CiscoSmart Working
Una ricerca Cisco dimostra che ai lavoratori piace lo smart working. E non vorrebbero tornare indietro
di Alberto Falchi pubblicata il 15 Ottobre 2020, alle 10:01 nel canale Innovazione
La pandemia ha dato uno scossone al mondo del lavoro, obbligando in tanti ad adottare in fretta e furia lo smart working. Un esperimento che è piaciuto parecchio ai lavoratori, che ora difficilmente accetteranno di tornare indietro
50 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoInfatti non ha senso, è solo una percezione personale.
Si e no, il controllo della produttività dei dipendenti è un terreno minato, si può scadere facilmente nella violazione della privacy del dipendente, che può quindi fare causa al datore di lavoro e vincerla senza troppi sbattimenti, come già capitato.
Molti di questi controlli poi richiedono l'autorizzazione del dipendente, quindi di fatto vengono percepiti dai datori di lavoro come inutili.
Molti di questi controlli poi richiedono l'autorizzazione del dipendente, quindi di fatto vengono percepiti dai datori di lavoro come inutili.
ma i controlli non devono essere poi così approfonditi. basterebbe che chi ha la responsabilità di un team se la prenda. se do un lavoro deve essere fatto bene rispettando le tempistiche. il fatto è che spesso il capo del team non sa una cippa del lavoro che deve essere svolto e non ha modo di valutare, quindi valuta a simpatia, a leccate di culo e al tempo che uno sta seduto a far finta di lavorare. e quando poi nel team spiccano quelle 2 o 3 persone che sanno veramente il fatto loro, vengo sobbarcate di lavoro per compensare l'inettitudine del resto degli schiavi.
questo accade perchè, salendo di un gradino la gerarchia, il grande capo non capisce una cippa di tutti i reparti e i lavori che vengono svolti dai vari reparti aziendali. il che ci può anche stare: magari se è un'azienda che fa acciughe sott'olio saprà sicuramente tutto su come vanno lavorati i pesci, la salatura e l'invasettamento, ma magari ne sapà poco o niente di marketing, di logistica, di manutenzione dei macchinari, di informatica e centralini telefonici. quindi deve prendere persone competenti.
se non fosse un cinghiale egocentrico e spocchioso sarebbe in grado di assumere persone che ne sanno più di lui. questo significherebbe che, a volte, alle sue richieste questi responsabili competenti potrebbero rispondere "no". ma siccome "no" non è una risposta accettata, preferiscono circondarsi da lacchè e ancelle che sanno solo dire "si". e costoro sono i responsabili descritti sopra.
se non cambia la mentalità feudale che contraddistingue l'italico capitano d'azienda, non ci sarà mai il vero passo in avanti.
e poi si è vero: io non c'ho proprio voglia di lavorare. me so stufato.
Dipende dal lavoro.
A volte l'unico modo per valutare chi lavora e chi no è quello di fare controlli approfonditi, limitarsi a vedersi consegnare in tempo il compitino fatto ormai è riduttivo, perché appunto come dici ci saranno sempre in un reparto quegli elementi che lavorano anche per gli altri...e qui purtroppo nascono i problemi, ammesso si possano fare questi controlli, nella maggior parte dei casi non possono essere usati per richiami o eventualmente licenziamenti.
La casistica è molto varia, non è sempre il capo il problema, ci sono anche sedicenti esperti che tendono a creare più problemi che soluzioni, così come ci sono quelli che dicono sempre no a priori perché la loro idea è diversa...e anche se gli fai vedere che la tua soluzione è migliore e più semplice, loro ti diranno sempre no...il mondo è bello perché è vario
Penso sia un pensiero comune a molte persone
io però il lockdown lo lascerei a parte, è stato un periodo brutto per tutti e non solo si lavorava da casa, non si usciva proprio
adesso che c'è lavoro remoto e le scuole sono aperte (finché dura...) la differenza per chi ha figli è enorme ad esempio, ma anche un single se prima era tappato in casa adesso può uscire e vedere gente "quasi" normalmente, è una bella differenza soprattutto per il morale
il problema è che l'esperimento su larga scala del lavoro remoto è arrivato in un momento di emergenza sanitaria ed è partito dall'oggi al domani senza preparazione, sicuramente qualcuno si sarà trovato male e la produttività ne ha risentito senz'altro, ma non per il lavoro da casa proprio per sto cazzo di 2020
detto questo, penso anche io che 1-2 giorni a settimana in ufficio servano ma parlo di fine pandemia, adesso che non ne siamo ancora usciti chi non è impossibilitato a lavorare da remoto non dovrebbe andare in ufficio ad aumentare il rischio di contagi
ho visto di recente che il valore delle azioni di Zoom è triplicato dall'inizio dell'anno
A fine pandemia si ritornerà tutti in ufficio come se nulla fosse accaduto...
adesso che c'è lavoro remoto e le scuole sono aperte (finché dura...) la differenza per chi ha figli è enorme ad esempio, ma anche un single se prima era tappato in casa adesso può uscire e vedere gente "quasi" normalmente, è una bella differenza soprattutto per il morale
il problema è che l'esperimento su larga scala del lavoro remoto è arrivato in un momento di emergenza sanitaria ed è partito dall'oggi al domani senza preparazione, sicuramente qualcuno si sarà trovato male e la produttività ne ha risentito senz'altro, ma non per il lavoro da casa proprio per sto cazzo di 2020
detto questo, penso anche io che 1-2 giorni a settimana in ufficio servano ma parlo di fine pandemia, adesso che non ne siamo ancora usciti chi non è impossibilitato a lavorare da remoto non dovrebbe andare in ufficio ad aumentare il rischio di contagi
ho visto di recente che il valore delle azioni di Zoom è triplicato dall'inizio dell'anno
Concordo che il lockdown é stata una forzatura poco rappresentativa, ma io anche prima del covid ho potuto lavorare da casa in alcuni periodi e per differenti clienti.
Alla fine il lockdown non ha fatto che amplificare le problematiche che avevo già riscontrato lavorando a distanza.
Per me la casa é un ambiente troppo dispersivo e si rischia di mischiare la vita privata con quella lavorativa, poi ci sono piccole problematiche logistiche e tecniche che a lungo andare possono diventare molto fastidiose.
Ovviamente non siamo tutti uguali, ma le aziende non possono stabilire quanto sia adatto il tuo domicilio rispetto all'ufficio e difficilmente possono intervenire per migliorare la situazione, mentre possono intervenire quando l'ufficio é poco adatto ai lavoratori.
Da diversi mesi vado a lavoro 2 o 3 volte a settimana e nonostante abbia investito su una scrivania e su una sedia professionali con tanto di doppio monitor ed abbia una stanza dedicata, non riesco a restare concentrato.
Durante il giorno mi metto a sistemare, passo l'aspirapolvere, faccio la spesa, tra una riunione e l'altra preparo da mangiare, vado in palestra durante la pausa pranzo, lavo la moto ... insomma a fine giornata sono piu' stanco di quando vado in ufficio e spesso sono anche meno produttivo. Durante il lockdown poi con i bambini e mia moglie che pure lei doveva lavorare le giornate erano totalmente improduttive, spesso mi mettevo al computer direttamente dopo le 21.
Ribadisco, non siamo tutti uguali, c'é chi ha il problema opposto al mio, ma le aziende non possono sapere cosa succede in casa tua.
Inoltre riesco a prendere appuntamenti per le varie commissioni subito dopo l'orario di lavoro, senza necessariamente essere costretto a fare le corse uscendo almeno un'ora prima per evitare l'ingorgo. Certo, ci sto perdendo in costi (bollette, spesa nel mangiare) ma risparmio su abbonamenti dei mezzi e ore di sonno.
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