La visione di Veeam su digitalizzazione, cloud e protezione dei dati
di Alberto Falchi pubblicata il 13 Gennaio 2021, alle 18:21 nel canale Innovazione
Un'intervista ad Andrea Vingolo, Country Manager di Veeam, che ci ha illustrato la visione dell'azienda su temi come digitalizzazione, smart working e protezione dei dati in cloud, e di come sono affrontati da aziende e pubblica amministrazione
Edge9 ha avuto modo di incontrare, in maniera virtuale, Andrea Vingolo, che dal novembre del 2019 è Country Manager di Veeam. Abbiamo affrontato il tema della digitalizzazione del Paese e dell’impatto del lockdown sul modo di lavorare.
Smart Working: l’Italia ha reagito bene all’emergenza
Il primo tema che abbiamo affrontato con Vingolo è quello della digitalizzazione: l’Italia non è certo il Paese europeo che si è dimostrato più attivo nei processi di trasformazione, sia per quanto riguarda il pubblico sia per quanto concerne il privato, ma la pandemia ha obbligato tutti a correre ai ripari. E, secondo il country manager, il Paese si è mosso complessivamente bene “soprattutto sullo smart working”. Perché, come spiega Andrea, non si è trattato solo di spostare le postazioni da un posto all’altro, ma di affrontare temi più profondi, che toccano le modalità e i flussi di lavoro, che in questo periodo sono stati stravolti per adattarsi alla situazione.
Un’opportunità da cogliere, che potrebbe rendere più efficienti le aziende e il loro rapporto coi clienti. “Per quello che vedo c'è un'attenzione incredibile a tutti i livelli, non solo dai CEO. Si stanno rimettendo in discussione i processi, rivedendo le applicazioni, facendo migrazione dei workflow. Parte dei fondi del recovery fund verranno utilizzati per la digitalizzazione”, spiega Vingolo, che conferma il gap che ancora separa la nostra nazione dalla media europea, ma che si mostra ottimista. “Possiamo ora accelerare e recuperare”, ribadisce. “Ci sarà attenzione nell’attivazione a tutto tondo di progetti strategici, pensiamo al CRM, che è un tema molto importante”. Non tutte le aziende, infatti, hanno ancora adottato piattaforme CRM, che potrebbero semplificare di molto i rapporti con i clienti e rendere molto più efficienti le procedure interne, facendo risparmiare tempo e denaro. La consapevolezza, insomma, è arrivata, anche se ancora non sono ben chiare le direzioni prese dal Governo, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei fondi del Recovery Fund, che andrebbero investiti in maniera strategica e non distribuiti a pioggia o su progetti che rischiano di arenarsi “Non vorrei vedere cattedrali informatiche che rimangono inutilizzate”.
Cloud: la data protection secondo Veeam
La trasformazione digitale del Paese deve passare inevitabilmente dal cloud, in particolare dal modello hybrid cloud. Il data center, che a lungo ha rappresentato il luogo dove veniva custodita tutta la conoscenza dell’azienda, sta cambiando forma. Ma come la stanno affrontando le imprese italiane e come ha inciso sulle strategie di un’azienda come Veeam, che si occupa di protezione dei dati? “I nostri dati sono molto positivi e mostrano grande interesse verso il cloud. Non è una questione di moda, ma di attenzione a come adottarlo. Il driver [per l’adozione del cloud] è di tipo applicativo, le scelte non sono guidate solo da valutazioni economiche, ma dalla la possibilità di spostare facilmente le nuove applicazioni e renderle più efficaci”, spiega Vingolo, che sottolinea come la sicurezza dipenda da numerosi fattori. Dagli SLA (Service Level Agreement) firmati coi fornitori di servizi in primis, che però non includono tutte le garanzie.
Le aziende non possono scaricare sui fornitori cloud l’intera responsabilità della salvaguardia delle informazioni in loro possesso, e quindi devono adottare soluzioni che ne garantiscano la sicurezza. Intesa non solo come protezione dagli attacchi informatici – fra cui i sempre più aggressivi ransomware – ma anche da altri tipi di problematiche.
Veeam è storicamente incentrata sulla data protection, e fra le sue priorità c’è la capacità di sapersi integrare bene con i vari vendor e il proteggere il dato in maniera completa, in funzione di come si evolve il mercato. Offrendo quindi soluzioni in grado di mettere in sicurezza le informazioni indipendentemente da dove siano ospitate, siano esse sulla “nuvola” o su strutture direttamente controllate dall’azienda.
Proteggere Microsoft 365 non significa fare solo il backup dei documenti
Fra le novità introdotte negli ultimi mesi da Veeam c’è il supporto ai backup di dati di Teams. “Collaboriamo con Microsoft per proporla ai clienti dal momento che Microsoft non include il servizio di data protection”, spiega Vingolo, sottolineando che questo è uno dei temi prioritari in questo periodo, a causa della diffusione dello smart working. Se prima la priorità era proteggere prevalentemente posta e documenti, ora tutta la comunicazione aziendale si è spostata su piattaforme come Teams, che sono alla base della produttività e dalla condivisione delle informazioni. Sotto questo profilo, è evidente che negli ultimi anni la percezione delle aziende sull’importanza della protezione delle informazioni è cresciuta in maniera sensibile, e ora viene data importanza anche alla semplicità del ripristino e alla conformità normativa, aspetti che storicamente tendevano a essere sottovalutati.
Sia le imprese sia la Pubblica Amministrazione stanno dimostrando una sensibilità molto superiore rispetto al passato al tema della data protection, ma ancora ci sono sensibilità differenti su come gestire le informazioni. Praticamente tutti concordano sull’importanza di preservare le informazioni, ma ancora non è chiaro come gestire l’enorme quantità di dati raccolti. Vingolo ci fa l’esempio delle differenti PA (ma è un problema dal quale le aziende non sono esenti), che trattano i dati come se appartenessero a numerosi silos informativi separati, fatto che impedisce di sfruttarne al meglio il potenziale. Ma qui la tecnologia non può fare granché: “Il problema non è tecnologico, ma di processi, di gelosia del dato. La soluzione al problema non è tecnologica, ma burocratica. Servono cambiamenti forti, di cui si parla tanto, ma non sempre si vedono”.
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