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Arriva il domicilio digitale! Da oggi è attivo INAD

di pubblicata il , alle 16:51 nel canale Innovazione Arriva il domicilio digitale! Da oggi è attivo INAD

Il servizio è ufficialmente attivo in consultazione. Da oggi 6 luglio, la Pubblica Amministrazione sarà tenuta a comunicare solo tramite PEC con tutti i cittadini che hanno deciso di eleggere il proprio domicilio digitale

 

Come avevamo anticipato qui da oggi, 6 luglio, è a tutti effetti attivo INAD, l'Indice Nazionale dei Domicili Digitali. Si tratta di un servizio pubblico al quale possono aderire tutti i cittadini italiani, che consente di registrare il proprio domicilio digitale, sotto forma di PEC. Chi si registrerà, non riceverà più le classiche lettere raccomandate dalla Pubblica Amministrazione, ma riceverà tutto sulla propria casella di Posta Elettronica Certificata

Addio alle raccomandate (dalla PA): da oggi è attivo il domicilio digitale

Il servizio INAD è stato attivato un mesetto fa, e da quel momento gli italiani hanno potuto registrare il proprio domicilio digitale. Oggi, però, è disponibile anche per la consultazione. Questo significa che la Pubblica Amministrazione avrà l'obbligo di utilizzare il dominio digitale per tutte le comunicazioni coi cittadini che hanno deciso di registrarne uno. Trattandosi di un servizio pubblico, chiunque potrà consultarlo e quindi anche le imprese e i privati, se lo desiderano, potranno utilizzare questo canale al posto delle classiche raccomandate: la PEC ha infatti lo stesso valore legale di queste ultime. Per scoprire qual è il domicilio digitale di uno specifico individuo, basterà cercarlo tramite codice fiscale.

domicilio digitale

I vantaggi sono numerosi: le comunicazioni saranno più veloci, praticamente immediate non dovendo essere spedite fisicamente. Si risparmieranno i costi degli invii e, circolando meno carta, ci sono vantaggi anche per l'ambiente. 

Possono registrare un domicilio tutti i cittadini italiani maggiorenni, i professionisti non iscritti ad ordini, albi o collegi e gli enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione nell'INI-PEC.

Quanto costa un domicilio digitale?

L'iscrizione a INAD è totalmente gratuita, così come la consultazione del registro. I cittadini, però, dovranno dotarsi di una PEC, servizio erogato da svariati fornitori e quasi sempre a pagamento. La spesa, in ogni caso, sarà molto bassa: alcuni provider offrono il servizio a meno di 10 euro all'anno. Esistono anche soluzioni gratuite, o quasi, come SpidMail di Namirial: la ricezione è totalmente gratuita, anche se poi bisognerà pagare gli invii. Un singolo invio è gratuito, per i successivi il prezzo parte da 60 centesimi + IVA. 

Arrivano le prime critiche

Non mancano alcune voci critiche sulla questione. Secondo FLP, Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche, è infatti necessario un secondo binario. “In attesa della normativa UE sull’identità digitale, l’INAD non può rappresentare l’unica soluzione per ricevere gli avvisi da parte della PA. È dunque opportuno che tutte le comunicazioni della PA arrivino al cittadino in formato digitale (attraverso l’INAD) e in formato tradizionale, cioè attraverso un indirizzo fisico”, si legge in un comunicato della federazione. 

"Il rischio, altrimenti è che un cittadino che ha più di una PEC, e che non ha iscritto nessuna di queste all’INAD, si ritrovi con tutte le comunicazioni importanti da parte della PA inviate a un indirizzo che non consulta abitualmente, con il risultato che non saprà mai o saprà in ritardo avvisi anche urgenti”, spiega Marco Carlomagno, segretario generale di FLP.

Una critica a nostro avviso poco fondata: al di là del fatto che pochi privati hanno una PEC, figuriamoci più di una, se una persona decide di eleggere il domicilio digitale, si presuppone che lo faccia su una delle PEC che utilizza più frequentemente. Senza contare che praticamente tutti i servizi PEC consentono anche l'invio di notifiche, via mail o SMS, quando si ricevono nuove comunicazioni. 

106 Commenti
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Saturn06 Luglio 2023, 16:52 #1
Già attivato qualche settimana fa.
Enderedge06 Luglio 2023, 17:08 #2
Interessante come siano riusciti a spacciare una facility PER la PA (leggasi Agenzia delle Entrate) per una utilità per il singolo.

Una delle più importanti garanzie per il cittadino è la correttezza della notifica degli atti (ed è anche uno dei contenziosi prevalenti).

In questo modo il problema si azzera, ovviamente per Agenzia delle Entrate.

Ulteriore step per il "controllo" del cittadino in attesa del Pass europeo (stile cina).
Saturn06 Luglio 2023, 17:12 #3
Originariamente inviato da: Enderedge
Interessante come siano riusciti a spacciare una facility PER la PA (leggasi Agenzia delle Entrate) per una utilità per il singolo.

Una delle più importanti garanzie per il cittadino è la correttezza della notifica degli atti (ed è anche uno dei contenziosi prevalenti).


Quindi secondo te sarebbe meglio ricevere l'avviso di raccomandata, perchè in casa non ci sono mai, aspettare tre giorni, come Cristo che risorge, ed andare un'ora a far la fila alle poste !
Correggimi se sbaglio ! Tanto ormai dentro la cassetta delle lettere trovi solo brutte notizie o pubblicità. Sono ormai reperti storici destinati a sparire, con tutto l'affetto che si può avere per il passato...

Tanto se di "disgrazia" si tratta, meglio saperlo subito. O pec o raccomandata, la comunicazione rimarrà sempre quella.

Originariamente inviato da: Enderedge
In questo modo il problema si azzera, ovviamente per Agenzia delle Entrate.


Come sopra, il problema, per così dire si riduce anche per il cittadino.

Originariamente inviato da: Enderedge
Ulteriore step per il "controllo" del cittadino in attesa del Pass europeo (stile cina).


Addirittura ?
zava7806 Luglio 2023, 17:23 #4
da fare al volo, in passato ho ricevuto due riscossini, per non aver mai ricevuto raccomandate ....

Concordo sulla doppia notifica , digitale, e tradizionale per un po'
metrino06 Luglio 2023, 17:26 #5
tra l'altro il mercato è stato liberalizzato. alcuni enti si servono di altri fornitori diversi dalle Poste (es. a Milano ci sono SailPost, Nexive, ...). questo vuol dire che se non ti trovano a casa devi andare in un altro quartiere a ritirare la raccomandata, e spesso hanno orari che non si conciliano nemmeno con il lavoro (es. 9-12.30 e 14-17.30 sabato chiuso!)

Io le multe le pago e gli avvisi li voglio ricevere, sono onesto, e preferisco evitare code e disagi che cmq sono un costo se devo prendere permesso dal lavoro.
D0CP0K3R06 Luglio 2023, 17:36 #6
""Il rischio, altrimenti è che un cittadino che ha più di una PEC, e che non ha iscritto nessuna di queste all’INAD, si ritrovi con tutte le comunicazioni importanti da parte della PA inviate a un indirizzo che non consulta abitualmente, con il risultato che non saprà mai o saprà in ritardo avvisi anche urgenti”"

Ma cosa dice? L'iscrizione all'INAD è ATTIVA (nel senso che devi farla tu!) altrimenti NON ricevi nessuna PEC a nessuno dei tuoi millemila indirizzi PEC.

Se c'è un rilievo da fare è che, come tanti anni fa, la PEC dovrebbe essere GRATUITA per porre tutti i cittadini sullo stesso piano.

Sarebbe "carino" che, scelto il gestore, per il singolo CodiceFiscale la PEC sia GRATUITA e poi rimborsata al gestore dallo Stato.
In alternativa, rendere i 5/10 euro annui deducibili in sede fiscale.

La PEC di Aruba, tra l'altro, è già conforme ai futuri regolamenti UE.

Vivendo all'estero, tra SPiD e PEC non avete idea di quante magagne mi sia risparmiato, evitandomi viaggi da circa 1.000 km andata e 1.000 ritorno magari per una notifica di un qualcosa di irrilevante o per un atto che ora (da un po') posso fare tranquillamente dal PC (evitando anche i lagnosi uffici pubblici).
marcram06 Luglio 2023, 18:11 #7
Non mi piace tanto il discorso libera consultazione... ciò vuol dire il facile reperimento delle email associate a relativi codici fiscali, anche da parte di truffatori...

Provi un po' di codici fiscali a caso, e ottieni email certificate con nome, cognome, data e luogo di nascita...
zappy06 Luglio 2023, 21:52 #8
Originariamente inviato da: Enderedge
Interessante come siano riusciti a spacciare una facility ...

che marea di cazzate.
solo ladri truffatori ed evasori possono farsi problemi del genere.

Originariamente inviato da: marcram
Provi un po' di codici fiscali a caso, e ottieni email certificate con nome, cognome, data e luogo di nascita...

se hai il codice fiscale hai già la data di nascita.
e la mail NON contiene nessuna delle info che dici.
se la pec è pippoplutopaperino@... è solo associata al CF, ma a nient'altro. di certo non a nome e cognome per esteso.
aqua8406 Luglio 2023, 22:01 #9
Originariamente inviato da: Enderedge
Interessante come siano riusciti a spacciare una facility PER la PA (leggasi Agenzia delle Entrate) per una utilità per il singolo.

Una delle più importanti garanzie per il cittadino è la correttezza della notifica degli atti (ed è anche uno dei contenziosi prevalenti).

In questo modo il problema si azzera, ovviamente per Agenzia delle Entrate.

Ulteriore step per il "controllo" del cittadino in attesa del Pass europeo (stile cina).


Ma possibile che a ogni CAZZO di notizia di questo tipo saltano fuori i deviati come TE che tirano fuori la MINCHIATA del Controllo delle Masse????

CHE PALLE!!!!
frncr06 Luglio 2023, 22:17 #10
Originariamente inviato da: marcram
Non mi piace tanto il discorso libera consultazione... ciò vuol dire il facile reperimento delle email associate a relativi codici fiscali, anche da parte di truffatori...

Provi un po' di codici fiscali a caso, e ottieni email certificate con nome, cognome, data e luogo di nascita...


Il sistema di consultazione pubblico accetta in input soltanto il C.F. e fornisce in output, se esiste, soltanto l'indirizzo PEC eletto a domicilio digitale e nient'altro.
Se hai il C.F. di una persona disponi già di molti più dati, dato che per costruirlo servono nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita.
Generare C.F. a caso non è praticamente possibile, visto che la probabilità di centrarne uno esistente è remota.

Per il resto, non vedo proprio come si possa attaccare questa iniziativa, visto che stabilisce per il cittadino una mera facoltà, e al tempo stesso per tutte le P.A. un preciso obbligo.
I disonesti che sono soliti tentare di sottrarsi ai propri obblighi inventando ricorsi per mancati recapiti potranno tranquillamente continuare a farlo, così come i vari tipi di delinquenti che non vogliono essere raggiunti da comunicazioni a validità legale; mentre i cittadini onesti che vogliono essere sicuri di non avere rogne per mancati recapiti di raccomandate o per notifiche fittizie, e che non vogliono perdere tempo e soldi per uffici postali, possono avvalersi di questa facoltà.

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