Monaco di Baviera sceglie Linux (di nuovo): perché l'open source è una questione politica

Monaco di Baviera sceglie Linux (di nuovo): perché l'open source è una questione politica

L'amministrazione progressista di Monaco di Baviera sceglie di tornare nuovamente al software open source, dopo che la precedente amministrazione (a guida conservatrice) era tornata da Microsoft. Una battaglia politica con importanti risvolti pratici

di pubblicata il , alle 16:31 nel canale Innovazione
Linux
 
64 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
omerook16 Maggio 2020, 20:50 #21
Ma un bravo amministratore ottimizza le risorse. Non vedo perché si debba fare una scelta o uno o l'altro. Può essere tranquillamente un sistema misto. Possono essere server Linux o Windows in base hai servizi che devono offrire e lo stesso si può fare per le postazioni desktop, non sta scritto da nessuna parte che debbano essere tutte Windows o tutte Linux.
demon7716 Maggio 2020, 20:57 #22
Originariamente inviato da: vraptus
Sì. Una PA è un'organizzazione talmente complessa che occorre affidarsi ad aziende tipo IBM/Red Hat o Canonical che hanno le conoscenze necessarie per affrontare una cosa del genere. Questo Vendola non l'ha fatto.

Ad ogni modo affidare la struttura informatica della PA a software proprietario (oltretutto extracomunitario!) è semplicemente da folli, in caso di crisi non avere il controllo totale sull'infrastruttura informatica (almeno lato software) del paese è gravissimo.


Bingo.
Quindi il punto è passare da un servizio a pagamento organizzato da Microsoft e basato su Windows ad uno a pagamento organizzato da Red hat e basato su Linux.

All'atto pratico sempre un servizio a pagamento è.
Eress16 Maggio 2020, 20:57 #23
Ottima scelta.
nonsidice16 Maggio 2020, 21:54 #24
Chi dice che la PA è "linuxabile" o non ha mai lavorato come tecnico IT per la PA, o lo ha fatto solo per qualche micro-comune.
Già a livello regionale è IMPOSSIBILE.
Per non parlare della sanità, dove oltre ai programmi web-based che si appoggiano a librerie proprietarie (create ad hoc)ci sono apparecchiature mediche delle più disparate, già a volte farle funzionare su win serve fare la macumba.
Oppure cose fatte (coi piedi) che funzionano SOLO con specifiche versioni di vari sw win (nelle motorizzazioni ce ne sono a pacchi).
Ho esperienza sul campo PA da 10 anni eh !
vraptus16 Maggio 2020, 22:13 #25
Originariamente inviato da: demon77
Bingo.
Quindi il punto è passare da un servizio a pagamento organizzato da Microsoft e basato su Windows ad uno a pagamento organizzato da Red hat e basato su Linux.

All'atto pratico sempre un servizio a pagamento è.


E chi ha detto che il passaggio a software open dev'essere fatto per risparmiare i soldi delle licenze? Io non di sicuro, anzi, quello del costo (peraltro irrisorio) delle licenze è proprio l'ultimo motivo per cui fare una migrazione.
nonsidice16 Maggio 2020, 22:36 #26
Originariamente inviato da: emiliano84
a volte (a pensar male...), sembra fatto apposta, se vuoi la versione aggionrata che funziona sulla nuova versione...indovina? devi pagare


peggio ! NON C'E' !
perchè fatta da altri enti più o meno pubblici che aggiornano ogni 20 anni se va bene (le cose che NON funzionano sono quasi sempre quelle fatte "in house".
ti dico solo che circa 2 anni fa, mi è capitato in motorizzazione un sw da dover reinstallare causa cambio pc, ebbene tale sw funzionava solo su win nt e 2000 un sw ministeriale tra l'altro
contattata l'assistenza del ministero, mi hanno detto che loro hanno "risolto facilmente" installandolo su una macchina virtualizzata con w2k
YellowT16 Maggio 2020, 22:52 #27
Lavoro e ho esperienza diretta in ambito IT in una PA italiana e vedo una marea di inesattezze nei commenti. AL momento noi usiamo Microsoft ( windows server, windows 10, suite office ed azure) per una questione di convenienza (si, anche economica) e integrazione.
Primo: open source non è gratis. Al limite la licenza ma spesso nemmeno quella visto che ci sono modifiche ad hoc da fare e "utenti" da licenziare per l'assistenza.
Secondo: a livello tecnico ormai windows/mac e le distro linux più blasonate si equivalgono. Moltissimi grandi sviluppatori statali sono di fatto multipiattaforma e opensource oriented (esempio classico, il CINECA, che acquisisce/forka prodotti open sul mercato e ne vende il risultato sotto forma di canone di abbonamento per "assistenza".
Terzo, collegato al secondo, moltissimi software, quasi tutti a dire il vero, girano in modalità web in un browser o con client leggeri in modalità saas. Le vecchie farm di "ente" sono quasi sparite e oggi gestiscono la connettività e le utenze/federazioni. TAnto che c'è anche una norma che obbliga a centralizzare il più possibile nei famosi poli strategici, in cui la migrazione è in pieno svolgimento.

Il problema qui sono le tempistiche e la PROGRAMMAZIONE. è fuor di dubbio che microsoft non possa permettersi di perdere un cliente come monaco e che abbia unto come si deve una delle parti politiche che poi ha ribaltato le decisione di quelli che c'erano prima.

Comunque: il primo passo è cambiare i formati con quelli aperti per davvero ( leggetevi la questione Microsoft OpenXML vs OpenXML strict. riassumendo, hanno approvato formati aperti che però office non usa di default preferendogli quelli con la stessa estensione ma modificati leggermente per renderli meno compatibili). Anche MS office supporta opendocument e impostarlo come default è una cosa che da admin si fa un un giorno con powershell ( in realtà in pochi minuti).
In pochi anni, con tutti i file convertiti, sarebbe possibile usare anche libreoffice per le postazioni non critiche.
Una volta passati a libreoffice e ai suoi formati, il resto è in piena discesa. Pretendere che in un anno o due si possa fare la formazione necessaria, modificare il modo di pensare dei dipendenti, cambiare da zero tutta la grafica a cui sono abituati è follia. in 5-6 anni invece è perfettamente fattibile.
Tenendo presente che non si tratta di una questione di risparmio economico ( che molto spesso non c'è ma di libertà e correttezza dell'operato di un ente pubblico. Creare una comunità LOCALE di utenti formati sull'open sopurce, sarebbe una risorsa ENORME per la pubblica amministrazione e per la società civile.

Peccato che pochi amministratori di vertice ne siano consapevoli e quelli che lo sono tante volte hanno paura di innovare per i problemi che potrebbero sorgere a breve termine.
demon7716 Maggio 2020, 23:21 #28
Originariamente inviato da: vraptus
E chi ha detto che il passaggio a software open dev'essere fatto per risparmiare i soldi delle licenze? Io non di sicuro, anzi, quello del costo (peraltro irrisorio) delle licenze è proprio l'ultimo motivo per cui fare una migrazione.


Quindi, mettendo anche sul banco le numerose problematiche legate a specifici applicativi usati nelle PA che dovranno essere adattate a linux, che senso può mai avere una lunga, complessa ed onerosissima operazione come questa?

Quali sono i vantaggi pratici?
Perchè oltre ad una montagna enorme di grane io di vantaggi non ne vedo.
riant16 Maggio 2020, 23:36 #29
e come lo gestiscono con linux un dominio?
Tasslehoff17 Maggio 2020, 00:01 #30
Una nota ragazzi, non fossilizzatevi sui client, sono poco significativi sia in termini di margine economico che dal punto di vista tecnologico, ormai è finita l'era dei software locali che impongono l'adozione di uno specifico sistema operativo, ormai ogni cosa ha un'interfaccia web based e il browser è diventato di fatto il client universale per qualsiasi cosa (e ormai Chrome ha scalzato da tempo IE anche nella PA).

Pensate ai datacenter e ai servizi, quelli si che influenzano significativamente le scelte di un ente, sia dal punto di vista economico che tecnologico.

Originariamente inviato da: nonsidice
Chi dice che la PA è "linuxabile" o non ha mai lavorato come tecnico IT per la PA, o lo ha fatto solo per qualche micro-comune.
Già a livello regionale è IMPOSSIBILE.
Per non parlare della sanità, dove oltre ai programmi web-based che si appoggiano a librerie proprietarie (create ad hoc)ci sono apparecchiature mediche delle più disparate, già a volte farle funzionare su win serve fare la macumba.
Oppure cose fatte (coi piedi) che funzionano SOLO con specifiche versioni di vari sw win (nelle motorizzazioni ce ne sono a pacchi).
Ho esperienza sul campo PA da 10 anni eh !
Non so per quale ente tu abbia lavorato, e non mi interessa nemmeno saperlo per ovvie questioni legali ed etiche (e per lo stesso motivo io non dirò quelli per cui ho lavorato e continuo a lavorare io) però io ho passato gli ultimi 20 anni dentro e fuori i datacenter di enti pubblici di dimensione medio grande, regioni, provincie, comuni, sanità e altro a livello centrale, eppure è dai tempi delle prime RedHat 3 che ossero un trend costante di migrazione a Linux di tutti i datacenter.

Ormai Windows lo vedo usato solo per i client, per i domain controller AD e per qualche specifico servizio (es crm Dynamics), il resto è tutto su linux con una piacevole tendenza ad abbandonare distribuzioni legate a subscription di supporto (es RedHat) in favore di distribuzioni free (CentOS, Ubuntu etc etc), salvo ovviamente casi particolari dove la distribuzione è dettata dai requisiti dei servizi da installare (es sw IBM).

Anche riguardo ai servizi noto sempre più la tendenza ad abbandonare i "polpettoni" enterprise proprietari (es application server, middleware, database) in favore di soluzioni più snelle e open, quindi sempre meno db Oracle e più PostgreSQL o MySQL/Maria/Percona, meno WebSphere o Weblogic e più Tomcat o Jboss, meno MQ e più ActiveMQ o RabbitMQ.
Non solo, sono quasi 10 anni che si vedono sempre più capitolati imporre soluzioni open, noi ad esempio abbiamo diverse grosse gare che sono già al secondo o terzo rifacimento di servizi seguendo questo paradigma, se consideri una durata variabile di 3/5 anni per ciascuno rinnovo il conto è presto fatto.

Originariamente inviato da: demon77
Quindi, mettendo anche sul banco le numerose problematiche legate a specifici applicativi usati nelle PA che dovranno essere adattate a linux, che senso può mai avere una lunga, complessa ed onerosissima operazione come questa?

Quali sono i vantaggi pratici?
Perchè oltre ad una montagna enorme di grane io di vantaggi non ne vedo.
Te ne dico uno che già da solo vale tutto il costo: la gestione dei bug e dei problemi applicativi.

Hai un problema, serio o bloccante su un servizio, questi sono i due scenari:
[LIST]
[*]Software proprietario enterprise.
Hai un contratto di supporto pagato caro come il fuoco, apri un ticket al servizio di supporto.
Vieni richiamato entro 24h per essere sommerso di richieste di dati da fornire con procedure che definire esoteriche è un eufemismo.
Invii tutto e comincia il walzer del supporto, salti da un indiano all'altro senza ottenere alcuna soluzione, devi misurare le parole nelle mail perchè se hanno anche solo il sospetto che ci sia deployato qualche applicativo custom sul loro servizio allora cercheranno sempre e comunque di scaricare il problema su di esso pur di chiudere il ticket (che è la priorità numero uno, costi quel che costi, non importa che il problema venga risolto).
Se per grazia divina la cosa riesce a scalare ti ritrovi immerso in un girone dantesco di call con personaggi da tutto il mondo, dopo settimane passate da una call all'altra, se sei fortunato (qualche santo in paradiso guarda giù ottieni ad andar bene una patch custom, molto spesso un workaround della peggior specie, che tamponerà il problema, ma che ti obbligherà a sudare sangue per qualsiasi aggiornamento futuro del software in questione, anzi molto spesso rimani congelato a quella specifica versione senza aggiornamenti (con tutti i rischi del caso), almeno finchè la patch custom non verrà inclusa in una qualche release successiva, spesso una nuova major version del software a cui tu non potrai mai migrare a meno di ribaltare tutto il parco applicativo con costi esorbitanti.
[*]Software open
Rilevi il problema, isoli i log e cerchi di riprodurlo, nel frattempo per tamponare magari fai rollback dei package interessati (ormai con yum/dnf e apt è diventato un gioco da ragazzi) e il servizio riprende.
Nel frattempo vai a farti un giro sulla mailing list/forum/repository ufficiale del software che ti da problemi, nel 90% dei casi (se è software abbastanza diffuso e noto) qualcuno avrà sicuramente rilevato il problema prima di te e avrà già aperto un ticket/issue/bug.
Generalmente nel giro di qualche ora qualcuno ha già documentato tutto e dettagliato il codice che ha introdotto l'anomalia, dato suggerimenti per un workaround.
Entro 24h hai una versione nuova che fixa il problema.
Semplice, indolore ed è pure gratis.
[/LIST]

Aggiungo una nota a margine dello scenario con software proprietario.
Se sei un ente o società di una certa dimensione e diventi un aficionado dei polpettoni enterprise proprietari può succedere che un giorno ti stanchi e decidi di cambiare il corso delle cose e migrare.
Magari decidi anche che mentre è in corso la migrazione o lo sviluppo dei nuovi servizi per abbandonare i vecchi enterprise proprietari non ti serve più rinnovare i contratti di supporto, cosa assolutamente lecita e comprensibile.
Ebbene in quel caso i commerciali della società del software proprietari diventano delle iene, cominciano a far piovere assessment sulle licenze come se non ci fosse un domani, si mettono a dettagliare anche i più piccoli e insignificanti aspetti pur di far risultare qualche anomalia, seguita ovviamente dalla pretesa di adeguamenti con cifre da almeno 5 zeri, il tutto difficilmente contestabile visto che le procedure per il calcolo delle licenze hanno dell'esoterico.
Ovviamente fino a prima di aver deciso di silurare i loro software nessuno aveva mai contestato alcuna irregolarità nel licensing, e tutti i loro commerciali e specialisti erano presenti a tutti i tavoli dove si era discusso di quelle soluzioni
Alla fine per chiudere la faccenda magicamente salta sempre fuori il piano B, ovvero la fornitura di qualche mostruoso monolite hardware (scegliete voi, in genere per Oracle è qualche inutile Exadata che nessuno vuol comprare, per IBM è qualche sistema proprietario Power o apparato di storage costosissimo) scontato, che però sommato al costo dei contratti di supporto hw (quelli sì necessari), farà lievitare l'esborso a livello simile a quelle delle licenze mancanti.

Ora, a qualcuno quello che ho appena descritto potrà sembrare una fantasia creata ad arte per mettere in cattiva luce i big dell'IT, liberi di crederci o meno, io però negli ultimi 3 anni sarò stato coinvolto in almeno una decina di casi simili con fiumi di mail, call e incontri per ricostruire lo storico e cercare di fare chiarezza.
Nella maggior parte dei casi il big di turno del software proprietario l'ha avuta vinta portando a casa cifre veramente ragguardevoli e contratti di supporto hw per anni.
Giudicate voi se vi sembra un comportamento eticamente corretto o se vi sembra piuttosto qualcosa al limite dell'estorsione.

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^