Smart working in Italia: secondo Cariplo Factory siamo al punto di non ritorno

Smart working in Italia: secondo Cariplo Factory siamo al punto di non ritorno

Per Matteo Scarabelli di Cariplo Factory lo smark working può essere paragonato a una nuova rivoluzione industriale. Affascina e spaventa allo stesso tempo, e porta vantaggi così come qualche criticità, ma tornare indietro sarà dura

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale Innovazione
Cariplo FactorySmart Working
 

Secondo Matteo Scarabelli, Chief Communications Officer di Cariplo Factory, lo smart working rappresenta una grande occasione sia per il mondo del lavoro sia per la società intera. Un'occasione che va colta, anche se non è banale. 

Rientro al lavoro: come gestirlo?

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Il mondo dei lavoratori si è spaccato fra chi non tornerebbe più indietro e vorrebbe proseguire il lavoro remoto per sempre e chi, invece, non è proprio convinto. I vantaggi sono evidenti, per i dipendenti: si risparmia un sacco di tempo e denaro saltando il tragitto casa-ufficio, con relativo pranzo fuori in molti casi, e la qualità dell'aria delle città non può che migliorare con meno pendolari costretti a muoversi quotidianamente. Ma c'è anche da dire che non per tutti è semplice: basti pensare a chi si trova a vivere in un bilocale e ha partner e figli, anche essi a casa. La convivenza non è banale in queste situazioni. Senza contare che inevitabilmente viene a mancare il rapporto umano, fatto di chiacchiere col collega davanti a un caffè, o la semplicità di un confronto diretto, più efficace di Zoom e similil. 
L'impatto dello smart working ha toccato anche le aziende, "soprattutto quelle dei servizi, senza il problema di un impianto produttivo da alimentare e manutenere, ne hanno intuito le grandi potenzialità. Lo abbiamo visto con i grandi player del tech, tradizionalmente i più reattivi a cogliere queste opportunità: Twitter è stato il più radicale, offrendo a tutti i dipendenti (che ne faranno richiesta) la possibilità di lavorare da casa… per sempre. Google ha annunciato lo smart working fino all’estate 2021, con un bonus di mille euro per attrezzare la casa in base alle nuove necessità. Facebook invece sta lavorando per offrire il lavoro da remoto al 50% dei propri dipendenti", spiega Scarabelli, citando i numeri dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, che già nel 2018 sottolineava i benefici dello smart working. 

Secondo Scarabelli, a tutti gli effetti il covid-19 rappresenta un punto di non ritorno per il lavoro agile: "Occorre progettare nuovi layout per gli spazi ma anche nuovi strumenti di lavoro che, per esempio, facilitino le attività di ideazione, progettazione e collaborazione, sempre più ad alto valore aggiunto e difficili da svolgere in remoto. L’ufficio diventa così un luogo di incontro, di scambio, di contaminazione, tanto per usare un termine caro a chi si occupa di innovazione. Mentre il lavoro individuale, più operativo, può essere svolto in modo più efficiente da casa, dalla biblioteca, dal bar", sottolinea.

Lo smart working stimola una nuova cultura aziendale

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Il lavoro a distanza, come facilmente intuibile, richiede un cambio di cultura aziendale, che deve basarsi sulla fiducia e sulla responsabilità, e che può creare i presupposti anche per un approccio più meritocratico al lavoro. "Il mix di lavoro da remoto e lavoro, inoltre, in presenza sarebbe la combinazione perfetta anche per portare a compimento due tra le soft skill più gettonate da qualsiasi responsabile delle risorse umane: la capacità di lavorare in squadra, in modo complementare e sinergico rispetto agli altri, abbinata di un elevato grado di autonomia nel portare avanti le attività", sottolinea Scarabelli, specificando che "Non è teoria. A confermare questi trend ci sono ancora i numeri dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che attribuisce al lavoro agile un incremento di produttività del 15% per ogni lavoratore insieme a una riduzione del tasso di assenteismo del 20%, oltre a registrare un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata nell'80% dei casi".

Vincere le resistenze al cambiamento

Come tutte le rivoluzioni, anche quella dello smart working incontra delle inevitabili resistenze, un po' da tutti i lati. A partire da quegli imprenditori che preferiscono vedere i dipendenti dietro la scrivania perché "altrimenti come faccio a sapere se stanno lavorando?". La soluzione al problema in realtà c'è già, basta misurare la produttività invece che le ore di lavoro, ma questo approccio non convince alcuni lavoratori e, soprattutto, i sindacati, restii all'introduzione di questi strumenti. Per alcuni, alla fine, le forme di lavoro agile hanno un grande difetto: spingono i lavoratori a dedicare più tempo al lavoro, come sembrano dimostrare anche alcune ricerche. Ma è probabile che col tempo queste perplessità svaniscano, come è successo ad altre tecnologie in passato. A tal proposito, Scarabelli cita l'esempio del codice a barre, inizialmente contestato duramente da lavoratori e sindacali. A dispetto delle resistenze, però, oggi non possiamo pensare di farne a meno. "Il codice a barre ha liberato i dipendenti chiamati a prezzare ogni singolo prodotto da un lavoro ripetitivo e a basso valore aggiunto, permettendo loro di dedicarsi ad altro". Qualcuno potrà obiettare che questo ha portato al licenziamento di molte persone, ma la realtà è un po' diversa, dato che secondo Scareabelli  "la moltiplicazione dei servizi ha in realtà aumentato l’occupazione".   

25 Commenti
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Saturn14 Ottobre 2020, 14:19 #1
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Il futuro...ma a farmi il mazzo sarò sempre io...dov'è il mio T800 personale "a scopo civile" ?
gd350turbo14 Ottobre 2020, 15:05 #2
Non è meglio un t1000 ?

Saturn14 Ottobre 2020, 15:15 #3
Originariamente inviato da: gd350turbo
Non è meglio un t1000 ?


Assolutamente no, troppo suscettibile ai cambi repentini di temperatura (come in Italia dove si passa in poche ore dai +50 ai -60 gradi). Poi alla fine basta un po' di azoto liquido o di acido, che diciamoci la verità ormai si trovano tra i prodotti da bagno in qualunque abitazione, e lo freghi. Non può neanche trasformarsi in "pacchetto di sigarette" ma solo "in oggetti di massa analoga"... -semi cit.

Non mi fiderei mai di un Terminator realizzato solo con metallo liquido. Lo scheletro metallico è indispensabile per una macchina che deve dispensare morte ad ogni costo. Infatti esiste il T-X, proprio per questo.
Bazzilla14 Ottobre 2020, 15:22 #4
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
... ma tornare indietro sarà dura


Non per alcuni proprietari d'azienda vecchio stampo, che hanno l'orticaria nel non vedere i dipendenti ai loro posti.
C'è chi ha speso centinaia di euro per avere un nuovo spazio sufficientemente grande da poter il 100% della presenza dei dipendenti, ognuno ad almeno 2 metri, perchè nello spazio attuale è costretto ad alternare il 50% della presenza in sede.

Tutto questo in barba ai dati rilevati durante lo smart working: risparmi oggettivi, indici di produttività aumentati ecc, ecc...

Largo ai giovani
gd350turbo14 Ottobre 2020, 15:40 #5
Originariamente inviato da: Bazzilla
Non per alcuni proprietari d'azienda vecchio stampo, che hanno l'orticaria nel non vedere i dipendenti ai loro posti.


Stessa identica cosa qui, è il capo che dice che non gli piace entrare in ufficio e non vedere nessuno [s]schiavo[/s] impiegato [s]incatenato[/s] seduto alla sua scrivania...
Pari pari al Direttore Conte Corrado Maria Lobbiam di Fantozzi
https://youtu.be/KUrjcJf1gMI
recoil14 Ottobre 2020, 15:40 #6
Originariamente inviato da: Bazzilla
Non per alcuni proprietari d'azienda vecchio stampo, che hanno l'orticaria nel non vedere i dipendenti ai loro posti.


sì ma c'è un problema, che ormai il lavoro remoto è sdoganato
un domani quando questi proprietari di azienda cercheranno nuovo personale, si ritroveranno con buona parte dei candidati che chiederanno almeno tot giorni da remoto
troveranno sempre persone disposte a lavorare in sede, magari perché non amano particolarmente il lavoro remoto o perché hanno meno mercato e si accontentano, ma intanto il pool di candidati da cui attingere sarà più piccolo con la perdita di potenziali talenti

le aziende remote first dicono proprio questo: siamo remoti al 100% quindi riusciamo ad assumere esattamente la persona che ci interessa perché non abbiamo vincoli territoriali
acerbo14 Ottobre 2020, 15:41 #7
A parte le foto ammiccanti realizzate con teams e con modelli di bella presenza lo smartworking presenta un sacco di problematiche legate alla vita privata dei lavoratori.
Lavorare da casa é comodo per alcuni e complicato per altri, come in tutte le cose ci vuole una via di mezzo e per la mia esperienza personale 2 giorni a settimana bastano e avanzano.
gd350turbo14 Ottobre 2020, 15:45 #8
Originariamente inviato da: acerbo
A parte le foto ammiccanti realizzate con teams e con modelli di bella presenza lo smartworking presenta un sacco di problematiche legate alla vita privata dei lavoratori.
Lavorare da casa é comodo per alcuni e complicato per altri, come in tutte le cose ci vuole una via di mezzo e per la mia esperienza personale 2 giorni a settimana bastano e avanzano.


Io sarei di più per due giorni all'anno se uno si trova bene, poi c'è anche chi non si trova ed è giusto che venga in ufficio
insane7414 Ottobre 2020, 16:00 #9
smart working tutta la vita.
3 ore di mezzi pubblici al giorno in meno.
mi sveglio più tardi (e più riposato).
ho più tempo libero.
tornare in ufficio è stata una tortura.
nell'ultimo mese abbiamo dovuto fare 2 giorni in ufficio e 3 a casa.
dalla prossima settimana viste le ultime novità si scende ad 1 solo giorno obbligatorio in ufficio.

la cosa per me è cmq assurda: se l'obiettivo è minimizzare i rischi e per tutto il periodo marzo-agosto abbiamo fatto 0 giorni in ufficio senza problemi, perché obbligarci a fare 1 giorno alla settimana in ufficio?
bah!
se uno ha la necessità per vari motivi, ottimo che i locali siano predisposti, igienizzati, ecc, ma se non c'è una vera necessità, smart working a vita!
palmy14 Ottobre 2020, 16:03 #10
Originariamente inviato da: acerbo
A parte le foto ammiccanti realizzate con teams e con modelli di bella presenza lo smartworking presenta un sacco di problematiche legate alla vita privata dei lavoratori.
Lavorare da casa é comodo per alcuni e complicato per altri, come in tutte le cose ci vuole una via di mezzo e per la mia esperienza personale 2 giorni a settimana bastano e avanzano.


Io 2 giorni alla settimana li facevo già anche prima della "virus-story" e devo dire che aprezzerei anche 3 giorni settimana, ma va detto che ogni persona è differente:
la mia sede di lavoro è a 150km da casa il che vuol dire avere una camera o appartamento in affitto lì, per poi stare seduto ad una scrivania e continuare a fare video call (lavoro con gente sparsa in Europa): posso tranquillamente starmene a casa con notevoli vantaggi sia in termini di tempo che economici.

Ma, c'è un grande ma, vivo fuori città in una casa grande e senza figli....chi vive in case piccole e con figli non so se sarebbe della mia stessa opinione.

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