L’IA cambia SAP: addio all’on premise e IA al centro dei nuovi servizi. Il futuro è solo sul cloud

L’IA cambia SAP: addio all’on premise e IA al centro dei nuovi servizi. Il futuro è solo sul cloud

SAP Executive Summit 2024: un evento che ha visto come assoluta protagonista l’intelligenza artificiale, che ha cambiato radicalmente la strategia di SAP. Assistiamo a una migrazione sul cloud di tutti i servizi di IA della prima azienda tecnologica europea

di pubblicata il , alle 15:11 nel canale Innovazione
SAPintelligenza artificiale
 

Il SAP Executive Summit è un evento diverso dagli altri e non perché si svolge in una cornice particolarmente suggestiva come Villa d’Este a Cernobbio, sul Lago di Como. È proprio unico nel suo genere perché viene organizzato, con questo format, solo in Italia da SAP. Nessuna altra “country”, come in gergo vengono chiamati i Paesi dove le aziende tech operano, segue questo formato, ma nonostante questo, o forse proprio per questo, il successo del SAP Executive Summit si rinnova di anno in anno.

Una delle caratteristiche dell’evento è di essere poco “business oriented”, si parla solo marginalmente delle caratteristiche specifiche dei singoli servizi, per privilegiare una visione di ampio spettro sul mercato della tecnologia e, ancora più in generale, sui principali fattori che influenzano l’andamento dei trend macroeconomici.

Il payoff di quest’anno era Generiamo Futuro. Un futuro strettamente legato all’intelligenza artificiale, nella visione di SAP. Un’IA che deve essere rilevante, affidabile ed etica.

SAP investe tutto su cloud e IA: addio all’on premise

Scott Russell di SAP

Ci sono due concetti molto significativi che ci portiamo a casa dall’evento di quest’anno e quindi invertiamo la sceneggiatura e seguiamo la strada narrativa di uno dei primissimi film di Christopher Nolan, Memento.

Primo elemento: SAP è convinta che l’evoluzione dei processi passi attraverso l’IA e che, specularmente, l’implementazione dell’IA muterà profondamente i processi.

Secondo elemento: per sfruttare realmente l’IA non solo serve la scalabilità e la potenza disponibile in cloud, ma anche poter far evolvere costantemente il sistema con migliorie continue.

La conseguenza dell’incrocio di questi due elementi genera un nesso causale fra cloud e IA, dove il primo, per SAP, è necessario per lo sviluppo della seconda. Scott Russell, Executive Board Member di SAP, ha quindi ribadito sul palco dell’Executive Forum 2024 che i servizi IA di SAP sono e saranno disponibili solo tramite cloud. “Non ci sarà un S5 (riferendosi alla versione SAP S4/HANA, ndr)” ha dichiarato Scott, per sottolineare che l’evoluzione della piattaforma SAP, in quanto l’IA è o sarà presente in ogni aspetto di essa, non potrà che avvenire nel cloud.

Quindi i servizi di IA generativa non sono e non verranno mai erogati nelle implementazioni on premise della piattaforma SAP.

Nel film Memento, Nolan partiva dalla fine e, con grandissima maestria, riavvolgeva il nastro della storia sorprendendo lo spettatore, guidandolo fino alle vicende iniziali della trama.

Nel caso di SAP, anche noi siamo partiti dalle conclusioni perché, da un certo punto di vista, sono sorprendenti: è finita l’era delle implementazioni on premise, quindi anche molto personalizzate, di SAP che venivano aggiornate ogni lustro con “major update” molto impattanti. Il presente e il futuro della piattaforma SAP sono nel cloud, con una grandissima attenzione all’implementazione dell’IA, in tutte le sue forme, e con miglioramenti continui di cui gli utenti cloud potranno beneficiare in tempo reale. Senza la stessa maestria di Nolan, è comunque utile riavvolgere il nastro e approfondire, tramite una sintesi degli interventi più significativi del SAP Executive Forum 2024, alcuni dei presupposti che hanno spinto SAP a puntare così tanto sull’IA.

Il contesto macroeconomico in cui si innesta l’evoluzione dell’IA

È stato sorprendente ascoltare l’economista, ed ex senatore della Repubblica, Carlo Cottarelli iniziare il suo intervento con una ventata di ottimismo, decisamente difficile da trovare oggi quando vengono trattati temi macroeconomici, perché sempre di più collegati agli intrecci geopolitici. Quest’anno non si è parlato di guerre e delle loro conseguenze sull’economia, ma di come, forse sottotraccia, l’inflazione sia calata sensibilmente: negli ultimi dodici mesi in Europa si è attestata all’1,2%. L’aspetto più significativo, secondo Cottarelli, è che in Europa l’inflazione è stata debellata senza generare periodi di recessione.

C’è però un aspetto su cui va posta l’attenzione: l’attuale crescita non è legata ad un aumento della produttività, bensì di occupazione. Se questo ha degli effetti positivi nel breve periodo, allargando la prospettiva, per essere competitivi è necessario che un aumento della produttività ci sia ed è proprio l’IA che permetterà di raggiungere questo obiettivo. Condizione necessaria, ma non sufficiente, affinché l’IA generi un aumento di produttività è che i processi devono essere riadattati per sfruttarne il potenziale.

Per garantire chiarezza e mettere le aziende nelle condizioni di investire sull’IA è necessario che ci sia un quadro normativo chiaro ed è lodevole che l’UE sia stata in grado di generare l’AI Act, acquisendo una posizione d’avanguardia in questo contesto che, probabilmente, farà da esempio anche per altri. L’Europa è invece decisamente indietro sugli investimenti strutturali per lo sviluppo dell’IA. Su questo versante gli USA hanno acquisito un vantaggio competitivo molto significativo e se l’EU non cambierà velocemente rotta sarà molto difficile colmare il gap.

L’IA per potenziare e non sostituire l’uomo

Dino Pedreschi alla conferenza di SAP

Dalla concretezza della macroeconomia ad aspetti quasi filosofici legati all’IA proposti da Dino Pedreschi, professore ordinario di Informatica all’Università di Pisa e uno dei maggiori esperti di IA italiani, che ha contribuito attivamente alla stesura dell’AI Act europeo, tanto per creare un altro collegamento degno di Nolan.

Da acuto conoscitore della materia, Pedreschi è riuscito nel suo intervento a mostrare sia le enormi potenzialità dell’IA, sia i rischi che questa tecnologia ci impone di affrontare. Per garantire questo equilibrio, l’IA deve potenziare le capacità umane e non sostituirle, diventando sempre di più un assistente, come in effetti la maggior parte dei “copilot” offerti dai maggiori attori del mercato sta cercando di fare.

Nel ribadire il potenziale dell’IA generativa ha espresso un concetto interessante: si crea valore nel dubbio e non nella certezza, ma serve consapevolezza dei limiti dei modelli di IA. Se è vero che la nostra società e la percezione che noi abbiamo di essa è basata sui contenuti, che siano libri, fotografie, articoli, video o qualsiasi altro formato, il fatto che l’IA possa generare nuovi contenuti, indistinguibili da quelli reali, ma che però poi circolano in modo potenzialmente indiscriminato può minare le basi di come interagiamo col mondo.

Pedreschi ha citato Yuval Harari che ha riassunto questa dinamica nella famosa citazione “AI has hacked the operating system of our civilazation”, che sembra quasi inutile tradurre in “l’intelligenza artificiale ha hackerato il sistema operativo della nostra civiltà”.

È possibile convivere con l’IA secondo Pedreschi, ne vanno conosciuti i limiti e deve esserci uno sforzo collettivo per superarli e trasformare l’IA da “human like”, come viene usata ora per generare contenuti simili a quelli prodotti dalle persone, in “human centric” e rendere quindi l’IA un potenziamento delle capacità umane.

Il punto di vista di SAP

Sul palco dell’Executive Summit, per SAP, è salito Scott Russell, Executive Board Member, Customer Success, che poi abbiamo avuto modo di incontrare direttamente, in un momento dedicato alla stampa.

Scott ha sottolineato come lo avesse colpito l’enfasi sull’importanza della responsabilità, della regolamentazione e della governance dell’IA. Come ciò fosse una priorità per tutti i presenti, mentre invece, in eventi di questo tipo, spesso ci si concentra solo sugli aspetti legati ai risultati economici. In questo contesto, anche Scott ha sottolineato come l’AI Act europeo sia un framework molto bilanciato, che dovrà chiaramente evolvere, ma che è un ottimo punto di partenza, da cui gli altri attori mondiali devono prendere spunto.

L’altro aspetto che aveva colpito Scott è che tutte le aziende oggi hanno una storia da raccontare legata all’IA. La sua prospettiva è che siamo in una fase di transizione e a breve non ci saranno più storie legate all’IA, perché sarà mainstream e quindi insita in tutti i processi e, di conseguenza, in tutte le storie aziendali.

Abbiamo chiesto a Scott come deve approcciare oggi un’azienda, visto il quadro normativo non ancora consolidato, gli investimenti in IA. Scott ha trovato dei punti di contatto, fra IA e sostenibilità, quando devono essere seguite delle norme in costante mutamento. E la chiave è trovare i giusti partner, che nei loro valori fondanti mettono al centro l’etica e che collaborano con i legislatori per definire l’evoluzione stessa delle normative.

Per concludere siamo tornati sul tema principale emerso durante la giornata: l’evoluzione in cloud della piattaforma SAP e su qual è la roadmap consigliata ai clienti per la migrazione dall’on premise. Scott ha sottolineato come ogni azienda ha diverse esigenze e tempi diversi per far evolvere i propri processi. SAP accompagna i tanti, unici, diversi percorsi con 7 “archetipi”, che possiamo immaginare come diversi mezzi di trasporto per raggiungere una meta. Ci saranno aziende che hanno la necessità, e la possibilità, di velocizzare il processo che prenderanno un aereo, mentre altre che preferiscono il ritmo più lento di una nave da crociera.

1 Commenti
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giovanni6915 Aprile 2024, 16:56 #1
"L’aspetto più significativo, secondo Cottarelli, è che in Europa l’inflazione è stata debellata senza generare periodi di recessione."

What?!....

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