Nel 2019 la Cina è prima per brevetti registrati: lo storico sorpasso degli USA
di Riccardo Robecchi pubblicata il 08 Aprile 2020, alle 14:21 nel canale Innovazione
Per la prima volta dal 1978 gli Stati Uniti non sono il Paese che registra il maggior numero di brevetti al mondo. La Cina ha superato infatti il rivale americano piazzandosi al primo posto
La Cina ha per la prima volta superato gli Stati Uniti nella corsa alla registrazione del maggior numero di brevetti. La World Intellectual Property Organization, che si occupa di sovrintendere un sistema sovranazionale di riconoscimento dei brevetti, ha comunicato che nel 2019 la Cina ha registrato 58.990 brevetti, contro i 57.840 degli Stati Uniti.
La Cina supera gli Stati Uniti per numero di brevetti registrati
Questa è la prima volta da quando il WIPO è stato istituito, nel 1978, che gli Stati Uniti non raggiungono il primato annuale nella registrazione di brevetti. La Cina, d'altronde, è cresciuta del 200% in questo ambito nel giro di vent'anni.
Più della metà dei brevetti registrati nel mondo, per la precisione il 52,4%, arriva dall'Asia: come riporta Reuters il Giappone è terzo, seguito dalla Germania e dalla Corea del Sud.
Quello dei brevetti è un indicatore importante, perché testimonia come un'economia sia in grado di affrontare le nuove sfide create dall'evoluzione sociale e tecnologica e quanto sia in grado di creare prodotti (sia fisici che nell'ambito della proprietà intellettuale) che possono poi creare valore.
Un aspetto citato da Francis Gurry, capo del WIPO, è quello del sostegno all'innovazione del governo cinese: il successo della Cina si giustifica "con la strategia deliberata da parte della leadership cinese di portare avanti l'innovazione e di rendere il Paese uno la cui economia opera a un più alto livello di valore. Sta funzionando, e la proprietà intellettuale è certamente parte di tale strategia." Una considerazione che sembra dunque dare una spiegazione delle differenze di crescita tra la Cina e l'Italia, con quest'ultima che non sembra adottare nei fatti (al di là delle parole) le stesse strategie di crescita con risultati ben noti.
Non mancano dunque spunti di riflessione importanti in questo contesto, in particolare in tema di politica economica. Gurry fa notare che "[quello cinese] è un modello che usa sussidi statali in misura maggiore delle economie occidentali e questo ha certamente un ruolo [nel successo cinese]". Dall'altro lato, però, gli Stati Uniti utilizzano un modello differente: "è interessante comparare [il modello cinese] con quello statunitense perché questo è un esempio di economia altamente performante che è stata la più innovatrice per molto tempo, con un modello completamente differente da quello cinese. Il giudizio spetta ai posteri, magari entrambi sono modelli di successo."
Di certo entrambi i Paesi investono molto nella ricerca e nello sviluppo: i risultati si vedono e bisognerebbe prendere appunti per emulare questo tipo di politica anche nel nostro Paese per rilanciarne l'economia. Se l'uso delle nuove tecnologie come l'Industrial IoT è infatti a buon punto, l'aspetto mancante è quello dello sviluppo: una revisione delle politiche economiche non è più rimandabile e deve tornare al centro del dibattito pubblico.
3 Commenti
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In questo conteggio sono inclusi anche gli innumerevoli prodotti copy cat di xiaomi, huawei ecc ?
Speriamo di non rimanere schiacciati noi.
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