Le licenze di VMware arrivano a costare 10 volte di più, AT&T fa causa a Broadcom
di Riccardo Robecchi pubblicata il 08 Ottobre 2024, alle 18:45 nel canale MarketÈ una causa legale come molte altre quella che vede coinvolte AT&T e VMware/Broadcom, ma è anche un segno di come il mercato sia cambiato e le politiche di quest'ultima stiano creando un clima molto teso
AT&T, uno dei più grandi operatori telefonici statunitensi, ha avviato lo scorso agosto un'azione legale contro Broadcom per via di aumenti "estremi" e del mancato rispetto dei termini contrattuali. Come emerge dai documenti del processo, AT&T avrebbe infatti visto un aumento dei costi annuali pari al +1.050% - ovvero 10 volte.
+1.050% di aumento e fine dei contratti di supporto: AT&T fa causa a Broadcom
Com'è noto, Broadcom ha eliminato la possibilità di acquistare licenze perpetue lo scorso anno, non appena ha completato l'acquisizione di VMware. AT&T, tuttavia, si appoggia ancora proprio a tali licenze e aveva un contratto di supporto con VMware, scaduto nel settembre 2021 ma rinnovabile annualmente per cinque anni. L'azienda avrebbe voluto rinnovare il supporto anche questo settembre, ma Broadcom ha negato questa possibilità, imponendo invece il passaggio alle licenze ad abbonamento.
Dalla documentazione legata al caso emerge un'email inviata a Hock Tan, CEO di Broadcom, da Susan Johnson, Senior Vice President of Investor Relations in AT&T, in cui AT&T afferma che Broadcom non intende dare seguito al contratto e vuole, invece, che AT&T passi al modello ad abbonamento. Proprio tale passaggio porterebbe ad aumenti più che significativi nei costi annuali per la piattaforma VMware: "questo aumento annuale del +1.050% che avete proposto da un anno all'altro è estremo e certamente non è il modo in cui ci aspettiamo che i partner strategici facciano affari con AT&T", si legge nell'email.
Sebbene le cifre esatte nell'email siano oscurate, nel documento di apertura dell'azione legale si può leggere che AT&T stima in "centinaia di milioni" il costo delle nuove licenze ad abbonamento. Lo stesso documento riporta inoltre i termini del contratto, che citano chiaramente come "per 5 anni (a partire dal 9/9/2021 [...]), AT&T possa rinnovare su base annuale e a sola discrezione di AT&T i [...] servizi di supporto da VMware o da un suo rivenditore autorizzato, a partire dal 9/9/2021, per una [somma] annua di non più di [ammontare in dollari]."
Dal canto suo Broadcom sostiene, invece, due cose: da un lato, che AT&T avrebbe dovuto rinnovare il contratto per tre anni in blocco, anziché per ogni singolo anno; dall'altro che, siccome non offre più i servizi richiesti da AT&T, è giustificata nel non offrirli nemmeno ad AT&T nonostante il contratto in essere.
A seguito dello scontro con Broadcom, AT&T ha deciso di avviare un processo di migrazione verso soluzioni alternative: l'email di Johnson dice infatti "il costo per abbandonare Vmware (stimato in 40-50 milioni di dollari) ha un ritorno molto veloce e un forte IRR [internal rate of return], in particolare visti gli alti costi di licenza proposti. Di conseguenza stiamo pianificando di dare priorità agli investimenti per migrare a piattaforme alternative a VMware."
Il problema di questa migrazione è che AT&T si affida a piattaforme che coniugano hardware e software, acquistate direttamente da produttori o distributori. L'azienda non può dunque semplicemente decidere di adottare soluzioni alternative. A spiegarlo è Gordon Mansfield, Vice President of Global Technology di AT&T: "il software di VMware è integrato nei prodotti che AT&T acquista dai suoi forntori e che usa per mantenere in funzione la rete. A causa di ciò, AT&T non può prendere una decisione unilaterale di terminare l'uso del software di VMware. AT&T deve, invece, lavorare con i propri fornitori per rimpiazzare il software di VMware e sviluppare una soluzione differente."
Per completare questo processo potrebbero volerci anni e AT&T deve quindi cercare di guadagnare quanto più tempo possibile. Anche facendo causa a Broadcom per continuare a ricevere supporto.
36 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDomanda (fortemente ingenua perchè non sono esperto di queste cose):
Ma un colosso come AT&T non ha convenienza a partire da una soluzione opensource e svilupparsi internamente il proprio sistema hypervisor proprio per non trovarsi in situazioni del genere?
Perchè poi i costi per cambiare parrocchia sono veramente alti e c'è pure il problema dei disservizi..
Proxmox?
Domanda (fortemente ingenua perchè non sono esperto di queste cose):
Ma un colosso come AT&T non ha convenienza a partire da una soluzione opensource e svilupparsi internamente il proprio sistema hypervisor proprio per non trovarsi in situazioni del genere?
Perchè poi i costi per cambiare parrocchia sono veramente alti e c'è pure il problema dei disservizi..
La logica vorrebbe che se c'è un sistema proprietario, VmWare in questo caso, che va bene, è supportato, insomma uno paga per avere un servizio, non ha molto senso svilupparsi un hypervisor interno.
Il problema nasce quando la società (che non capisce un beneamato razzo del business) decide di rientrare velocemente dell'investimento e alza i prezzi abbestia.
Esempio distante ma calzante, quando i Benetton presero in concessione le autostrade, rientrarono dell'investimento in 7 anni dato che cominciarono subito ad alzare i pedaggi.
Finchè il business lo decidono i soldi, ne vedremo sempre di più di queste situazioni.
Di questo passo, non ci vorrà molto.
Il problema nasce quando la società (che non capisce un beneamato razzo del business) decide di rientrare velocemente dell'investimento e alza i prezzi abbestia.
Eh. Appunto.
Quando le cose diventano grosse (e se sei AT&T sono grosse grosse) ti trovi a dipendere tuo malgrado da una servizio esterno su cui non hai controllo per una cosa che per te è vitale.
Ora, se sei l'aziendina non hai scelta e stai la gioco (oppure cambi parrocchia con tutti gli sbatti annessi).
Ma se sei una balena come AT&T credo che il discorso di renderti indipendente sia percorribile e vantaggioso sul lungo termine.
Ho una amica che fa l'informatica e dopo anni a lavorare in ambito di sviluppo in aziende di software è approdata in Calzedonia.
Questo perchè Calzedonia ha deciso di avere il proprio software di gestione commerciale sviluppato inernamente da un apposito team piuttosto che dover dipendere da software di ditte terze.
Quando le cose diventano grosse (e se sei AT&T sono grosse grosse) ti trovi a dipendere tuo malgrado da una servizio esterno su cui non hai controllo per una cosa che per te è vitale.
Ora, se sei l'aziendina non hai scelta e stai la gioco (oppure cambi parrocchia con tutti gli sbatti annessi).
Ma se sei una balena come AT&T credo che il discorso di renderti indipendente sia percorribile e vantaggioso sul lungo termine.
Ho una amica che fa l'informatica e dopo anni a lavorare in ambito di sviluppo in aziende di software è approdata in Calzedonia.
Questo perchè Calzedonia ha deciso di avere il proprio software di gestione commerciale sviluppato inernamente da un apposito team piuttosto che dover dipendere da software di ditte terze.
Non c'è una regola ben precisa, dipende dal management di quel periodo.. ad esempio, la parola d'ordine di adesso è Cloud e AI, tra 5-10 anni magari l'azienda per cui lavoro tornerà a servizi on premise.. dipende, a volte alcune scelte sono, a mio avviso, senza senso, ma loro gestiscono il budget quindi decidono.
Io la vedo sotto un punto di vista sicurezza: chi ti fornisce il software ti da anche la certificazione e si impegna a risolvere i problemi, ci sta che uno stipuli un contratto con il più grande fornitore di hypervisor per avere un servizio: se poi questi decidono di aumentare il costo di 10 volte (roba da folli) il mercato reagirà, spero, di conseguenza.
Inoltre, aggiungo, un conto è il gestionale, un conto è un intero sistema di hypervisor con tutti gli annessi e connessi, è una roba davvero complessa.
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