Data4 al lavoro sul primo data center biocircolare al mondo
di Alberto Falchi pubblicata il 15 Marzo 2024, alle 12:01 nel canale Innovazioneil Gruppo sta riproducendo nel suo campus di Marcoussis il meccanismo di fotosintesi naturale che permette di utilizzare parte della CO2 prodotta dalle attività dei data center per coltivare alghe e riciclarle in biomassa, così da creare nuove fonti di energia
Data4, uno dei principali operatori di data center in Europa, ha siglato una collaborazione con l'Università di Paris-Saclay per l'avvio di un progetto pilota mirato alla realizzazione del primo data center biocircolare al mondo. Si tratta di nuovo approccio nella realizzazione di queste infrastrutture che ha l'obiettivo di integrare sistemi innovativi in grado di evitare di disperdere il calore generato dalle apparecchiature e riutilizzarlo a favore delle comunità locali.
Il progetto pilota di Data4 per data center più sostenibili
I data center sono responsabili di una percentuale non certo trascurabile dei consumi energetici e, di conseguenza, delle emissioni di CO2. Una situazione destinata a peggiorare notevolmente con la diffusione dell'IA, i cui calcoli sono particolarmente intensi, fatto che contribuirà ad incrementare - e di parecchio - le richieste energetiche dei data center. Va anche detto che buona parte dell'energia elettrica, poco meno della metà, viene utilizzata per alimentare i sistemi di raffreddamento, necessario per far lavorare i server a temperature ideali.
Il progetto di Data4 punta a evitare di disperdere questo calore, così da riutilizzarlo per altri scopi. Come l'alimentazione delle industrie agricole che si trovano nei pressi del data center stesso, o il riscaldamento delle abitazioni private. Non si tratta di una novità assoluta ed esistono già soluzioni di questo tipo. Che però hanno un limite: a oggi, si riesce a sfruttare solo il 20% del calore generato dalle apparecchiature. Il progetto avviato da Data4 con la collaborazione del’Università Paris-Saclay si pone l'obiettivo di sviluppare soluzioni più efficienti sotto questo profilo.
Nello specifico, Data4 sta riproducendo nel suo campus di Marcoussis il meccanismo di fotosintesi naturale che permette di utilizzare parte della CO2 prodotta dalle attività dei data center per coltivare alghe e riciclarle in qualità di biomassa capace di creare nuove fonti di energia. Con il progetto Data Center Biocircolare la CO2 emessa sarà trattenuta nelle alghe, che vantano un potere di cattura 20 volte superiore a quello degli alberi. Le alghe bloccheranno il carbonio al loro interno producendo nuova energia sostenibile, in forma di biocarburanti o biogas, da utilizzare per la fabbricazione di prodotti bio al servizio di altre industrie, come cosmetica e agroalimentare.
"Il progetto del Data Center biocircolare si propone di utilizzare per la prima volta in assoluto il calore dei data center per lavorare sulla biomassa aumentata rispondendo a due delle principali sfide del nostro tempo: la salubrità e l’igiene di ciò che mangiamo da un lato e la transizione energetica dall’altro", afferma Linda Lescuyer, Direttrice Innovazione di Data4. "Lavorare in parallelo su questi aspetti, richiede una stretta collaborazione tra tutti gli attori della regione dell'Essonne in cui operiamo, per sviluppare un vero e proprio progetto di ecologia industriale, volto a mettere in comune le risorse e a ridurre i consumi del territorio. Il gruppo Data4 è impegnato sulla sostenibilità da molti anni e sta adottando misure concrete per ridurre le emissioni di gas a effetto serra legate ai suoi scope 1, 2 e 3. Grazie alla partnership con la Fondation-Université Paris Saclay, abbiamo l'opportunità di affidarci a una delle comunità scientifiche più prestigiose al mondo per continuare il nostro percorso verso il raggiungimento di un obiettivo comune, lo sviluppo di un'economia energetica circolare".
"Grazie a uno studio di fattibilità realizzato con la start-up Blue Planet Ecosystems, con il sostegno della Cattedra ABIOMAS della Fondation Université Paris-Saclay, abbiamo potuto calcolare l'efficienza di questo metodo di cattura del carbonio, che può essere 20 volte superiore a quella di un albero (per una superficie equivalente)", afferma Patrick Duvaut, vicepresidente dell'Université Paris-Saclay e presidente della Fondation Paris-Saclay.
0 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".