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Kaspersky: il 32% degli italiani vuole cambiare lavoro

di pubblicata il , alle 18:01 nel canale Innovazione Kaspersky: il 32% degli italiani vuole cambiare lavoro

Secondo lo studio Securing the Future of Work un terzo della popolazione del Bel Paese vorrebbe passare a una nuova occupazione che possa garantire un salario migliore e più equilibrio fra lavoro e vita privata.

 
17 Commenti
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paranoic04 Marzo 2021, 11:14 #11
Originariamente inviato da: nickname88
Lo schiavo salariato nessuno lo fa volentieri, lo si fa per necessità.


Ringrazio di essere "schiavo" salariato...pensa a quegli schiavi e sono moltissimi che nel mondo lavorano per terzi sottoposti a pressioni inimmaginabili e che ricevono come gratificazione "paura, violenza fisica e psicologica..etc" e sfortunatamente non hanno elementi in grado di aiutarli a liberarsi da queste situazioni soffocanti...

Vero che si rivendica la territorialità e la sovranità dello Stato in cui ciò avviene per cui molti organismi internazionali assistono meramente allo svolgersi dei fatti...e fanno andare ogni tanto in Tv qualche loro rappresentante ed esperto di comunicazione...per citare le condizioni inique di lavoro e di sottomissione a cui questi poveretti sono costretti a sottostare..per contestualmente fanno spallucce e si ricevono la loro pacca sulla spalla, con stipendi spesso elevatissimi...e poi vanno ai ricevimenti di ambasciata agghindati a raccogliere i fondi che poi "...equamente..." distribuiscono....

Altrettanto vero che esistono situazioni di schiavismo anche in zone franche di territorio nazionale...dove lo Stato...sembrerebbe essere connivente...ripeto..sembrerebbe...

Corsi un po' superficiali forse, voglio vedere quanti amichetti ti fai quando rimani senza salario, scoprirai che l'ingrediente base ( non uno dei tanti ma la base ) fondamentale per costruire il resto del castello della felicità sono i soldi.


Beh ti metti a studiare approfonditamente la psicologia di genere e tipo se devi "accudire" degli studenti, o dei dipendenti o se devi fare il selezionatore del personale...però solitamente chi fà il selezionatore del personale...è psicologo...
Infatti il denaro..insieme alla salute...è la FELICITA secondo me'. Tuttavia alcune ricerche dicono che le persone più felici sono quelle che hanno la salute ed un reddito adeguato per godersi il tempo libero, che per alcuni risulta fondamentale...

Non c'è bisogno di vivere al sud, nessuno vorrebbe lavorare a prescindere da ogni cosa, a patto di non essere nel ramo artistico o sportivo.


Dissento...certo che essere Ronaldo a 30 milioni annui o Messi a 160 milioni annui piacerebbe a tutti, un lavoro che richiede 4 o 5 ore di impegno giornaliero che non ti costringere a rimanere chiuso in una stanza e per di più di aiuta a mantenerti in salute...invoglia moltissimo...veramente molto...

Però è altrettanto vero che...c'è chi ama il proprio lavoro e come dice qualcuno...se ami il tuo lavoro è come se fossi in vacanza tutto l'anno...il problema è riuscire a svolgere un lavoro che puoi con fermezza dire di "amare"....
nickname8804 Marzo 2021, 11:42 #12
Originariamente inviato da: paranoic
Non credo, il lavoro è importantissimo...per la socializzazione, per diversificare le giornate, per apprendere e tenere viva la materia grigia e/o bianca (per chi la possiede, si intende), non per ultimo per il reddito...cosa direi fondamentale...!!
"non dover lavorare" la parola DOVERE lasciava intendere ovviamente la necessità per via del salario, e che senza quest'ultima necessità o se il salario venisse percepito a prescindere la gente preferirebbe non lavorare.

Socializzare ? Tu hai veramente bisogno del lavoro per socializzare e non sei capace al di fuori di esso ?

Materia grigia ? Non sei in grado di tenerti occupato con gli hobby ?
Se invece intendi proprio un allenamento mentale esiste di meglio che svolgere una professione con carichi di lavoro irregolari e che stimolano solo alcune parti del cervello, e che comportano anche "Stess", anzi più quest'ultimo che il primo.
Ci sono allenamenti mirati che uno potrebbe fare [U]al meglio[/U] se solo .... non lavorasse.

Però è altrettanto vero che...c'è chi ama il proprio lavoro e come dice qualcuno...se ami il tuo lavoro è come se fossi in vacanza tutto l'anno...il problema è riuscire a svolgere un lavoro che puoi con fermezza dire di "amare"....
Amare il proprio lavoro ?
Dipende di cosa si tratta, se sei un imprenditore e l'impresa è TUA è un cosa.
Se lavori come prima detto nel campo artistico o sportivo ancora meglio ( e no non cè bisogno dello stipendio faraonico, anche a 1000 euro al mese ci sarebbe comunque la fila per vivere praticando sport, anzi alcuni sport non prevedono proprio nemmeno nelle massime categorie certi redditi ).

Se sei un dipendente anche ricoprendo incarichi di elevato profilo invece l'idea di lavorare per altri e per un azienda che non è la TUA bisogna veramente essere sfigati.

Un po' come i dottori o qualche ex manager che nonostante non abbiano necessità dopo la pensione continuano a lavorare.
In pratica è tutta gente che al di fuori del lavoro non è riuscita a farsi una vita, non è riuscita a farsi degli hobby e la sua massima aspirazione è appunto lavorare e continuare a sacrificarsi per qualcosa di non tuo e nonostante i frutti di ciò li incassino altri.
E la cosa peggiore di questa gente è che è talmente morta ( anche se spesso molto viva e sorridente fuori ) dentro che non è nemmeno in grado di iniziare una nuova vita.
Unax04 Marzo 2021, 11:45 #13
Originariamente inviato da: ferste
Non vorrei lavorare manco se ci fossero 364 giorni di pioggia e nebbia ininterrotti.


infatti gli eschimesi tromberebbero da mattina a sera se non fossero costretti a cacciare e a cospargersi di grasso per il freddo
Zappz04 Marzo 2021, 12:10 #14
La cosa piu' assurda e' l'essere costretti a lavorare, per poi essere costretti a pagare le tasse, che andranno a mantenere tutti i fancazzisti con il reddito di cittadinanza, che si possono godere i 300 giorni di sole all'anno...
nickname8804 Marzo 2021, 12:56 #15
Originariamente inviato da: Zappz
La cosa piu' assurda e' l'essere costretti a lavorare, per poi essere costretti a pagare le tasse, che andranno a mantenere tutti i fancazzisti con il reddito di cittadinanza, che si possono godere i 300 giorni di sole all'anno...
Quoto, fancazzisti e immigrati irregolari.
paranoic04 Marzo 2021, 14:07 #16
Originariamente inviato da: nickname88
"non dover lavorare" la parola DOVERE lasciava intendere ovviamente la necessità per via del salario, e che senza quest'ultima necessità o se il salario venisse percepito a prescindere la gente preferirebbe non lavorare.


Ci sono persone che lavorano per piacere, te lo ripeto...che non hanno economicamente alcuna necessità di lavorare, però si adoperano per farlo. Ci sono lavori pro bono, ci sono lavori che sono vere e proprie missioni, intrinseca direttamente nella professionalità richiesta.
Rammento un leader politico che essendo già molto ricco aveva deciso di donare la sua remunerazione a sorteggio a soggetti più bisognosi..

Socializzare ? Tu hai veramente bisogno del lavoro per socializzare e non sei capace al di fuori di esso ?


Beh io socializzo con ogni essere umano che mi rivolge la parola...quindi non faccio testo...veramente anche con gli animali...

Materia grigia ? Non sei in grado di tenerti occupato con gli hobby ?
Se invece intendi proprio un allenamento mentale esiste di meglio che svolgere una professione con carichi di lavoro irregolari e che stimolano solo alcune parti del cervello, e che comportano anche "Stess", anzi più quest'ultimo che il primo.


Ovviamente ! Carichi di lavoro irregolari? C'era un mio ex titolare che diceva, che di fondo tutti i lavori sono routine...e ripetitività che siano a ciclo o che sia abitudinari..ed il medesimo svolgeva mansione dove i cicli di lavoro erano maledettamente irregolari...
I miei interessi/hobby purtroppo sono dispendiosi...parlo in soggettiva, quindi o non seguo i medesimi, oppure devo avere un lavoro che mi permetta di introitare adeguato reddito per seguirli.

Amare il proprio lavoro ? Dipende di cosa si tratta, se sei un imprenditore e l'impresa è TUA è un cosa.


Non necessariamente. Ovviamente non parlo di lavori alienanti tipo il processo di produzione tayloristico che per definizione rimane alienante...
Parlo di altre tipologie di lavori...anche se sei un dipendente.
La stima ed il rispetto verso il tuo titolare, medesimi sentimenti da condividere con il tuo team di lavoro, stipendi adeguati e soddisfacenti...ed una miriade ed infinità casistica...che non mi metto certamente qui ad enumerare ed enucleare

Se lavori come prima detto nel campo artistico o sportivo ancora meglio ( e no non cè bisogno dello stipendio faraonico, anche a 1000 euro al mese ci sarebbe comunque la fila per vivere praticando sport, anzi alcuni sport non prevedono proprio nemmeno nelle massime categorie certi redditi ).


Personalmente per me lavorare significa reddito in primis...ritengo fondamentale il lavoro specialmente per ragioni psicologiche...ma certamente per me rimane fondamentale il reddito/stipendio..ovviamente rapportato a ciò che contrappongo in termini di operatività per la mia azienda.
Se si vuole "lavorare" praticando Sport...è semplicissimo, ti iscrivi all'ISEF, e per tutta la vita, potrai sperare di lavorare praticando Sport.
Al massimo vai a fare l'insegnante di ginnastica in qualche liceo.Lavoro nobilissimo...nulla da eccepire, però per la mia visione della vita..ed ambizione non certo molto soddisfacente...
Diversamente se lo sport è professione ovviamente induce ad ottimizzare anche le entrate ed alcuni sport ti permettono di sopravvivere grazie agli sponsor...

Se sei un dipendente anche ricoprendo incarichi di elevato profilo invece l'idea di lavorare per altri e per un azienda che non è la TUA bisogna veramente essere sfigati.


Perchè? Un azienda che ti affida mansioni di elevato profilo, lo fà motivandoti in 3 modi diversi, il primo è riconoscendo le tue doti e capacità...e non intendo prettamente e solo svolgere un lavoro che poi diventa routine, una volta appreso il meccanismo produttivo...il secondo è affidandoti quel sentimento di fiducia che è indice della riuscita di moltissimi rapporti sociali ed personali...il terzo...è quello di una retribuzione adeguata ai due aspetti di cui sopra che spesso travalica essere incamerati in una specifica categoria di lavoro e che ti associa, tramite contratto collettivo nazionale, ad una specifica "specie"

Per come la vedo io, quindi mia umilissima opinione...essere scelto dal proprietario/a o gruppo proprietario, di un azienda leader di settore che potrebbe quindi voler abbinare il suo marchio, la sua storia, i suoi prodotti, la sua leadership etc..alla mia persona sarebbe estremamente gratificante, ed molto responsabilizzante

Un po' come i dottori o qualche ex manager che nonostante non abbiano necessità dopo la pensione continuano a lavorare.
In pratica è tutta gente che al di fuori del lavoro non è riuscita a farsi una vita, non è riuscita a farsi degli hobby e la sua massima aspirazione è appunto lavorare e continuare a sacrificarsi per qualcosa di non tuo e nonostante i frutti di ciò li incassino altri.
E la cosa peggiore di questa gente è che è talmente morta ( anche se spesso molto viva e sorridente fuori ) dentro che non è nemmeno in grado di iniziare una nuova vita.


Come direbbe qualcuno..."non diciamo idiozie.." !! Un medico, non svolge solo un semplice lavoro, chi svolge la professione medica ha deciso di intraprendere un cammino durissimo e difficilissimo, dove spesso il cinismo e la ragione devono prendere il sopravvento sui sentimenti ed eliminare la parte umana, ma non certo per diletto..bensì per la sola ed unica necessità di fare il meglio per il paziente...quindi essere medico è un lavoro a sè.
Svolgerlo con vera passione...ti permette di crearti un sistema di relazioni molto più complesso di quello che noi, da esterni possiamo anche solamente immaginare.

La gratitudine di una persona a cui hai salvato la vita..credo sia impagabile..

Poi certo, purtroppo il mondo moderno brucia anche i cervelli più sopraffini pensionandoli dietro ad algoritmi ed intelligenza artificiale....però credimi sono più morto io dentro..che tutti i medici che ho conosciuto e conosco...
386DX4004 Marzo 2021, 14:50 #17
Imho il problema non e' solo il lavorare in sè ma realizzare il "perchè" ogni persona debba "e/o" voglia lavorare. Se si guarda alla Costituzione della nostra Repubblica all' art.4 reca:

[I]La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il [U]dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita`e la propria scelta, una attivita` o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa`.[/U][/I]

Quindi imho vi e' una funziona collettiva nel svolgere qualsiasi lavoro secondo legge, che possa far progredire materialmente e spiritualmente la collettività stessa e imho e' posta in modo corretto. Ma se guardiamo al lato "secondo proprie possibilità e scelta" subentrano diversi fattori piuttosto complessi.
Es. non lavorare davvero sarebbe la soluzione a ogni cosa per chi ne avesse le possibilità? Ci sono molteplici esempi della cronaca passati che dimostrano come personaggi conosciuti con le piu' ampie disponibilita' economiche, logistiche, salute etc.. potevano permettersi di non lavorare a vita e sono finiti a toglierserla in un modo o nell' altro oppure a passare la vita anche da anziani non accettando di essere invecchiati e invece di riposarsi con quello che hanno costruito restano sotto i riflettori a far finta di essere ancora negli anni '80. Molte persone direbbero "ma con i loro soldi come si fà?". Ma se si avesse avuto la loro disponibilità quale valore avremmo dato al denaro e siamo sicuri che avremmo la stessa visione di noi stessi e delle cose importanti?
Artisti, musicisti, attori.. alcuni finiti in depressione ad esempio e imho non sempre (imho quasi mai semmai) per motivi economici. Ergo il problema e' lo "scopo" esistenziale che dovrebbe "in teoria" essere si il "progresso materiale e spirituale collettivo" ma piu' realisticamente uno scopo o una visione propria costruita con la propria esperienza per "tendere" ad un futuro ipoteticamente ideale che solo tot decenni fa si connetteva tra casa >< famiglia >< lavoro e finalmente "pensione=riposo". Oggigiorno imho questi fattori tendono a sgretolarsi nella loro "realizzazione" per cui ognuno (fattori che sono sempre stati complessi e non certo a mo' di favole o telefilm) sembra avere meno importanza e quindi per alcuni rimane un vuoto che vale per il dipendente appena assunto in organigramma fino all'artista milionario "depresso".

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