HPE Aruba fa il punto sulla Gen-N, la nuova generazione di lavoratori ibridi
di Alberto Falchi pubblicata il 18 Ottobre 2021, alle 18:11 nel canale InnovazioneUna generazione non anagrafica, ma rappresentata dai lavoratori ibridi e "cresciuta" in tempo di Covid. Ne fanno parte persone di ogni età che hanno sposato il concetto di digital-first, a loro agio con la tecnologia, molto meno nel rispettare le migliori pratiche di cybersecurity
È probabile che in pochi sappiano cosa sia la Gen-N, una nuova generazione di lavoratori che secondo un'analisi di HPE Aruba, potrebbe mettere a rischio l'azienda e i suoi dipendenti, e più avanti vedremo come e perché. Iniziamo col dire che quando si fa riferimento ai Gen-N non si parla di persone nate in uno specifico periodo (come nel caso di Baby Boomer, Generation X, Millenials e via dicendo), ma di una tipologia di persone. Nello specifico, una tipologia di lavoratori abituati alle esperienze digital-first. Persone che convivono quotidianamente con la tecnologia e la sanno padroneggiare. Ma anche piuttosto impazienti e pronti a risolversi i problemi da soli, se l'IT non li supporta a dovere, fatto che può portare a rischi per il business, secondo l'indagine Workplace ibridi per lavoratori ibridi di HPE Aruba, condotta intervistando 5018 lavoratori ibridi di Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Italia.
“La Gen-N è emersa dalla pandemia con un nuovo insieme di aspettative e una nuova identità sul lavoro” - afferma la Dr. Eliza Filby, una delle autrici dello studio - “Le attese delle persone sono cambiate con l’aumento dell’uso della tecnologia avvenuto durante la pandemia, soprattutto in ambito e-commerce e piattaforme social media. Le opportunità di customizzazione e personalizzazione disponibili nel mondo consumer hanno cambiato l’atteggiamento verso la tecnologia utilizzata per lavorare. Le competenze tecniche sono aumentate così come l’impazienza che si prova quando gli strumenti non funzionano come dovrebbero”
Gen-N: ecco perché possono rappresentare un problema per le aziende
Per la Gen-N, la tecnologia è la soluzione alla maggior parte dei problemi, e pretende di personalizzarla per le proprie esigenze. Comprensibile, sotto molti profili: parliamo del resto di una "generazione" di lavoratori che si è sviluppata soprattutto durante la pandemia, quando la tecnologia è stata l'unico strumento per continuare a lavorare e mantenere una vita sociale. Con la differenza che, lavorando da casa e non dall'ufficio, gli appartenenti alla Gen-N tendono ad avere un rapporto molto più personale con la tecnologia, ad adattarla alle proprie esigenze.
Secondo l'analisi di HpPE Aruba, per il 73% della Gen-N ritiene che la tecnologia sia la chiave per promuovere un ambiente inclusivo, ma a quanto emerge dall'indagine, questo accade solamente nel 44% dei casi. “Le postazioni tecnologiche presenti nelle abitazioni delle persone variano enormemente. Le aziende devono mantenere una situazione di equilibrio evitando che alcuni dipendenti possano trovarsi svantaggiati a causa del luogo in cui vivono o della tecnologia che possiedono in casa”, spiega, Filby.
Ma quale problema rappresenterebbe la Gen-N? Alla fine, i tratti qui indicati non destano particolari preoccupazioni. Il problema, secondo HPE Aruba, è che se questi lavoratori non hanno a disposizione la giusta tecnologia, tendono a ridurre di molto la produttività e, soprattutto, ad arginare il problema utilizzando i dispositivi personali. Questo accade anche nel caso eventuali problemi tecnici non siano risolti rapidamente: il 74% degli appartenenti alla Gen-N si aspetta che vengano risolti entro 20 minuti, e addirittura un 42% ritiene che vadano sistemati entro 10 minuti. Tempistiche non sempre facili da rispettare per i team IT.
Cosa succede se ci vuole più tempo per ovviare alla problematica? La metà degli intervistati sostiene di risolvere da sé il problema, aggirando però le policy e i protocolli imposti dall'azienda. Così facendo, creano un potenziale pericolo per la cybersecurity.
Non solo: anche se a loro agio nell'utilizzare le tecnologie, gli appartenenti alla Gen-N tendono a non dare particolare attenzione alle migliori pratiche di sicurezza: più di metà (55%) degli intervistati ha ammesso di collegarsi a reti pubbliche non protette da password almeno una volta alla settimana, ma solamente un terzo (33%) fa regolarmente caso ai rischi che un tale comportamento presenta. L'82% degli intervistati poi ammette di utilizzare i propri dispositivi mobili personali per accedere a informazioni di natura lavorativa.
“La nostra ricerca suggerisce che questa generazione emergente di lavoratori ibridi, con i suoi comportamenti in evoluzione e le sue aspettative crescenti, presenterà nuove esigenze ai datori di lavoro in termini di tecnologia per il workplace” - ha dichiarato Morten Illum, Vice President, EMEA di HPE Aruba - “Allo scopo di mitigare i rischi per la sicurezza legati alla Gen-N, di incrementare l'efficienza all'interno della forza lavoro e supportare i propri dipendenti, le aziende devono affrontare queste nuove richieste. Trovare il punto di equilibrio tra una rete aperta ma sicura offrirà al personale la flessibilità, la libertà e la personalizzazione desiderate senza compromessi in termini di sicurezza”.
0 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".