli...
Ma addirittura venire a criticare la libertà di scelta, come fosse un difetto...
Mi permetto di dire la mia su linux vs microsoft nel mondo desktop.
Non è una questione di semplicità di utilizzo.
E' una questione di chi è arrivato prima, quando nel 1991 nasceva il kernel linux, microsoft con ms-dos e i primi windows era già su tutti i personal computer.
Questo non vuol dire che la semplicità per le masse di utenti non conta, ma qui a determinare il vincitore è stata la tempistica. La tempistica del più veloce ha creato un'abitudine ormai consolidata impossibile da scalfire per chi è arrivato così in ritardo.
Se in un universo alternativo si fosse imposto sui personal computer un sistema operativo open source prima di ms-dos, oggi avremo tale sistema operativo open source (chiamiamolo sempre linux per comodità su tutti i pc. Ma avremmo secondo me una distribuzione di linux "dominante" che per semplicità d'uso e diffusione sarebbe l'analogo di quello che è windows e una miriade di distro alternative per smanettoni. Quindi si la semplicità d'uso conterebbe comunque, ma non è il fattore che ha fatto vincere ms-dos/windows contro linux: ms-dos/windows aveva già vinto perchè era arrivato prima alle masse.
Ma addirittura venire a criticare la libertà di scelta, come fosse un difetto...
In ambito smanettone e' una manna, in ambito aziendale anche no: le aziende e i professionisti hanno bisogno di roba certificata che sanno che va, e di cui hanno il supporto in caso di problemi. Non vogliono perdere giorni per capire quale distribuzione si adatti meglio alle proprie esigenze, ed e' uno dei motivi per cui preferiscono pagare redhat che sperimentare millemila distribuzioni fino a trovare quella che in quei giorni si adatta meglio, perche' e' open e dopo cambia qualcosa che spacca altro; si preferisce di gran lunga utilizzare distribuzioni ben testate che si sa che funzionano. Non a caso, ad esempio, quando vuoi impostare una macchina linux su cloud, Azure, Google Cloud, Amazon e cosi' via ti fanno scegliere solo fra poche distribuzioni, quasi sempre supportate anche commercialmente.
Non è una questione di semplicità di utilizzo.
E' una questione di chi è arrivato prima, quando nel 1991 nasceva il kernel linux, microsoft con ms-dos e i primi windows era già su tutti i personal computer.
Questo non vuol dire che la semplicità per le masse di utenti non conta, ma qui a determinare il vincitore è stata la tempistica. La tempistica del più veloce ha creato un'abitudine ormai consolidata impossibile da scalfire per chi è arrivato così in ritardo.
Non è solo questione di tempi...
Un sistema è stato portato avanti da una società a scopo di lucro, che ha investito in pubblicità, accordi commerciali con produttori hardware, pratiche (anche scorrette) per l'ottenimento della posizione dominante.
L'altro è stato messo lì a disposizione, "chi vuole se lo prenda"...
Ma già ora, ci sono poche distribuzioni dominanti (una su tutte, Ubuntu), e le altre sono solo personalizzazioni per utenti avanzati.
Se una persona volesse passare a Linux, non deve affatto avere il problema del "disorientamento da miriadi di distribuzioni", si installa una delle distribuzioni principali, ed è apposto.
Se è un'azienda anche, usa una delle poche distro certificate, solide, per uso enterprise.
Se sei uno smanettone, a cui non basta la versione base di Ubuntu, ti installi altro, hai la possibilità di farlo.
Non vedo come questa libertà possa essere un difetto...
Infatti. La cosiddetta "frammentazione" ti permette di scegliere, se vuoi una distribuzione solida, supportata, adatta ad un ambito lavorativo, oppure no.
Se ce ne fosse una sola, starebbero tutti a lamentarsi che o non è abbastanza stabile, o che non è abbastanza aggiornata, o non è abbastanza leggera, ecc...
Mi ero sbagliato?
Qualcuno ha i dati?
L'articolo sembra basato su un modello astratto e ideale delle relazioni tra i vari sistemi come, ahinoi, capita spesso nel mondo Linux.
Dall'articolo sulla chiusura dell'accesso ai sorgenti che avevo pubblicato all'epoca: "L’intento di questa mossa sembra in effetti proprio quello di bloccare i cloni. La chiusura di CentOS era un evidente segnale della direzione intrapresa dall’azienda, ma a conferma di ciò arriva anche un articolo pubblicato sul proprio profilo LinkedIn personale da Magnus Glantz, principal solution architect in Red Hat, che prende di mira specificamente Rocky Linux e parla (nei commenti) del comportamento di questi progetti come “parassitario”."
Invito te, così come Perseverance, a cliccare sul primo link in cima all'articolo dato che porta al pezzo sulla chiusura dell'accesso ai sorgenti con (spero) tutte le spiegazioni del caso.
Non ci sono dati affidabili sull'uso delle varie distribuzioni, in particolare nel mondo server.
Leggendo sul web il rapporto di distribuzioni installate fra RHEL e fork è di circa dieci volte di più a favore delle derivate. Guardando delle medie storiche mi sembra di capire che più o meno è sempre stato così. Quindi se a RHEL non ha mai dato fastidio la cosa evidentemente da fastidio ad IBM che l'ha acquistata.
Noto però una sorta di ipocrisia da parte di IBM xkè, dico ironicamente, RHEL stessa non si rende conto che buona parte del suo sistema operativo dipende dal lavoro di altre persone ed entità che forniscono sorgenti gratuiti?
Il mondo opensource ha sempre funzionato così, nel bene e nel male con tutti i suoi difetti. Questa mossa io la vedo come un impoverimento per l'azienda stessa e secondo me verrà marginalizzata. Se poi questo è l'obiettivo di IBM, cioè di renderla ancora più di nicchia e di farci ancora più profitto, contenti loro... non mi meraviglierò se seguiranno licenziamenti di massa in IBM.
Diciamo che siamo in zona grigia: legalmente, probabilmente, non sta violando niente, ma eticamente si sta comportando male.
Non serve forkare, basta condividere.
In pratica, tu, cliente RHEL, hai diritto di vedere il sorgente; puoi anche condividerlo, la licenza lo permette, ma quelli di RHEL sono liberi di interrompere il rapporto con te.
Questo, almeno leggendo in giro, sembra essere il succo della questione.
Esatto, si stanno isolando, la comunità si sta distanziando da loro.
Probabilmente se ne pentiranno, ma chissà, magari alla fin fine avevano i loro buoni motivi...
Certo è che SUSE sta prendendo la palla al balzo per inserirsi anche nei mercati nordamericani...
Non serve forkare, basta condividere.
In pratica, tu, cliente RHEL, hai diritto di vedere il sorgente; puoi anche condividerlo, la licenza lo permette, ma quelli di RHEL sono liberi di interrompere il rapporto con te.
Questo, almeno leggendo in giro, sembra essere il succo della questione.
Esatto, si stanno isolando, la comunità si sta distanziando da loro.
Probabilmente se ne pentiranno, ma chissà, magari alla fin fine avevano i loro buoni motivi...
Certo è che SUSE sta prendendo la palla al balzo per inserirsi anche nei mercati nordamericani...
mettere il prodotto ed i sorgenti dietro paywall è antipatico ma perfettamente in linea con le GPL.
così come RH può evitare di comunicare i code freeze, le branch, può tenersi tutte le build pipelines per sé senza condividere niente e rendere i lavoro dei cloni downstream incasinato.
hanno tutto il diritto di farlo.
quello che non torna è usare l'esercizio di diritti garantiti dalla licenza GPL come clausola più o meno vessatoria nei contratti di sottoscrizione RH.
sono cose che stanno su piani diversi, licenza la prima, quindi materia inerente la proprietà intellettuale, contratto di fornitura il secondo, normato dai vari codici civili.
ma lasciando anche perdere quello che dice RH, il solo fornire artefatti sotto licenza GPL, quali che essi siano, li obbliga a garantire i diritti che la licenza impone.
che poi le GPL siano licenze abbastanza tossiche, che a RH girassero le palle di vedere in produzione ambienti CentOS 30:1 rispetto a ambienti RHEL, che RH siano anni che prova a rendere la vita downstream incasinata, ci sta. ma queste sono altre questioni. la scelta di distribuire GPL è stata loro, non di altri.
Ansible, per dire. è in GPL3.
RH lo distribuisce legittimamente dentro RHEL, ma se faccio fork della loro implementazione dentro RHEL, perdo accesso ai repository upstream?
Qui RH la gioca sul cavilloso forte. Puoi tagliarmi il supporto ufficiale quanto vuoi (e pure qui mah... forse regge in USA, ma in EU clausole del genere è dura sostenerle), puoi giocare sul fatto che gli eventuali update futuri non abbiano niente a che vedere con la GPL, ma non puoi togliermi di mano lo snapshot che mi serve per esercitare i diritti che tu RH stessa ti eri impegnata per iscritto a garantirmi.
La massima ironia sarebbe se a dare battaglia ad IBM fosse proprio quella Oracle che tanto ha battagliato nei decenni, e tanto ha perso, sulle faccende UNIX, System-V, Java classpath, Android, derivate della JVM ecc.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".