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Ecco come Tag Manager Italia aiuta le aziende a sfruttare i dati di Google Analytics (e non solo) per il business

di pubblicata il , alle 12:21 nel canale Innovazione Ecco come Tag Manager Italia aiuta le aziende a sfruttare i dati di Google Analytics (e non solo) per il business

Tag Manager Italia è una PMI specializzata su Google Tag Manager e Google Analytics. Offre servizi di consulenza e formazione e collabora con alcune importanti realtà del mondo bancario, dello sport e non solo

 

Non è facile rendersi conto di quello che avviene dietro le quinte di un sito web e soprattutto di tutte le informazioni che vengono tracciate quando si visita una pagina. Tutti sappiamo che ci sono i cookie, che vengono usati per la profilazione degli utenti così da inviare messaggi mirati, ma a meno di essere esperti del settore, è difficile comprendere la mole delle informazioni e soprattutto la complessità per gestirle. Ancora più complesso districarsi fra le norme relative alla privacy, in continua evoluzione che ultimamente hanno scosso un po' il settore, dato che più di una corte europea ha stabilito che Google Analytics 3, in certe configurazioni, non è a norma col GPDR

Abbiamo approfondito il tema incontrando i tre fondatori di Tag Manager Italia: Francesco Tomasi, Matteo Zambon e Roberto Guiotto.

Tag Manager, la PMI italiana che si è distinta alla SuperWeek 

fondatori tag manager italia

Tag Manager Italia è una realtà italiana attiva dal 2015 che conta 15 dipendenti e si suddivide in tre unità di business: consulenza, formazione e ricerca e sviluppo, sulla quale viene reinvestita una percentuale del 15% circa del fatturato. 

Questi investimenti sono mirati a potenziare gli strumenti di analisi che mettono a disposizione dei loro clienti, il principale dei quali è Project Andromeda, una suite che contiene una serie di strumenti di Analytics che fanno leva sulle API di Google Tag Manager. 

Questa suite è progettata per velocizzare le tipiche attività di chi lavora con Google Tag Manager, potenziando le funzionalità della piattaforma e offrendo template pronti all'utilizzo. Ma include anche degli strumenti che permettono di "spiare" la concorrenza. Nulla di illegale, naturalmente: lo strumento analizza il codice dei siti web della concorrenza e si limita ad analizzare gli strumenti di analytics integrati.

project andromeda

Non offre visibilità su aspetti come il targeting degli utenti né acquisisce dati sui volumi di traffico, ma permette di capire quali strumenti e quali suite sono utilizzati, così da intuire il tipo di pubblicità che viene eseguita e comprendere, in linea di massima, la portata degli investimenti del concorrente. Questo permette di intuire la strategia in atto e può offrire ulteriori spunti per gestire la propria. Secondo i fondatori, permette di risparmiare più dell''80% del tempo che altrimenti si dovrebbe investire sull'interfaccia di Google Tag Manager.

Ulteriore strumento su cui sta investendo Tag Manager Italia è Tag Chef, attualmente in fase beta, soluzione di digital analytics che ha vinto il premio Golden Punchcard Prize alla SuperWeek, uno dei principali eventi relativi al settore degli analytics.

Google Tag Manager e Google Analytics: cosa sono e cosa fanno questi due strumenti

Google Tag Manager e Google Analytics sono i due strumenti principali per l'analisi dei dati di navigazione e sono considerate lo standard de facto. Esistono varie suite alternative, ma il punto è che le migliori si appoggiano in ogni caso a questi strumenti di Google, con cui comunicano tramite API. 

Google Analytics è forse il più noto dei due, ed è uno strumento potentissimo, che permette di comprendere chi sta visitando un sito, con quale dispositivo, cosa fa su quello specifico sito (pagine viste, percorso di navigazione, tempo speso su ogni pagina) e come ci è arrivato (motori di ricerca, link diretto, seguendo un banner pubblicitario e via dicendo).

Google Analytics

Google Tag Manager, invece, permette di sfruttare al meglio i dati relativi ai cosiddetti "tag", piccole porzioni di codice installate sui siti che permettono, tramite i social, di potenziare ulteriormente questi dati. I tag più famosi sono sicuramente il Pixel di facebook o il tag di LinkedIn, ma ne hanno uno tutti i social, incluso TikTok. Sono usati per "riconoscere" un visitatore tramite il suo profilo social e verificare una serie di azioni, così da ottimizzare al meglio le campagne di pubblicità lanciate sui social network. Per esempio, tramite il Pixel di Facebook è possibile capire se uno specifico utente ha messo un prodotto nel carrello di un e-commerce e poi non ha proseguito l'acquisto. Spetterà poi agli esperti di marketing e analytics valutare se inviare una pubblicità per sollecitare l'acquisto (magari legandolo a uno sconto, per essere più convincenti) o se il mancato acquisto è dovuto ad altri fattori, come una procedura poco chiara, il mancato supporto a certi metodi di pagamento e via dicendo.

Come già detto, il team di Tag Manager Italia non si limita a sviluppare e offrire i suoi strumenti, ma anche a fare formazione per usare al meglio gli analytics, cosa che spesso non succede. Durante la nostra chiacchierata, per esempio, Matteo Zambon faceva notare come in molti casi chi gestisce siti di e-commerce non si preoccupa di escludere dalla audience di un annuncio chi ha già comprato quel prodotto. Un fastidio per l'utente, che si vede arrivare in continuazione spot per qualcosa che ha già acquistato. E allo stesso tempo uno spreco per l'azienda che gestisce la pubblicità, che si trova così a sprecare del budget. 

Google Analytics è illegale? 

Uno dei temi su cui ci siamo soffermati è la legalità di Google Analytics, messa in discussione da più corti europee in quanto non rispetta a pieno il GDPR. In realtà, la situazione è più complessa. Prima di tutto, va sottolineato che il problema è relativo a Google Analytics 3, ora superato dalla nuova versione (GA4) già disponibile per tutti, che diventerà l'unica utilizzabile a partire da luglio 2023. 

Ma Google Analytics 4 risolverà del tutto il problema? Tutto dipende dalla configurazione, ci spiega Zambon, sottolineando che la la CNIL, l’Autorità Garante della protezione dei dati francese, ha dato il via libera al suo utilizzo, a patto che venga utilizzato un server proxy, che deve risiedere fisicamente in Europa, su cui far giungere tutti i dati degli utenti. Dati che non potranno essere poi inviati oltreoceano. 

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