Kaspersky: il 32% degli italiani vuole cambiare lavoro
di Alberto Falchi pubblicata il 03 Marzo 2021, alle 18:01 nel canale Innovazione
Secondo lo studio Securing the Future of Work un terzo della popolazione del Bel Paese vorrebbe passare a una nuova occupazione che possa garantire un salario migliore e più equilibrio fra lavoro e vita privata.
Se la maggior parte dei professionisti IT non ha intenzione di cambiare lavoro (come evidenzia uno studio di Codemotion), guardando ad altri settori la situazione si ribalta. A sostenerlo è il rapporto Securing the future of work di Kasperksy, che mostra come il 32% degli italiani vorrebbe cambiare occupazione nei prossimi 12 mesi.
I motivi che spingono gli italiani a cercare un nuovo lavoro
Il rapporto delle persone col lavoro è stato stravolto dalla pandemia: se prima l'ufficio era considerato indispensabile, è da ormai un anno che sono tantissimi a svolgere le stesse mansioni prevalentemente da casa, recandosi in azienda in maniera molto minore. Questa rivoluzione ha contribuito a modificare anche le aspettative dei lavoratori, che secondo l'analisi di Kaspersky hanno rivisto le loro priorità, prima fra tutti passare più tempo con la famiglia.
L'idea di tornare in ufficio quotidianamente e stare lì dalle 9 alle 18 non piace alla maggior parte degli intervistati, che apprezzano la possibilità di lavorare con vestiti comodi, magari in giardino o sul balcone, risparmiando il tempo prima impiegato per gli spostamenti. Un fatto curioso emerso dallo studio è che per alcuni (una minoranza, che però rappresenta l'11% del campione) uno dei vantaggi dello smart working è quello di lavorare senza vestiti!
Questo cambio di abitudini sta spingendo una fetta significativa dei dipendenti (32%) verso la ricerca di un nuovo impiego. I motivi alla base di questo desiderio sono soprattutto economici: il 44% dichiara di ambire a un miglior salario. Ma una busta paga più ricca non è l'unica esigenza emersa: il 36% è alla ricerca di un miglior equilibrio fra vita professionale e privata, un altro 36% vorrebbe ridurre lo stress e gli orari di lavoro, e un ulteriore 36% (si potevano dare risposte multiple, quindi il totale non sarà di 100) desidererebbe un lavoro più soddisfacente.
Si tratta di dati importanti per le aziende, che se vorranno trattenere, o attirare, i migliori talenti dovranno trovare il modo di andare incontro alle loro esigenze, garantendo ai lavoratori una maggiore flessibilità e aumentando il loro grado di soddisfazione. Economica, naturalmente, ma non solo.
Own Your Future: il gioco basato sulla ricerca di Kaspersky
Un aspetto curioso dello studio effettuato da Kaspersky è che tramite i dati emersi dalla ricerca, è stato sviluppato un semplice gioco nel quale gli utenti sono chiamati a prendere delle scelte che poi avranno un impatto sul loro futuro lavorativo. Si chiama Own Your Future, ed è accessibile a questo indirizzo.
Si tratta di una sorta di avventura durante la quale gli utenti dovranno rispondere a semplici domande a risposta multipla e "prendere il controllo del proprio futuro" o, meglio, ricevere feedback e suggerimenti in base alle loro reazioni.
"La pandemia ha offerto sicuramente a molti l’occasione di poter ripensare ai propri desideri e alle proprie capacità e questo sono certo che condurrà verso una nuova realtà lavorativa" - ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky - "Sia che decidano di cambiare lavoro o di mantenere il loro ruolo attuale, cercheranno comunque di mantenere i benefici del lavoro a distanza e di ambienti più confortevoli in cui lavorare. Per raggiungere questo obiettivo, i dipendenti dovranno adottare il giusto atteggiamento imparando ad essere flessibili e a lavorare in modo più intelligente. E, naturalmente, dovranno organizzare il loro ambiente di lavoro rendendolo sicuro e affidabile. Dopo tutto, questo può anche diventare un vantaggio competitivo agli occhi del datore di lavoro".
17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCurioso e perche'? Da anni e anni c'era gia' lo "smart working" di certe categorie di lavoratori rigorosamente senza vestiti...
Anzi, meno vestiti, piu' guadagno...
Anzi, meno vestiti, piu' guadagno...
Se vivessi al sud Italia chi vorrebbe lavorare con 300 giorni l'anno di sole?
E poi c'è un'altra questione, come ci insegna Zygmunt Bauman, ma anche un qualsiasi corso di psicologia di comunità, oggi sappiamo che la felicità proviene dai rapporti umani armonici che possiamo stringere con le persone, quindi tanti amici e tanti amori.
Solo che per potercisi fare amici e frequentarli ci vuole tanto tempo libero!
Fare lo schiavo salariato non ti permette questo tempo libero. Anche perché sono moltissimi i soggetti che vogliono mungere il tempo della tua vita.
I banchieri per esempio quelli che prestano gli Euro al tuo paese, e che devi restituire con gli interessi.
Gli industriali, che ti fanno lavorare per produrre cose che loro vendono e poi accumulano il surplus lasciando a te le briciole.
Lo Stato a cui servi per le sue mansioni.
Lo schiavo salariato nessuno lo fa volentieri, lo si fa per necessità.
Corsi un po' superficiali forse, voglio vedere quanti amichetti ti fai quando rimani senza salario, scoprirai che l'ingrediente base ( non uno dei tanti ma la base ) fondamentale per costruire il resto del castello della felicità sono i soldi.
Non credo, il lavoro è importantissimo...per la socializzazione, per diversificare le giornate, per apprendere e tenere viva la materia grigia e/o bianca (per chi la possiede, si intende), non per ultimo per il reddito...cosa direi fondamentale...!!
Non vorrei lavorare manco se ci fossero 364 giorni di pioggia e nebbia ininterrotti.
E poi c'è un'altra questione, come ci insegna Zygmunt Bauman, ma anche un qualsiasi corso di psicologia di comunità, oggi sappiamo che la felicità proviene dai rapporti umani armonici che possiamo stringere con le persone, quindi tanti amici e tanti amori.
Non per tutti, per alcuni potrebbe indurre felicità la possibilità di lavorare intensamente, svolgendo mansioni che attraverso una adeguata redditività possano soddisfare non solo i bisogni primari, bensì anche quelli superflui...
Ci sono ricerche che hanno individuato "il tempo libero" ovvero il terziario, la fonte di redditività per le aziende del nuovo millennio...traducendo, si sosterebbe che questo tipo di impresa sono quelle dove dover concentrare maggiormente i capitali di investimento, per ottenere un margine adeguato al proprio investimento.
La parola "schiavo" è quanto mai abusata in questo contesto, per la semplice ragione che esistono, purtroppo tutt'oggi fenomeni di schiavismo, e non parlo sentimentale o psicologico, bensì proprio materiale...di figure professionali più o meno evolute, ma che non vengono retribuite nè a cottimo, nè a progetto, nè attraverso una specifica forma contrattuale...eppure la loro immagine ed il loro lavoro, fosse anche solo di concetto...è usato ed abusato...ma MAI remunerato...ed ovviamente le forme sindacali e giuridiche incaricate di tutelare questi soggetti sono tranquillamente in uno stato di menefreghismo perenne ed assoluto...oserei dire anche ozioso...
I "banchieri" solitamente usano denaro di terzi, per finanziare progetti di micro o macro impresa, non potrebbero richiedere interessi, in quanto tra consumatore/cliente e banca esiste semplicemente un contratto di intermediazione...che apporta il vantaggio al banchiere di ottenere capitali da destinare all'economia reale e vicendevolmente a colui che deposita..un redditività...che ha altrettanto un costo. Questo si intende genera un doppio vantaggio per la banca...ma così è...
Si chiama economia di scala...gli industriali apportano i capitali e beni intangibili, nonchè sopportano e supportano il rischio di impresa e viceversa l'altro fattore produttivo, ovvero la manodopera...apporta la sola risorsa che detiene...e che può scambiare al fine di soddisfare i suoi bisogni primari.
E' uno scambio reciproco e che dovrebbe tendenzialmente essere alla pari, dovrebbe...
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