Smart Working
Giannini, lo smart working, le opinioni e quella solitudine che non c'entra col lavoro da remoto
di Riccardo Robecchi pubblicata il 12 Ottobre 2024, alle 11:01 nel canale InnovazioneUn articolo sui presunti effetti estremamente negativi del lavoro da remoto ha causato discussioni aspre in Rete. Il fatto è, però, che quando si parla di opinioni bisognerebbe ricordarsi di dirlo
122 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAncora una volta, le capacità di comprendonio falliscono i loro sedicenti possessori...
Qui si sta parlando di ambito lavorativo.
Di non sentirsi isolati in ambito lavorativo.
[SIZE="4"]Di avere un'esperienza lavorativa migliore quando c'è un contatto umano.[/SIZE]
[SIZE="5"]È chiaro?[/SIZE]
Se sei solo al mondo e l'unica chance che hai di socializzare è con i colleghi in ufficio è un problema tuo, personale.
Passi 8 ore al giorno a lavorare, cioè la maggior parte della tua giornata. Socializzare, in quanto esseri umani, è il minimo sindacale.
Potrei dirti che è un problema tuo personale se vuoi lavorare da remoto
Ma certo, trasformiamo il lavoro in una festa di quartiere... ma esattamente, Giannini, cosa si era scolato?
Qui si sta parlando di ambito lavorativo.
Di non sentirsi isolati in ambito lavorativo.
[SIZE="4"]Di avere un'esperienza lavorativa migliore quando c'è un contatto umano.[/SIZE]
[SIZE="5"]È chiaro?[/SIZE]
Lasciali stare, sono cresciute sui social e ci vogliono insegnare cosa sia la "vita reale", quando vai in giro e li vedi che passano il 99% del tempo chini al cellulare
Ma poi è pure matematica: se passi 8 ore a casa a lavorare hai meno socialità di quelli che stanno 8 ore a lavorare in ufficio
Ovvero sia, sempre 8 ore di lavoro devi svolgere.
Potrei dirti che è un problema tuo personale se vuoi lavorare da remoto
Ma veramente...
Cioè, da quando un comportamento così anomalo e asociale è diventato la norma???
Una volta ci si impegnava a salvare queste persone... ora pretendono che tutto il mondo diventi come loro.
Cioè, da quando un comportamento così anomalo e asociale è diventato la norma???
Una volta ci si impegnava a salvare queste persone... ora pretendono che tutto il mondo diventi come loro.
Non penso che ci sia la pretesa dell'obbligo allo smart working piuttosto che sia data la possibilità di scegliere liberamente.
Vuoi andare in ufficio? Ti piace socializzare con i colleghi? Ok... vai.
Vorrei però che al tempo stesso io che di socializzare con un massa di beoti non ho nessuna voglia di poter scegliere di stare a casa. Tutto qua.
Qui si sta parlando di ambito lavorativo.
Di non sentirsi isolati in ambito lavorativo.
[SIZE="4"]Di avere un'esperienza lavorativa migliore quando c'è un contatto umano.[/SIZE]
[SIZE="5"]È chiaro?[/SIZE]
Raga c'è un piccolo equivoco: il Giannini nel suo articolo afferma che lavorare da remoto porta all'isolamento totale, quindi niente famiglia, niente amici, niente frequentazioni di alcun tipo, tipo hikikomori.
Riccardo, nell'articolo qui su HWU, fa la più ovvia delle obiezioni: c'è vita al di fuori del contesto lavorativo.
Di questo stiamo parlando.
Vuoi andare in ufficio? Ti piace socializzare con i colleghi? Ok... vai.
Vorrei però che al tempo stesso io che di socializzare con un massa di beoti non ho nessuna voglia di poter scegliere di stare a casa. Tutto qua.
Se consideri i tuoi colleghi una massa di beoti vuol dire, come minimo, che non sei nel posto giusto, ti suggerisco di cambiare posto di lavoro.
Non è possibile pensare di lavorare per una società senza avere nessuna interazione con gli altri.
Altrimenti fatti la partita IVA e ti metti a lavorare in proprio.
Va bene il lavoro da remoto, ma il full per me sarebbe da vietare per legge.
https://www.repubblica.it/moda-e-be...king-423527516/
Per carità è anche una riflessione con il suo perché, ma sommaria e divagante a livelli sfrenati.
Giannini trova ispirazione in shining per vomitare il suo personale parere negativo e apocalittico sul lavoro da remoto, ma si dimentica che il protagonista di shining è uno scrittore, e la diegesi si svolge storicamente in solitudine.
Poi va a concatenare il suo pensiero a un none meglio precisato articolo del NYT, e a referenze di altri personaggi statunitensi, ovviamente senza mai citare fonti, ne inserisce link alcuno.
Non vedo perché dovrei. Il mio lavoro mi piace, non mi piace condividere l'ambiente lavorativo con alcuni (non tanti ma già uno solo per i miei gusti è anche troppo) personaggi che nella vita reale non frequenterei neppure se mi pagassero per farlo.
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