HPC-5 di ENI: nuovo supercomputer industriale da 70 Petaflop/s
di Rosario Grasso pubblicata il 19 Febbraio 2020, alle 16:01 nel canale Private CloudENI ha presentato la nuova versione del suo supercomputer industriale HPC: lo definisce come uno fra i dieci supercomputer più potenti al mondo, e il primo in assoluto fra i computer non governativi
ENI ha avviato nei giorni scorsi HPC-5, un supercomputer industriale che, insieme al precedente HPC4, si colloca tra i vertici in quanto a potenza di calcolo nel suo ambito di appartenenza. HPC-5, il cui nome completo è High Performance Computing – layer 5, si trova a Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia.
È accreditato di una potenza di elaborazione pari a 51,7 Petaflop/s di picco che, associata al sistema di supercalcolo che era già operativo dal 2018 (HPC4), raggiunge una potenza di picco di 70 Petaflop/s. Nel caso di HPC4 si parlava di prestazioni di picco di 18,6 petaflop che, insieme ad HPC3, arrivavano a 22,4 petaflop complessivi.
L'infrastruttura IT applicativa di ENI all’interno del Green data center conta quasi 11 mila tra server fisici e virtuali. Inaugurato nel 2013, il Green Data Center è una struttura ad altissima efficienza energetica, principalmente per via del suo design eco-compatibile che utilizza la circolazione d’aria naturale prodotta da sei torri di ventilazione. Inoltre, l’alimentazione del supercomputer deriva per il 10-15% da un impianto fotovoltaico da 1MW di potenza, costituito da 2968 moduli fotovoltaici a inseguimento solare distribuiti su 106 stringhe.
Il supercomputer HPC-5 è formato da 1820 nodi Dell EMC PowerEdge C4140, ognuno dotato di due processori Intel Gold 6252 a 24 core e quattro GPU NVIDIA Tesla V100. Il sistema di storage è da 15 petabyte e garantisce alte prestazioni con 200 GByte/s di banda aggregata in lettura/scrittura. L'infrastruttura è progettata per garantire interconnessione efficiente tra ciascun nodo e continuità operativa.
A cosa serve?
Tanta potenza di calcolo permette a ENI di utilizzare algoritmi di elaborazione dei dati provenienti dal sottosuolo molto sofisticati, anch’essi sviluppati internamente. Le informazioni geofisiche e sismiche vengono inviate ad HPC5 per essere processate. Da esse, il sistema elabora modelli del sottosuolo approfonditi, da cui si riesce a individuare cosa si nasconde diversi km sotto la superficie: è così che ENI ha trovato Zohr, il più grande giacimento a gas mai scoperto nel Mediterraneo.
HPC5 permette di aumentare l’accuratezza degli studi delle rocce sotterranee, riducendo il margine di errore delle prospezioni e diminuendo il time-to-market, ovvero il tempo che intercorre tra l’individuazione del giacimento e la messa in produzione.
HPC5 e HPC4, dunque, vengono principalmente impiegati per scoprire nuovi giacimenti, per modellare quelli già scoperti o per migliorare la raffinazione. Ma non solo, visto che un ambito di impiego molto importante è la ricerca sulla fusione a confinamento magnetico. Vengono realizzate le modellazioni teoriche delle molecole e dei polimeri fotoattivi che sono al cuore delle tecnologie per la cattura dell’energia solare come i pannelli solari organici OPV e i concentratori solari luminescenti LSC. Infine, i supercomputer ENI vengono utilizzati per realizzare modelli matematici avanzati che combinano le informazioni meteo-marine con quelle sul comportamento delle tecnologie Marenergy, come ISWEC e Power Buoy, che producono energia elettrica dal moto ondoso.
Altre informazioni si trovano sul sito di ENI.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn realta' non e' proprio cosi'.
L'articolo si sofferma solo sulla componente solare dell'energia utilizzata dal Green Data Center Eni, ma non cita che tutto il data center e' alimentato dalla centrale elettrica di Ferrera Erbognone che ottiene l'energia tramite i gas di scarto dei processi di raffinazione di Sannazzaro.
Inoltre il Green Data Center Eni va valutato nei suoi indici di efficienza gobali e non limitati al Supercomputer.
si, così tempo zero gli "algoritmi di elaborazione dei dati provenienti dal sottosuolo molto sofisticati e sviluppati internamente" da ENI finiscono in mano a qualche concorrente ammeregano, e subito dopo appena trovi un giacimento guardacaso se lo puppa exxon, shell o bp...
Lo sai vero che Enrico Mattei è stato ammazzato, e perchè, vero?
E a parte il SO, avrei dubbi anche sull'hw/firmware... ma lì non so che alternative ci siano.
Non sono fanboy ma penso che attualmente sia il top.
Non sono fanboy ma penso che attualmente sia il top.
Sarebbe cambiato poco nulla, è un supercomputer GPU, il grosso del lavoro lo fanno le 4 Tesla V100 per ogni nodo;
senza contare che il loro software è gia da 2 generazioni cucito sopra l'infrastruttura Intel; presumo sarebbe costato molto di piu buttare soldi per rivalidare il tutto su EPYC, che nemmeno sarebbero stati il fulcro del supercomputer.
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