Fintech: un terzo degli italiani non ha idea di cosa si tratti. L'indagine di Qonto
di Alberto Falchi pubblicata il 05 Aprile 2023, alle 11:41 nel canale InnovazioneUn sondaggio condotto da Qonto indica come nonostante la maggior parte degli italiani abbia almeno un conto online e prediliga i pagamenti digitali, anche tramite app, il termine "fintech" è ancora poco conosciuto e utilizzato dalle persone
Cosa significa fintech? Se lo dovessimo chiedere agli italiani, circa un terzo non avrebbe idea di cosa rispondere. Poco più della metà, il 57%, ne ha sentito parlare, anche se non ha una grande conoscenza dell'argomento. Il 10%, invece, sostiene di essere esperto sul tema. Questi sono i dati emersi da un'indagine condotta da Qonto e basata su un campione di 500 italiani rappresentanti differenti fasce di età e livelli di istruzione.
Fintech: gli italiani lo usano tutti i giorni, ma non sanno di cosa si tratti
Sintetizzando l'indagine effettuata da Qonto, il dato che spicca è il fatto che nonostante in tanti non conoscano minimamente il significato del termine o lo comprenda vagamente, praticamente tutti gli italiani hanno a che fare con il settore fintech, pur inconsapevolmente. Quando si parla di fintech, infatti, si fa riferimento a tutte quelle applicazioni digitali che semplificano le operazioni finanziarie e bancarie tramite la tecnologia IT. I bitcoin e le varie applicazioni per l'acquisto e lo scambio di criptovalute fanno parte delle fintech, così come le sempre più numerose app per il trading bancario. Ma anche l'app per l'home banking, quelle per i pagamenti digitali (tipo PayPal o Satispay) ricadono a tutti gli effetti nella categoria fintech. Non stupisce da questa definizione che praticamente tutti ci siamo trovati ad avere a che fare con la fintech. Secondo l'indagine di Qonto, l'87% degli italiani utilizza regolarmente almeno una di queste app. A usarle maggiormente sono comprensibilmente i più giovani: il 93% di chi ha un'età compresa fra i 18 e i 24 anni usa almeno un'applicazione legata al modo fintech in maniera regolare. Più in generale, 3 italiani su 4 (75%) possiedono almeno un conto online, personale o business che sia.
L'aspetto più importante, però, è la comodità: il 77% degli italiani ritiene che il fintech possa migliorare la vita quotidiana delle persone, dato che ancora una volta si alza e raggiunge l’82% per la fascia di età che va dai 18 ai 24 anni.
Gli italiani sono poco digitali? No: è il contrario
Si tende sempre a vedere il popolo italiano come refrattario alle nuove tecnologie, ma sotto il profilo dei pagamenti digitali, l'analisi di Qonto dimostra il contrario. Non solo, come già detto, una percentuale molto elevata utilizza app per l'home banking e lo scambio di denaro in forma digitale, ma considera queste soluzione sicure e affidabili (per l'85% del campione). Addirittura quasi la metà (46%) sostiene che siano più affidabili delle soluzioni tradizionali. Nello specifico, per quanto riguarda i tanto osteggiati pagamenti digitali, il 68% degli intervistati li predilige rispetto ai contanti. Sia in negozio, sia per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione come multe, tasse o bollettini: il 69% del campione indica di pagare tramite l'app PagoPA.
Emergono invece differenza geografiche: se al Nord e al Centro PagoPA è utilizzata rispettivamente dal 73% e 72% del campione, al Sud la percentuale scende al 62%.
“Questi dati sono l’ulteriore conferma di come l’Italia sia, a dispetto di quanto si creda, un paese in crescita per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia applicata alle finanze”, commenta Mariano Spalletti, Country Director di Qonto in Italia. “Rimane tuttavia una conoscenza limitata di questo settore e c’è ancora bisogno di fare educazione sul tema e sfruttarne a pieno il potenziale. Noi come Qonto ci impegniamo ogni giorno per sensibilizzare su potenzialità e benefici del fintech applicato alle aziende al fine di accompagnarle in un percorso di innovazione che ormai è da considerare oggi più che mai necessario e imprescindibile”.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoonestamente fatico a credere alle statistiche indicate, a vedere è stato usato un campione poco rappresentativo che non rispecchia lo spaccato demografico, o quantomeno le sintesi giornalistiche dell'articolo non lo fanno:
allo stato attuale la popolazione è così suddivisa
- giovani fino a 14 anni (12,7%)
- altri (63,5%)
- persone di oltre 65 anni (23,8%)
direi che qualquadra non cosa, cos'è TUTTI tranne i minori usano i pagamenti digitali? conosco "nonni" che si son fermati allo step precedente, non usano manco il bancomat per prelevare e mandano i figli
onestamente fatico a credere alle statistiche indicate, a vedere è stato usato un campione poco rappresentativo che non rispecchia lo spaccato demografico, o quantomeno le sintesi giornalistiche dell'articolo non lo fanno:
allo stato attuale la popolazione è così suddivisa
- giovani fino a 14 anni (12,7%)
- altri (63,5%)
- persone di oltre 65 anni (23,8%)
direi che qualquadra non cosa, cos'è TUTTI tranne i minori usano i pagamenti digitali? conosco "nonni" che si son fermati allo step precedente, non usano manco il bancomat per prelevare e mandano i figli
Più realisticamente una parte dei minori di 14 anni hanno accesso a pagamenti digitali in maniera più o meno legale.
Poi di over65 che non usano mai e in nessun caso un pagamento digitale ormai non ce ne sono così tanti eh.
La follia del titolo poi è avvilente. Come mai gli italiani non conoscono la "fintech"? perché gli italiano parlano in italiano, cara la mia agenzia Qonto, e parlano di "pagamenti digitali", espressione usata anche da Falchi nell'articolo (viva Dio!).
Andate in giro per la strada in una cittadina media e chiedete chi mai può usare uno screwdriver e pochi vi risponderanno -> articolo sugli italiani medievali; poi tornate in strada e chiedete se usano un cacciaviti e sfornerete un articolo sul progresso in Italia.
[braccia a terra]
Se fossi malizioso penserei ad una strategia sociale per farti/farci sentire arretrati...
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